Sorpresa.

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Galoppiamo ancora qualche minuto in silenzio, io non so sinceramente come rispondergli. Ho la testa nel caos più totale, tutte le frasi che mi ha detto vorticano nella mia mente e formano un groviglio difficile da districare.
Non riesco a capire se gli do ragione o meno. Perché sicuramente avrà anche ragione su qualcosa, ma la ragione segue davvero delle logiche oggettive?
Dal mio punto di vista, da quello che provo e che ho vissuto, la verità è dalla mia.
Almeno credo.
Maledizione.
<< Non pensarci troppo...ho esagerato, perdonami.>>
Cosa?
Alzo la testa verso di lui, continua a guardare dritto, ma sembra meno serio, meno teso.
Dovrei rilassarmi anche io.
<< No io...sono contento che tu mi dica tutto ciò che pensi. Mi aiuta a svegliarmi.>> Sforzo un sorriso.
Però è vero quello che ho detto.
Se non ci fossero lui ed Erza a tenermi con i piedi per terra a quest'ora sarei già diventato pazzo.
<< Rivoglio solo indietro il mio amico.>>
<< Lo rivogliamo tutti.>>
La voce di Erza?
Ma da dove...?
È dietro di noi. Ma come ha...?
Perché non l'ho percepita?
Il mio istinto sta facendo cilecca ultimamente. Devo capirne il perché.
<< Credevo fossi già lì ad aspettarci.>>
Le ultime case fuori dalla città ci passano di fianco, qualche contadino alza la testa per curiosità, altri si fermano dal lavoro per guardarci, chi mi riconosce abbassa il capo.
<< Ma quindi solo io non so cosa stiamo facendo?>> Domando perplesso.
<< È una sorpresa, stupido.>> Sottolinea la maga.
<< È frustrante essere quello sempre all'oscuro di tutto.>> Sbuffo e mi rendo conto dei loro sguardi perplessi su di me.
Giusto, dannazione, loro non sanno di Lucy, quindi non ero l'unico ad esserne all'oscuro.
<< Più avanti, quando sarà il momento, vi spiegherò.>> Cerco di colmare la loro curiosità come posso.
<< Ci stai tenendo di nuovo fuori Natsu?>> Gray assottiglia lo sguardo.
<< Direi di più che sto proteggendo le persone che a...>>
Mi blocco.
È vero che sto proteggendo loro perché più sanno, più sono in pericolo, ma sto proteggendo anche Lucy. E lei è una persona che amo?
<< Perché ti sei bloccato?>>
<< Avrà di nuovo qualcosa da nascondere.>> Sghignazza il moro.
Così accresco solo il divario tra di noi.
<< Stavo pensando...se Lucy rientra tra le persone che amo.>>
Ho sganciato la bomba e lo capisco dalle loro facce.
<< E che c'entra la biondina?>>
<< Gray, sei stupido? Sarà qualcosa che riguarda lei che non può dirci.>>
Erza è sempre così maledettamente intuitiva ed intelligente.
<< Si dalla faccia che fa credo tu abbia ragione.>> Il mago alza un sopracciglio scuro guardandomi con il suo solito fare da fratello maggiore, preoccupato ma curioso.
Chissà cosa stanno pensando di me...di noi, di come questa storia può influire sul nostro rapporto.
Vorrei avere il potere di Gérard. Sarebbe tutto più facile.
<< A tempo debito vi spiegherò tutto ora non chiedete neanche, vi prego, non posso parlarvene.>>
Abbasso lo sguardo trovando estremamente interessante come la criniera bianca sia perfettamente pettinata e liscia.
<< Siamo arrivati.>> Informa la voce profonda di Erza.
Alzo lo sguardo ma davanti a me solo un'immensa radura che si protrae per chilometri forse, a circondarla come un anfiteatro dagli alberi a cui Gray ed Erza legano subito i cavalli, quindi credo che dovrò scendere e fare lo stesso.
Ma cosa c'è di così spettacolare qui?
I cavalli sembrano percepire qualcosa.
Io sento...un potente battito d'ali, quasi fosse un drago, ma un drago lo percepirei.
Sento...respiri, battiti animaleschi. Non provengono da un cuore umano.
Li guardo con aria interrogativa e loro sorridono complici facendomi cenno di tacere e di seguirli piano, lentamente, cercando di fare meno rumore possibile.
Ci nascondiamo dietro gli ultimi tronchi che circondano la radura. Sono...enormi, sicuramente saranno più antichi di noi.
Forse mio nonno li ha visti crescere e irrobustirsi.
Quanti secoli avranno?
Un verso...di un'aquila credo, attira la mia attenzione.
Se era un'aquila deve essere bella grande, il grido era quasi assordante. Da gelare il sangue perfino a uno come me.
Distolgo i miei pensieri dagli alberi e guardo fisso avanti a me, cerco di mettere bene a fuoco e ciò che vedo mi sconvolge.
Non era lo strido di un'aquila.
Era lo strido di un grifone.
<< Eccolo, c'è ancora.>>
<< Certo che c'è ancora, zuccone, è ferito all'ala non può andarsene.>>
<< Dobbiamo aiutarlo.>>
<< Non si farà avvicinare.>>
Mentre i due bisticciano al mio fianco io sono ancora incantato da quell'animale.
La testa d'aquila è grande quattro volte quella di un cavallo, forse per via del folto piumaggio che da bianco prende sfumature via via sempre più scure passando dal marrone al nero. Il becco aquilino sembra un'arma letale, ma nulla in confronto agli artigli delle zampe anteriori.
Più o meno all'altezza del petto, le piume lasciano il posto ad un manto lucido, color delle nocciole, gli arti posteriori sono possenti, molto più grandi di un normale leone. I muscoli tesi nello sforzo di galoppare disegnano ombreggiature su tutto il corpo e fanno capire quale sia la sua potenza.
La lunga coda oscilla infastidita.
Ma la cosa più stupefacente sono le ali.
Possenti ali dalle piume di un colore non dissimile da quello della testa. Un battito fatto bene di quelle potrebbe lasciare spoglia una foresta.
I colori autunnali emanano calore, ma anche un senso di onore e rispetto.
Era da più di un secolo che si parlava di questi animali senza mai averne visto uno.
Quindi non sono estinti.
Maledizione è così...regale.
<< Voi...sapevate...>> Non riesco nemmeno a parlare.
<< Sorpresa!>> Bisbiglia Gray.
<< Lo abbiamo visto ieri, è ferito, non riesce a volare.>>
Come a dare dimostrazione delle parole di Erza, il grifone, usa la spinta della corsa che stava facendo per cercare di prendere il volo.
Si alza di pochi centimetri prima di stridere per il dolore e ricadere sull'erba, che lo accoglie con un tonfo sordo e una nuvola di terriccio che si disperde tutt'intorno.
Povera bestia.
<< Ei, doveva vai?>>
Non mi rendo neanche conto di avere fatto sostanziali passi nella direzione dell'animale, il desiderio di aiutarlo, di vederlo nella sua magnificenza che decantano i vecchi libri è talmente forte che neanche il rimprovero di Gray mi fa desistere dal fare altri passi.
<< Si farà ammazzare.>> Lo sento sussurrare ad Erza che, tesa, non dice neanche una parola.
Ci vuole poco alla creatura ferita per accorgersi di me.
La sua testa con uno scatto repentino si gira nella mia direzione e gli occhi gialli da pennuto mi fissano curiosi.
Non credo si senta minacciato.
Non fino a che non mi vede come un pericolo.
Inclina la testa, mi segue con lo sguardo mentre cerco di avvicinarmi, quatto quatto e con le braccia avanti.
<< Non voglio farti del male. Un tempo, nelle leggende, noi eravamo...compagni.>>
In qualche libro ho letto di questo legame che unisce queste nostre due specie, eoni fa, quando i draghi non avevamo imparato a vivere tra gli umani.
<< Sono un drago...come se dovesse importarti, scusami.>>
Perché sto parlando con un grifone?
È un animale, non può capirmi.
Siamo simili io e te, non è vero?
Creature che hanno dimenticato chi sono realmente. L'orgoglio incrinato.
Qualcosa nel suo sguardo cambia, raddrizza la testa piumata e gonfia il petto.
Dovrei avere paura?
Perché non ne ho?
Sento che non devo averne.
<< Idiota...torna indietro.>> Sento bisbigliare da dietro gli alberi.
Non si fida di me, palesemente, ma non mi vede come un pericolo o una preda. È già tanto.
<< Ti fa male? >> Indico l'ala.
L'animale sembra capirmi e segue il mio gesto fino a guardarsi la ferita.
È intelligente.
<< Non riesci a volare?>>
Torna a guardarmi.
<< Posso...>> Faccio un passo avanti, << aiutarti.>>
Fa dei passi indietro con le enormi zampe.
<< Sono qui per aiutarti.>>
Sembro un idiota.
Anche a lui devo sembrarlo, mi dà le spalle e si va a sdraiare il più lontano possibile nella radura.
Non ci credo. Mi ha snobbato.
Mi affloscio su me stesso.
<< Natsu, forza, andiamo, vuole stare solo.>> Mi invita Erza.
Ma io non voglio abbandonarlo. Voglio vederlo volare in salute.
<< Voi andate. Io resto qui.>>
<< Cosa?! Ma ti sei bruciato il cervello??>> Esordisce Gray.
<< Natsu non puoi restare qui e poi per quanto?>>
<< Finché non accetterà il mio aiuto.>> Dico risoluto.
Non ho mai voluto qualcosa così tanto. Non lo so perché, ma sento che devo farlo, è una mia responsabilità.
<< Io non ci voglio credere! Da una sorpresa si è trasformata in un campeggio del pericolo.>> Sbuffa il mago.
<< Non mi farà del male.>>
<< Ah ma te ne farò io se...>>
<< Piantatela voi due.>> Si intromette la roscia. << Natsu sei sicuro? Lasci Lucy da sola con Irene e... lui? >>
Lui? Ah Gérard.
Non riesce nemmeno a dire il nome?
Beh è comprensibile.
Forse ha ragione...dovrei lasciare Lucy da sola? Però ho detto anche di volermi fidare di Irene.
<< La terrete d'occhio voi.>>
<< Ah ora devo fare anche da guardia del corpo alle tue amate?>>
Amate? Che imbecille.
<< Vai Gray.>>
Guardo Erza e, vedendole scuotere la testa, capisco che mi darà retta.
<< Andiamo.>> Afferra il moro per il braccio e si volta portandolo con se. << Ci prenderemo cura di lei. È una promessa.>> È l'ultima cosa che sento prima di restare solo. Mi ha lasciato un senso di conforto strabiliante.
Ero davvero così preoccupato? Perché non sentivo la preoccupazione però?
Sento di nuovo i passi pesanti della creatura che abitava la radura e la mia testa scatta di nuovo verso di essa.
Sembrava quasi volesse riavere la mia attenzione.
Coraggio. Devo trovare il modo di avvicinarmi.
Prendo un bel respiro profondo, metto dritta la schiena e ad occhi chiusi faccio un passo avanti.
Li riapro e vedo l'animale sdraiarsi a terra, di fianco ad un masso.
Sarà esausto.
Lentamente, con il suo sguardo intimidatorio addosso, mi avvicino al masso.
Sembra parecchio infastidito, quindi mi sposto dalla parte opposta della pietra, ora è più rilassato.
Sì abituerà mai alla mia presenza?
Mi siedo poggiando la schiena sulla superficie dura e spigolosa.
Alzo la testa e guardo le nuvole muoversi con il vento, qualcuna a volte copre per poco il sole.
Mi piace il silenzio, mi permette di pensare e se penso mi capisco, quasi mi studio.
Studiarmi?
Dannazione io dovrei studiare la situazione, le persone intorno, come andare avanti, come arrivare al mio obbiettivo. Ma qui sembra tutto così confuso.
Dove voglio arrivare? Come ci voglio arrivare?
Non so chi sono. Non so cosa sto facendo. Non so chi voglio essere. Non so cosa voglio fare. Non so cosa sento. Non so cosa voglio.
Qualcuno potrebbe anche pensare che sia maledettamente normale alla mia età, ma non qui, non così.
Se non sai chi sei o cosa vuoi, se non hai aspirazioni su chi essere, esisti davvero?
<< È "no" la risposta, vero amico?>>
Ma con chi parlo? Neanche sopporta la mia presenza.
~~~~~~~~~~~~
Ho passato due ore in questa stramaledetta radura eppure cosa ho risolto? Sono sempre più confuso.
E il grifone si è addormentato.
Ciò è un bene, significa che era rilassato a tal punto da addormentarsi. Quindi mi ha accettato? Magari era solo troppo stanco per dare retta ad una nullità.
Lucy come starà? Mi avrà cercato?
Dannazione voglio vederla.
Ho provato un'assurda gelosia solo nell'immaginarla legata a qualcuno che non sia io.
Perché quando sono con lei non mi controllo?
Se chiudo gli occhi, se mi concentro sulle mie emozioni, sul mio mondo interiore, percepisco che c'è qualcosa di così concreto che forse è un qualcuno, si un qualcuno che mi sta inseguendo, che prova a raggiungermi, ma io voglio solo scappare, essere libero e al sicuro perché io i sentimenti li ho sempre temuti, anche se agoniati, ma lui insiste, sento che per lui è come un gioco mentre io mi sto cagando sotto dalla fottuta paura. E se mi trova che succede? Farà male o sarà solo bene?
Sto scappando. Ho iniziato a correre solo da poco e già mi volto indietro per vedere dove sta. Segno evidente che non sono convinto di volergli sfuggire.
Giusto?
Dimmi fuoco, tu scapperesti?
Perché sento come se stessi lottando per la mia vita?
Perché non mi lascio prendere da questo qualcuno che sento?
Che poi, se ci penso bene, non posso essere altro che io.
Sono io che mi sto inseguendo.
Mi sto nascondendo da me stesso, un me stesso che può amare, che non ha paura di vivere, che avrebbe avuto le palle di baciarla Lucy su quel dannato albero.
Mi prenderà, magari la sera tardi, magari mentre abbasso la guardia.
E sarà inutile urlare, sarà inutile ripensare a tutti gli amori più famosi che mi hanno insegnato che amare fa male e non ascolterò nemmeno più le loro grida.
Una volta che mi avrà preso... perderò tutti i segni della paura e mi sveglierò come ci si sveglia da un incubo.
Quindi io sono già in trappola nel mio mondo di stupide paure?
Sento il suo fiato caldo sul collo, è agghiacciante.
Non importa dove o quanto corro, vero? Le emozioni comunque ti trovano sempre e ormai lui è dentro di me e mi costringe a guardare in faccia la realtà.
Vale la pena chiedere aiuto?
Guardo di nuovo indietro, ma sta volta rallento. Mi prendesse pure.
Non voglio più avere paura delle mie emozioni. Anche se sono strane, anche se non le controllo, anche se non so da dove vengono.
Ora che è più vicino riesco anche a idealizzarlo meglio...ha una folta chioma nera, è possente e ghigna bonariamente. Ma è anche impaziente.
Non sono io.
Merda non sono io.
Riapro gli occhi il più velocemente possibile e...per tutti gli dei ho il fiatone come se avessi corso sul serio. Ma che razza di...?
Mi guardo intorno, spaesato.
Il cielo si è fatto più scuro.
La mia sola compagnia ancora dorme.
Non ero io che mi perseguitavo, che mi stavo costringendo a dei sentimenti. Chi maledizione era quello?
Mi sento pesante, improvvisamente.
Mi gira la testa.
Cos'era un incubo da sveglio? Una visione?
È qualcosa che posso fermare?
Lo controllo come il fuoco? O sto solo evitando di guardare mentre tengo gli occhi aperti?
In un lampo tutto sparisce e una sola domanda mi vortica per la testa.
E se non volessi risolvere più nulla?
Ma che maledizione dico?
Scuoto la testa per riprendermi da questo pensiero così infantile e stupido.
Io devo risolvere questa situazione.
Non posso restare qui con la faccia da ebete che mi guardo intorno spesato.
Si è alzato il vento.
Dannazione Natsu.
Pensa pensa pensa.
Chi era quello? Che c'entra quell'uomo con i miei sentimenti per Lucy?
E con lei che dovrei fare?
Lucy deve fidarsi di me. Devo portarla via di qui.
Ma dove può essere al sicuro?
Finché non viene mio padre questo per lei è il posto in cui può essere più protetta , qui con me.
Certo...lo dico solo per...ah maledizione.
Pensa pensa pensa...

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