Ha aperto gli occhi!
Lucy!
Sorpasso, stando attento a non colpirla con la spalla, Polyushika e mi fiondo al suo fianco sul letto.
Tossisce affaticata e le passo un braccio dietro le spalle per tenerla leggermente alzata, nel farlo però la stringo anche al mio petto.
<< Tutto bene, Lucy?>> Chiedo con forse troppa urgenza di una risposta affermativa.
Sbatte veloce le palpebre, geme qualcosa, ma non mi guarda, non mi parla.
<< Sono io, sono qui.>>
Forse sono troppo pressante.
No...mi guarda.
Finalmente mi ha guardato.
<< Stai bene, Lucy?>> Chiedo con più pacatezza, guardandola negli occhi lucidi.
Ha ancora il viso pieno dei segni dello scontro, ma anche tutto il corpo è pieno di graffi e lividi.
<< S...si.>> sussurra debolmente prima di tornare a chiudere gli occhi, stremata.
<< Lasciamola riposare. Dopo tornerò a parlarle.>> Disse la guaritrice.
<< Non la lascio sola.>> Ribatto guardandola accigliato.
Come può chiedermi una cosa simile?
È impensabile.
<< Bene, allora resta.>>
Non ti azzardare a dirle nulla, ragazzo, se sapesse cosa può fare con le sue chiavi le cercherebbe e metterebbe a rischio la sua vita.
Ok, ora è strano sentire la voce della vecchia nella mia testa al posto di quella di Gerard.
Non chiamarmi vecchia!
Maledizione.
Che seccatura.
Perdonami, non le racconterò nulla, hai la mia parola.
<< Tu vieni con me, dobbiamo parlare.>> Si rivolge a Gerard.
Si incamminano in silenzio fuori dalla stanza e chiudono la porta dietro di loro.
Sono rimasto solo con Lucy, la stringo a me sul letto ma...non sento il solito fuoco di quando sto con lei.
Forse perché ora la preoccupazione per la sua vita è più forte di qualsiasi altra emozione o sensazione.
Torno a guardarla, non mi ero reso conto di quanto i nostri volti fossero vicini.
<< Lucy.>> La chiamo per capire se è crollata nuovamente.
<< Na...Natsu...>> Mi risponde con fatica e si sforza di aprire gli occhi per guardarmi.
<< Si, si sono io, sono qui.>> La stringo un po' di più. << Perdonami Lucy, non sono riuscito a proteggerti...io...non ti ho saputa difendere da Irene, perdonami.>>
Chi l'avrebbe mai detto che un giorno sarei stato sul mio letto, con tra le braccia la principessa dei maghi, a frignare come un ragazzino.
Maledizione.
<< Non...non è colpa tua, io...non do...dovevo...fidarmi.>>
Fatica troppo a parlare, non posso farla sforzare tanto.
<< Sh, non affaticarti, devi riposarti adesso, ti lascio il letto.>>
Faccio per adagiarla nuovamente sul materasso ma vengo bloccato dal suo gesto inaspettato. Si stringe ancora di più al mio petto.
<< Rimani con me.>> Sussurra imbarazzata.
Dice sul serio? Mi vuole con lei? Sul letto?
Non ci credo, che giornata.
<< Allora aspetta, ci mettiamo più comodi.>>
Aspetto il suo via libera per tirarmi poco più dritto con la schiena ed appoggiarmi alla spalliera imbottita del letto.
<< Vuoi metterti sotto le coperte?>> Chiedo premuroso.
<< Sono...sono sporca.>>
Effettivamente entrambi abbiamo la terra della radura sui vestiti e anche qualche macchiolina di sangue.
<< Non fa niente, poi farò cambiare le lenzuola.>> La rassicuro.
<< Sto...sto bene... così.>>
Si accoccola nuovamente addosso a me stretta dal mio braccio intorno alle spalle.
I suoi capelli biondi sono sparsi sul mio petto, il suo, di petto, si alza e si abbassa contro il mio fianco e il suo respiro si infrange sulla mia pelle.
<< Mi...mi dispiace...di non poter...aiutare Irene.>>
Mi spiazza con la sua frase.
È incredibile che si preoccupi di questo.
<< E quindi...>> No, non le dirò che so della sua identità, se non si ricorda cosa so è meglio. << Non sai dove sono le tue chiavi, eh? È una seccatura immagino, fortunatamente non ti servono.>> Cambio discorso.
Si imbroncia.
So che vuole ribattere ed avrebbe anche senso farlo, se non le fosse così difficile parlare.
Ho studiato come funziona il suo tipo di magia, so cosa lega le chiavi alla maga che le usa, è un po' come il rapporto di noi draghi con la nostra magia. C'è fiducia, cooperazione, delle volte affetto.
Più precisamente c'è un rapporto che prescinde il contratto.
Devo cambiare nuovamente argomento.
<< Oggi sono stato al senato, è stato noiosissimo, non come la prima volta.>> Cerco di sembrare divertito. Magari riesco a farla sorridere. << Sai, la prima volta ho cacciato un senatore, l'ho sospeso dall'incarico che aveva ricoperto per una vita solo perché mi aveva dato del pavido. È stato divertente.>> Faccio una risatina e la sento sospirare.
<< Abbiamo parlato del ballo oggi, una palla...>>
Come le dico che non potrà partecipare? Che non potrò mantenere la promessa del bellissimo abito e delle facce sconcertate ed invidiose di tutte le donne della società dragonica?
Maledizione.
<< Quando ero piccola mia madre mi raccontava di questi eventi mondani, dei bei vestiti e della musica che riempiva la sala.>>
Sembra stia sognando di trovarsi in uno dei racconti della madre.
Ovviamente i genitori, il re e la regina, avranno dato un'infinità di balli prima della guerra, solo che lei...ne ha mai visto uno? O era troppo piccola quando mio padre ha avanzato le truppe?
<< Tu non hai mai partecipato?>> Chiedo incuriosito.
<< No, forse una volta ma ero troppo piccola per ricordare, poi con la guerra...non si sono più fatti.>>
Perché una principessa era finita nelle mani di un mercante di schiavi?
Come ci è arrivata qui?
Mio padre sta sulle tracce di persone morte o solo scomparse?
<< Lucy...>> Abbasso lo sguardo per cercare di guardarla, ma vedo solo biondo e allora torno a guardare il soffitto. << Come ti ha preso il mercante di schiavi?>>
Spero non la infastidisca troppo parlarne.
Sembra esitare, forse tanto da farmi capire quanto le pesa confidarmi determinate cose.
Cosa mi aspettavo? Non è che ora siamo buoni amici o altro, anche se forse questa situazione con Irene ci ha unito di più, o meglio, avvicinati.
<< Per anni siamo stati nascosti, barricati nel...in casa. Per fingere una sorta di stabilità o normalità.>> Nasconde il volto nella mia sciarpa logora.
Sono sorpreso, piacevolmente sorpreso, dalla sua voglia di raccontare, ma sono anche amareggiato per ciò che ha dovuto passare da piccola. Ovviamente i membri della famiglia reale dovevano dare un senso di rigore, dovevano rassicurare il popolo e dare a vedere che tutto andava bene anche se intorno a loro la gente moriva, le città bruciavano e noi avanzavamo.
<< Quando i miei hanno capito che non era più sicuro stare lì hanno deciso di fuggire.>>
Con qualche guardia reale immagino.
<< Tutti quelli che erano venuti con noi morirono per salvarci la vita.>>
Appunto.
Tiene ancora il viso immerso nella sciarpa. Respirerà bene?
<< Mio padre decise di andare a Bosco, girava voce ci fosse un grande rifu...>> Si blocca e riesco a percepire il cambio del suo respiro. Sembra nel panico.
<< Lucy...cosa c'è?>> Cerco nuovamente di guardarla.
<< Non dovrei dirtelo...tu sei con loro. Sto mettendo a rischio tutti quanti.>> Inizia a singhiozzare e a stringersi di più per nascondersi meglio.
Maledizione.
Mi vede come un nemico e, in somma, è capibile però...non lo sono. Non la tradirei mai.
Con poca fatica decido di spostarla e di sollevarle la testa per farmi guardare. È in lacrime.
<< Guardami.>> Le sussurro cercando di catturare i suoi occhi nei miei.
<< Non devi temere nulla, non farei mai niente che possa farti soffrire, non tradirei mai la tua fiducia e non metterei mai a rischio il tuo popolo.>> Lo dico quasi come fosse un giuramento solenne.
Smette di singhiozzare e inizia a guardarmi come se stesse prendendo davvero in considerazione l'idea di fidarsi.
Però... è dannatamente bella.
Principessa.
Quanto sarebbe bello chiamarla "la mia principessa"?
Maledizione.
Succede qualcosa nella sua mente, percepisco dal suo sguardo che qualche nodo si sia sciolto.
Vorrei avere le stesse abilità di Polyushika e Gérard.
<< Eravamo diretti a Bosco, insieme ad altre centinaia di persone, avevamo sentito di un probabile luogo sicuro, ma sulla strada per raggiungerlo siamo stati attaccati da...da tuo padre e...>>
Erano sicuramente camuffati tra la folla per non essere riconosciuti.
Mio padre, nuovamente lui.
Le accarezzo la guancia bagnata e raccolgo nuovamente il suo sguardo che si stava abbassando.
<< Ci siamo divisi, per fuggire, non so che fine abbiano fatto, li ho cercati per tanto tempo, non so se siano morti o se siano riusciti ad arrivare a Bosco. È durante quell'attacco che ho perso le mie chiavi.>>
<< Quindi non è lì che sei stata catturata?>>
Voglio sapere di più sulle sue sofferenze e voglio capire se sono in grado di...di fare cosa? Di guarirla? Di aiutarla?
No. Anche ne fossi capace non potrei farlo.
<< No, è successo più avanti, mentre cercavo i miei ed ero ospite di una famiglia. >> Risponde senza distogliere lo sguardo.
<< Ti hanno...fatto del male? Ti hanno toccata...o...>>
Si percepisce la paura del sapere nella mia voce? E dai miei occhi riesce a capire quando la sua risposta potrebbe farmi infuriare?
<< No. Ero una merce rara, puntavano a vendermi ad un prezzo molto più alto rispetto agli altri e non avrebbero mai "intaccato" il mio valore.>>
Sono sollevato.
Ma da quello che dice, alle altre non è andata così bene.
Sono schifato.
Solo il pensiero di...dannazione, altre mani sul suo corpo...labbra che la obbligano a viscidi baci...per gli dei.
Non posso nemmeno immaginare cosa si possa provare in attimi simili, ma sono certo che se fossi stato li io...li avrei uccisi, senza pietà, tra atroci sofferenze.
Il fuoco si è fatto nuovamente irruento e ingestibile. Devo imparare a tenerlo a bada, dannazione.
Credo lei abbia capito il flusso dei miei pensieri perché ora mi sorride, con gli occhi dolci e ancora tanto lucidi.
Un'altra domanda mi ronza in testa dal pranzo con Irene, più egoista e per niente pertinente, forse anche immorale se chiesta adesso.
Ma, maledizione, devo sapere e non mi capiterà mai più di averla cosi sincera e aperta.
La fiamma che mi anima sembra spingere fuori quella domanda.
<< Hai mai amato?>>
Sgrana gli occhi bruni.
Certo, ammetto sia strano chiedere qualcosa di simile in questa situazione, dopo questi discorsi, con la mia mano che, immobile, le scalda la guancia, il mio braccio che la stringe stretta e i nostri volti vicini che si guardano.
Forse sto esagerando. Non posso alimentare il fuoco.
Già è un miracolo che io riesca a starle così vicino senza metterla in pericolo.
Non voglio trasformarmi in un mostro davanti a lei, ma ho bisogno di sapere.
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La Meraviglia Di Fiore
Fanfiction"Quando la vedo entrare strabuzzo gli occhi. Per tutti i cieli se è bella. È bionda, capelli lunghi, più o meno della mia statura, è formosa al punto giusto e nei punti giusti... Mi avvicino di più. Cosa avevo detto prima degli occhi marroni? Mi...