Fato.

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È tutto tremendamente surreale, l'averla qui, stringerla in questo modo, pensare sia solo una persona di cui ho egoisticamente bisogno e poi credere che morirei per lei, per noi.
Un noi che non esiste.
Sono ancora più confuso di prima.
Cosa dovrei fare?
Ecco la vera domanda.
Cosa dovrei fare?
Stringerla più forte sarebbe giusto?
Sento che sia maledettamente giusto, si.
O dovrei dare retta, invece, alla parte razionale di me? Dovrei allontanarla?
Si, forse è la cosa migliore.
Perché sembra tutto corretto?
Lei cosa vorrebbe che facessi?
Se io non riesco a decidermi, perché non può farlo lei per entrambi?
Se si scansa entro qualche secondo avrà vinto la ragione.
Se resta stretta al mio petto, allora, la stringerò così forte da non permetterle mai più di allontanarsi.
Il fuoco può anche divorare entrambi, non mi interessa.
Cosa farà?
Mi batte forte il cuore.
Riesce a sentirlo lei?
Decidi in fretta Lucy.
Cosa vuoi che faccia?
Resti o te ne vai?
Cosa farai?
Tengo gli occhi serrati. Ho paura. Ma di cosa poi? Ho scelto io questa soluzione. Lei neanche lo sa di cosa sarà responsabile.
Lucy...
Ti prego...
Ti prego restami addosso!
Sento il peso del suo corpo diminuire.
Cos'è questo freddo?
Si è scansata.
Apro gli occhi.
Allargo le braccia per permetterle di levarsi del tutto.
Mi...mi fa male il petto. Sento il cuore vuoto.
Se ci tirassi una monetina farebbe lo stesso effetto di un pozzo svuotato.
Non riesco a muovermi.
Quindi è così?
Ho giocato con il fato per poi pregare di avere la risposta che desideravo e sono stato punito.
Ci sono tante stelle questa notte.
<< Stai bene?>>
Il suo viso mi appare davanti come in un sogno.
Ho rinunciato a lei, per il momento.
<< Ei? Rispondimi.>>
Si sta forse preoccupando?
Forse sarebbe peggio se riuscisse a leggere i miei pensieri.
Dai idiota. Riprenditi.
Non esserti lasciato andare ora non significa che non avrai più alcuna possibilità.
Infondo è meglio così, no?
Un sentimento nato dal nulla che si manifesta solo quando ti è vicina, quanto può essere forte e veritiero?
Per queste cose ci vuole tempo.
Maledizione.
<< Natsu?>>
Chiudo gli occhi e sospiro.
Forza.
Che io sia dannato.
Riapro gli occhi e mi sforzo di sorriderle.
<< Sto bene, scusa.>> Mi tiro su puntando il gomito destro sulla terra e facendo così girare il mio busto in quella stessa direzione, proprio dove lei è inginocchiata.
Di nuovo i nostri volti sono a pochi centimetri di distanza.
Maledizione.
Tutto intorno sembra sfocato, non riconosco nemmeno più le forme degli alberi, non sento nemmeno più i rumori soliti della natura.
Sento e vedo solo lei.
Lei che...ma sono lacrime quelle agli angoli degli occhi?
Deve essersi messa molta paura. Cadere da quell'altezza deve averla terrorizzata.
Mi sento proprio un idiota.
Con il braccio che non poggia a terra le circondo la testa. << Vieni qui.>> Lascio la mia mano infiltrarsi tra i suoi capelli biondi e la faccio poggiare al mio petto.
Scoppia a piangere più forte.
Lucy...
Come ho potuto pensare di lasciarla sola su quell'albero?
<< Ho avuto paura!>>
Ricevo un pugno sul torace. Incasso, non posso fare altrimenti.
<< Mi hai lasciata sola...>>
Mi colpisce ancora, solo meno forte di prima.
<< Mi dispiace, Luce, mi dispiace tanto.>> Lascio le mie dita intricarsi maggiormente ai fili lucenti dei suoi capelli.
Ho di nuovo il cuore pieno.
Le fiamme bruciano, ma non mi fanno più così tanta paura, forse perché ora so cosa devo fare.
<< Poi tu...tu non mi rispondevi.>> Singhiozza nuovamente.
Io...
Si è spaventata anche per me. Allora era veramente preoccupazione quella nella sua voce.
Oh piccola Lucy.
<< Perdonami.>> Sussurro premendo la mia guancia sulla sua testa.
Però ora è proprio il momento di andare o non riuscirò a prestare fede alla mia decisione.
Con riluttanza faccio scivolare la mano dalla testa alla spalla e la allontano. Sembra ci sia rimasta almeno un po' male.
<< Do...dovremmo andare, ora.>> Giustifico il mio gesto prima di rimettermi in piedi.
Dannazione, mi fa male tutto.
Mentre inizio ad incamminarmi sento anche i suoi passi che mi raggiungono.
Camminiamo in silenzio fino alla porta della mia stanza, lei sempre un passo dietro a me.
È strano averla in silenzio così vicina, ma non è affatto male.
Non sono mai stato il tipo che si sente a disagio nel silenzio, anzi, delle volte lo preferisco al non aver niente di interessante da dire, ma questo è quasi confortante.
Sono fermo qui davanti da qualche secondo.
È ora della verità.
<< Dormi con me?>>
Cosa? No!
Non era così che dovevo formulare la domanda!
<< Cioè, scusami, volevo sapere se saresti rimasta a dormire in camera come l'altra notte.>> Mi correggo velocemente, era già diventata rossa.
Ora ha ripreso un colorito normale.
<< Si, resto con te.>>
Sorrido aprendo la porta e facendola passare per prima.
Chissà Irene in quale stanza è...
Mi interessa sul serio? Perché me lo sto domandando?
Maledizione, che idiota.
Mando prima lei a darsi una sciacquata, tanto ormai qui ha i suoi asciugamani e le ho fatto portare anche diversi cambi.
Chissà Juvia cosa ha scelto per lei.
Sono un po' curioso di sapere cosa indosserà per la notte.
Sistemo un cuscino su un bracciolo del divano, prendo anche una coperta, anche se sicuramente non la userò.
Nel silenzio sento l'acqua della doccia scorrere e, maledetto me, non posso fare a meno di immaginarmela sotto il getto bollente, avvolta dal vapore, i capelli bagnati che le si appiccicano sulla schiena, le spalle e ai lati del viso magari.
Senza riflettere mi avvicino alla porta che ci divide in due diverse stanze e poggio il palmo su di essa.
Chiudo gli occhi e ascolto.
È bello essere un drago dai sensi iper sviluppati. Sento perfettamente le gocce che si infrangono sul suo corpo nudo, quelle che le scivolano addosso, sento le sue mani accarezzarsi il sapone sulla pelle candida.
Ha appena sospirato, si starà rilassando.
Maledetto me.
Se avessi le palle entrerei e...
E cosa? Farei qualcosa che non vorrebbe mai?
Dannazione.
Che stupido.
Sbuffo e mi allontano per sedermi sul letto e guardare fuori dalla finestra.
Però potrei...
No, non mi farò trovare nudo nella vasca solo per infastidirla e per vederla arrossire a disagio. Anche se ammetto sarebbe divertente.
Per ora ho un altro dilemma che mi gira per la testa.
Sarà un bene lasciarla dormire nella mia stanza dopo la fatica che ho fatto a mantenere il controllo?
L'acqua ha smesso di scorrere. Sta uscendo dalla doccia.
Riesco a sentire la carezza che l'accappatoio lascia sulla sua pelle per asciugarla.
Deglutisco forse con troppa fatica.
Sono pessimo.
Devo concentrarmi su altro.
Ma su cosa?
La stanza è deserta e silenziosa.
Fuori dalla finestra ci sarà qualcosa no?
Mi alzo e vado ad affacciarmi.
Quello è Gajeel? Che ci fa in cortile?
Ma quella è Levy!
Stanno parlando.
Beh, lei sta parlando, lui sembra un idiota impacciato.
Mi viene da ridere.
Cosa si stanno dicendo?
<< Grazie per il libro che mi hai regalato, è veramente appassionante.>>
Cosa? Lui le ha regalato un libro?
Gajeel?
Questa è bella.
<< Natsu...?>>
Mi volto al suono di quella voce troppo timida per essere della stessa maga che solo qualche giorno fa è entrata a fare parte della mia vita.
Dannazione...
Juvia ha esagerato.
Decisamente.
Anche lei non sembra essere del tutto a proprio agio con quella vestaglia addosso. Ma le sta d'incanto.
Il rosa le sta molto bene. Le da quell'aria innocente che...
Ah ma basta.
Ma perché ogni cosa deve mettere alla prova la mia integrità morale?
Distolgo lo sguardo tornando alla finestra.
Anche Gajeel e Levy sono andati via.
E io sono qua da solo con Lucy e questo pezzo di raso che la copre a malapena fino all'inizio della coscia, poco sotto i glutei, dove si conclude con un merletto trasparente di seta. Lo stesso ricamo, con lo stesso tessuto, è presente sulle coppe del seno lasciandolo quasi completamente visibile.
Fortunatamente Lucy ha avuto l'intelligenza di tenere il reggiseno. Se fosse stata senza forse sarei morto.
<< Credo che Juvia abbia esagerato.>>
No non posso voltarmi nuovamente a guardarla. Deve sbrigarsi a mettersi sotto le coperte.
Però...ora non sento più lo scalpitio del fuoco. Come mai?
<< Ma nemmeno mi guardi? Insomma, da come parlava oggi a tavola Irene sei uno abituato alla compagnia femminile.>>
Il suo tono è canzonatorio e la capisco benissimo. Devo esserle sembrato proprio ridicolo.
Dai, Natsu, infondo non è la prima volta, hai visto donne nude e hai visto Irene con cose ben peggiori che la coprivano.
Mi volto, ma non appena torno a guardarla mi ricordo del perché con lei fosse diverso. Le altre se le guardavo poi potevo averle, il desiderio poi si affievoliva anche per questo.
Che poi, le altre. Come se ne avessi avute a migliaia.
<< Irene parla non sapendo che le uniche con cui sono andato a letto sono lei e Lisana. >> Sbuffo sforzandomi di guardare altrove.
No non ci riesco proprio.
È troppo.
Afferro la coperta sul divano e gliela porgo, senza guardarla. La prende subito e la usa per coprirsi.
<< Lisana è la ragazza con il quale mi hai mostrato come dovremmo essere, vero?>>
Finalmente posso tornare a guardarla senza imbarazzo o pensieri poco puri.
<< Si.>>
Mi ero quasi dimenticato di quell'episodio.
Malediziine. Che idiota sono stato, tornassi indietro non lo rifarei.
<< A proposito, volevo chiederti scusa, per non annoiarmi ho cercato di provocarti, pensavo fosse divertente vedere le tue reazioni.>> mi gratto la nuca in imbarazzo.
<< Ti direi che dovresti chiedere scusa a Lisana, ma non mi sembra le sia dispiaciuto.>> Afferma avviandosi verso il letto, con disinvoltura.
Sorrido divertito.
Sono una brutta persona?

La Meraviglia Di FioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora