27 Dicembre 2008 ore 04:45Casa Walton.
«Credo che Fitzgerald sia un'autore da prendere in considerazione ancora oggi per la società aristocratica newyorkese» dissi al ragazzo sperduto, mostrandomi più che sicura del fatto che l'implicita distruzione dell'elite di Manhattan derivasse dall'inutile sfarzo che nascondeva i demoni di quelle anime tutt'altro che angeliche.
Lui in risposta fece spallucce «Dio! A volte sei troppo intelligente per una ragazza di soli sedici anni».Eravamo nel letto di camera mia, immersi fra le coperte di seta color cipria, con l'alba che si stava avvicinando sempre più frettolosa.
Di lì a poco se ne sarebbe dovuto andare via, ed io mi sarei dovuta alzare per poter andare a scuola.«Non è intelligenza, ma cultura» lo bacchettai «Il problema di questa società è che da per scontato che visini come il mio non possono contenere qualcosa in più di un semplice catalogo di moda» risposi sincera, attorcigliandomi tra le dita i suoi capelli castani.
Aggrottò la fronte e potei immaginare l'espressione corrucciata nascosta dalla maschera che aveva in viso «Che intendi dire?».
Sospirai, e nel momento in cui lo feci, si voltò di fianco per ascoltarmi meglio.«Per persone come me, la laurea è solo un accessorio. Quando vedono il mio nome lo associano sempre a quello di mio padre categorizzandomi come ricca ereditiera superficiale» il mio tono uscì sprezzante, cosa che notò subito perché iniziò ad accarezzarmi il braccio in modo da rilassarmi «Le persone vedono solo ciò che vogliono vedere, e fin quando lascerò far credere di essere una ragazzina viziata mi andrà bene, perché quando scopriranno che sotto il mio bel faccino si nasconde una mente capace di capovolgere l'intero sistema, lì, avrò la mia vittoria».
«Quindi fai credere di essere una svampita e superficiale figlia di papà solo per rendere ancora più evidente la tua futura vittoria?» mi chiese lui sbalordito.
Annuii soddisfatta «Sottovalutare una persona non fa altro che rendere minore la sua minaccia. Io sfrutto questo a mio vantaggio».
Si morse il labbro ed io non potei fare altro che ammirarlo in tutta la sua velata bellezza.
Non aveva un fisico statuario, ma non era nemmeno troppo mingherlino; aveva una corporatura leggermente più magra per la sua altezza di un metro e ottanta, ma molto probabilmente con un po' di allenamento avrebbe potuto aumentare la sua stazza diventando una vera e propria divinità (o almeno per me) .«Quindi per stare con te dovrò iniziare a ripetere tutto il programma del liceo?» scherzò lui, prendendosi gioco di me.
Gli feci la linguaccia «Ah! Ah! Non sei simpatico».
Continuò a sorridere, per poi abbassarsi a livello della mia spalla e baciarne la linea «Ho vissuto a Londra per un po'..» iniziò lui, cogliendomi totalmente di sorpresa.
Non volevo essere indelicata, ma presupponevo non venisse da una situazione economica agiata quanto la mia, quindi avevo dato per scontato che l'unico posto diverso che avesse avuto l'occasione di vedere fosse stato camera mia «..non ho studiato solo la drammaturgia inglese, ma il mio percorso comprendeva anche autori europei, come Voltaire, Dumas, e tanti altri.. Ma quelli che mi hanno colpito maggiormente sono stati gli autori italiani, non ti parlo solo di quelli storici, ma anche di quelli contemporanei».Mi stupì la conoscenza della letteratura classica, sopratutto perché un ragazzo come lui, poteva restare nella sua bolla sicura di conoscenza scarna; inoltre non mi informai mai del perché avesse trascorso quel periodo fuori la grande mela, sarebbe stata un'informazione troppo personale, una di quelle che avrebbe ristretto il campo per capire chi fosse lui veramente, e non ero ancora pronta a farlo «C'è una raccolta di poesie che mi ha stupito in particolare, è di un poeta contemporaneo italiano..» mi informò lui.
Aggrottai la fronte «Chi?».
In risposta mi sorrise dolcemente «Sono delle poesie che bisogna leggere quando si è sicuri che quei sentimenti si sono provati.».
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•BAD KITTY - The Rules Series
Fanfiction«Devi solo ammettere che il tuo corpo desidera essere toccato da un semplice ragazzo di Brooklyn che non può respirare la tua stessa aria perché il tanfo di povertà si sentirebbe a chilometri di distanza». ****...