Capitolo 61

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SEBASTIAN

«Kitty?».

Quando le luci si riaccesero, e tutto lo studio tornò come prima, mi resi conto che non c'era più nessuno davanti a me.
In realtà, nemmeno dietro.
Il panico aveva assalito tutti, ed aveva costretto i presenti a darsela via a gambe levate.

«Kitty?» stavolta alzai ancora di più la voce, fregandomene se fossimo ancora in onda oppure no.

Non percepii alcuna risposta, sembrava che si fossero tutti dileguati ala velocità della luce.
Dov'era?
Il panico mi assalì molto di più rispetto a quando l'impianto luci ci era caduto addosso.
Mi mossi velocemente verso il centro del palco, a passi pesanti e con il cuore che mi iniziò a battere all'impazzata.
Era scappata?
O meglio, era scappata via da me?

«Kitty?».

Mi guardai intorno, senza vedere un orologio, o un addetto che potesse indicarmi dove cazzo erano finiti tutti.
Corsi verso le quinte, scostando violentemente la tenda scura nella disperata ricerca di risposte.

«Kitty?» chiamai di nuovo.

Si sentivano solo i miei passi pesanti che calpestavano il pavimento dello studio.
Aprii ogni porta che mi si presentò davanti, con l'ansia che iniziò ad attanagliarmi il respiro.
Il groppo alla gola iniziò a crescere fino a mozzarmi il respiro

«C'è nessuno?».

Il corridoio era lunghissimo, e guardai a destra e sinistra per cercare qualche faccia conosciuta.

Porca puttana!

Mi iniziai ad innervosire.
Non potevano essere andati tutti via.
Quanto era passato? Dieci minuti da quando il blackout si era scatenato?

Vaffanculo, vaffanculo, vaffanculo!

«C'è nessuno in questo cazzo di posto?!» urlai furioso.

Qualcosa non andava.
E non parlavo solo dell'improvviso blackout che si era verificato.
No, c'era di più.

«Sebastian!».

Mi voltai come una furia verso la voce che mi aveva appena chiamato, e come un animale mi avventai su di lui.
Afferrai Ben per il colletto e lo scaraventai al muro, «Dov'è?!» abbaiai pronto ad ammazzare chiunque mi si presentasse davanti.
Il primo istinto fu quello di non ascoltare nemmeno la sua risposta e tirargli un pugno in faccia, ma appena mossi il braccio, qualcuno mi abbrancò da dietro e mi sbattè contro la parete affianco.
«Sebastian!» mi fermò Chris, che sembrava più furioso di me.

«Che cazzo succede?», ringhiai contro di lui, eravamo così vicini che i nostri nasi si toccarono.
Chris si allontanò quanto bastò per far rivelare dietro di lui Tom, Lizzy e JC.

«Qualcuno ha manomesso l'impianto luci ed ha provocato il blackout»  mi spiegò Tom, «Sono usciti tutti, ma..», lanciò uno sguardo a Ben, ed io mi imbufalii ancora di più.
«Ma cosa?! Che cazzo c'entra lui?».
«Ma Katherine è scomparsa» rispose alla fine Ben, con la voce che risultò quasi un sussurro colpevole.

Katherine non si trovava.

Respirai a fatica.

Katherine era scomparsa.

Mi passai le mani in faccia e scossi la testa per scacciare quel tarlo che aveva iniziato ad insinuarsi nella mia mente.

Katherine era stata rapita.

No. No. No.
Non di nuovo.
Non a lei.
Un conto era mettere fuori gioco me, ma lei? Lei cosa c'entrava?
Ero io quello che volevano colpire non l-
Mi bloccai, alzai la testa di scatto e volsi uno sguardo omicida verso Benjamin Dallas, «Tu cosa sai?».

•BAD KITTY - The Rules Series Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora