Quando la vita ti ferma.

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Eravamo nel posto in cui, fin da piccoli, ci piaceva passare il tempo a chiacchierare lontano da tutti.
Il tetto.
Avevamo sempre detto fosse un posto scontato, ma era per questo che c'eravamo andati la prima volta e che poi ne avevamo fatto un'abitudine.
Quando ci chiedevamo quale fosse il posto migliore per parlare e stare soli, Happy, dopo giorni, sbuffando disse che tutti andavano sul tetto, quindi era il posto perfetto. Così fu.
Sospiro sempre pensando a lui.
Maledizione.
Questo posto me lo ricorda troppo. Era lui che volando, i primi tempi, ci portava su, poi dimmo di voler personalizzare la salita, ognuno con la sua particolarità. Gray si faceva una scala di ghiaccio, Erza si faceva comparire delle ali d'angelo dietro la schiena, Happy volava come faceva sempre e io...all'inizio mi arrampicavo, dato che il drago non era ancora venuto completamente fuori, ma anche più avanti, quando avrei potuto, non mi feci mai spuntare le ali per salire, decisi di allenarmi con la magia e di far divampare il fuoco sotto i miei piedi per spingermi in alto.
Dannazione, mi manca terribilmente Happy, con quel suo muso dolce e furbo...volle seguirmi a tutti i costi in guerra.
Non è giusto morire per un'amicizia.
Non è giusto che sia morto lui e non io.
<< Da quanto non venivamo qua su?>> Fortunatamente Gray ruppe il flusso malinconico dei miei pensieri.
<< Dai, non è passato così tanto tempo.>> Erza cerca di essere allegra, ma si capisce benissimo che non lo è affatto.
<< Saranno un paio di mesi.>> Affermo buttandomi all'indietro e poggiando le mani sotto la testa per farmi da cuscino.
Passiamo dei secondi in totale silenzio.
Forse uno o due minuti in realtà.
<< Quando vuoi...puoi...>> Si azzarda a parlare il moro, rivolto alla maga.
<< È che non so davvero come... è tutto così complicato.>> Rifugia il volto nelle mani.
La guardo dalla mia posizione e provo compassione per lei, sempre così forte e sincera...ora ridotta ad una ragazza incapace di parlare dei suoi sentimenti e delle sue preoccupazioni. Vorrei darle la mia forza, anche se non so quanta me ne sia rimasta.
<< Insieme alla draga Belserion, questa mattina è arrivato anche questo mago...che...>> Si interrompe.
Gray la incoraggia a continuare mettendogli una mano sulla spalla.
La voce di lei è ancora ovattata dalla gabbia di mani ma rende chiara ogni parola, forse per non volerla ripetere mai più. << Lo conosco da anni. La prima metà della mia infanzia l'ho vissuta con lui, eravamo entrambi orfani e vivevamo per strada, con altri bambini, come se fossimo una famiglia.>>
Solo adesso mi rendo conto di quante cose non sapessi della vita di Erza.
Perché non ci aveva mai raccontato nulla? Non eravamo come fratelli?
Gray ci aveva messo al corrente della sua storia travagliata, la mia loro l'avevano abbastanza vissuta... ma lei a noi non aveva mai detto nulla.
Guardo le nuvole.
<< La guerra si faceva sempre più vicina ai centri abitati e iniziava a circolare la voce che molti draghi prendevano i maghi più forti o particolari come trofei.>>
Vidi Gray stringere il pugno sui propri pantaloni.
Quanto aveva scavato loro nel profondo questo dolore?
Io cosa ne potevo sapere?
Forse è per questo che il mago di ghiaccio ha avuto quell'uscita nella stalla. Forse delle volte ci rimugina più che altre e allora ha bisogno di esternare ciò che ha sempre finto di accettare con filosofia.
Ora so che non voleva farla pesare a me, ma farla pesare in generale.
Sono più tranquillo.
<< Ero particolarmente legata a quel bambino, ma sparì improvvisamente, passai giorni a cercarlo, a chiedere di lui in giro e a pregare che non fosse morto o stato preso da qualche drago...>> Singhiozza e si libera il volto dalle mani per asciugarsi le lacrime ed il naso con il dorso.
Mi tiro su tornando seduto con le gambe incrociate e, mentre Gray teneva una mano sulla sua gamba per confortarla di tanto in tanto, io la presi sottobraccio. Mi sorrise.
<< Dopo un mese si ripresentó davanti a me ma non lo riconoscevo più, si era incattivito, era diventato egoista e, se prima riusciva a rimediare del cibo e lo condivideva con tutti, iniziò a tenerselo solo per se. Dopo una decina di giorni dal suo ritorno, venimmo tutti catturati, tutti i nostri amici uccisi, tranne noi due, a lui non torsero un capello, mentre io fui venduta a tuo padre. Ricordo la sua faccia colpevole. Lui ci aveva venduti.>>
Erza scoppia nuovamente a piangere. Io e Gray non possiamo fare a meno di stringerci a lei in un abbraccio che sa di inutile consolazione.
<< Mi ero ripromessa che avrei vissuto la mia vita senza più pensarlo e ci stavo riuscendo.>> quasi urla per via dell'odio provato verso se stessa.
Si aspetta sempre troppo dalla sua persona, Erza è fatta così. Si aspettava di non soffrire più per il passato, di dimenticare le bruttezze della sua vita, di dimenticare chi le aveva fatto del male, ma non c'era riuscita e se ne faceva una colpa. Le era crollato il mondo addosso oggi, aveva scoperto di non essere poi così tanto forte.
<< È normale aver avuto un crollo nel rivederlo.>> La giustifica Gray.
Già... è normale.
Quello che non è normale è tutta questa storia.
Fin da quando era piccolo...questo mago da che parte sta?
Perché vendere i suoi compagni? Perché crescendo è diventato un sicario che uccide draghi per altri draghi?
Che razza di persona è?
Più avanti parlerò di questo ad Erza, ora non mi pare il caso.
<< Qui dopo anni ho finalmente capito che posso aprire gli occhi e guardarmi intorno, che la vita può andare avanti, che comunque il mondo continua a girare e che le cose del passato restano nel passato, le amicizie finite, i piccoli e ingenui amori che non nasceranno mai, le gioie più grandi e i dolori più immensi che si condividono con ogni persona al tuo fianco...ma poi l'ho rivisto...ho sentito nuovamente quell'odio salirmi come l'abile che brucia lo stomaco...il rancore...la malinconia...la delusione...mi sono sentita nuovamente come quella bambina ingannata dal suo migliore amico.>>
Non so che dire. Non so come consolarla. Posso solo stringerla più forte.
Solo adesso riesco a guardare il mondo per quello che è, grazie ad Erza e alle sue parole, solo ora mi rendo conto che noi esseri umani siamo niente in confronto alla filosofia di questo. Possiamo rimanere persi, in silenzio, a guardarlo continuare andare avanti, girare deciso per la sua strada e ti trascina e tu puoi solo stare al passo.
Non si ferma mai un solo istante e noi con lui, ma arriva quel momento in cui, forse per divertimento o cattiveria, la vita decide di farti fermare e ti costringe a guardare indietro. Può essere una voce, un odore, un sapore, un luogo, una persona...la vita può trovare come mandarti in confusione. Dannazione.
E non importa se la notte insegue il giorno e viceversa fino all'eternità...tu resti fermo lì a maledirti perché credevi di essere andato sempre a passo con il mondo. Ed il giorno verrà sempre, ma forse tu non sarai pronto ad accoglierlo, questa volta.
<< Non sei più quella bambina, Erza, sei una donna ormai, sei una persona meravigliosa, circondata da gente che ti vuole bene e che, parlo anche a nome di Natsu, morirebbe per te.>> La consola Gray.
Non sono del tutto d'accordo.
<< E poi anche fosse va bene se ti sei sentita come all'ora, significa che non avevi mai veramente superato quell'accaduto, facevi solo finta, ti nascondevi dietro il non pensarci più, la vita ti ha fatto capire che devi affrontarlo una volta per tutte, a testa alta e sappiamo tutti che puoi farlo, tu puoi tutto. Maledizione, tu sei la maga Erza. Credo non sia mai esistita maga più forte di te. >> Le scuoto un po' il braccio che tengo stretto.
Guarda sia me che Gray e ci sorride annuendo convinta.
Affronterà la situazione?
Comunque sia io e lui le staremo sempre accanto.
<< Non so cosa farei senza di voi.>> Sospira rilassandosi.
<< Il panico, Erza. Mi hai distrutto la cucina.>> La prendo in giro per sdrammatizzare.
Scoppia a ridere e scuote la testa imbarazzata. << Non volevo.>>
<< Avrà traumatizzato anche Lucy.>> Dice Gray.
Lucy...
Giusto, era lì. Cosa avrà pensato riguardo la scena?
<< Non l'ho vista quando siamo arrivati.>> Dico fingendo menefreghismo e mentendo spudoratamente.
<< È andata via non appena hai detto a Gray di mandare via tutti.>> Chiarisce la maga.
Non vuole proprio vedermi più del necessario.
Sono pochi giorni, ma questi alti e bassi mi destabilizzano parecchio.
Andrà avanti così per quanto?
<< Non riesco proprio ad instaurare un rapporto, anche solo marginale, con lei.>> Mi lamento.
Percepisco il disagio di Gray. Vorrebbe parlare, lo sento.
<< Volevo chiederti scusa, per la brutta uscita di ieri.>> Sbotta.
<< Non preoccuparti, so che non era detta con cattiveria.>> Gli sorrido.
<< Il fatto è che non capisco come tu possa chiederti perché fa così...insomma non puoi cadere da un pero.>> Si spiega meglio e io trovo che abbia assolutamente ragione.
<< Forse devo essere più cauto. L'ho scossa anche con la storia di Lisana nella vasca.>> Alzo le spalle.
<< Quello non avresti proprio dovuto farlo.>> Si intromette a gamba tesa Erza.
<< Ma lo sai che il nostro drago è perennemente annoiato e in cerca di stimoli, è stata una ragazzata.>> Sdrammatizza Gray, o almeno ci prova.
Il moro si mette in piedi, le mani sui fianchi e lo sguardo al cielo, io e Erza lo guardiamo da seduti.
<< Non la chiamerei ragazzata, ha mandato un messaggio del tutto sbagliato.>> La rossa pare voglia rimproverare entrambi.
Sbuffo.
Le mie intenzioni erano nobili, non ho fatto nulla di grave.
<< Ma non stavamo parlando di Erza? Credo che la sua situazione sia peggiore della mia.>>
Gray scoppia a ridere della mia frase, Erza mi guarda indispettita e io forse un po' mi pento di aver parlato.
<< È pronto il pranzo!>>
È Juvia da sotto che ci chiama.
Gray è sempre teso quando c'è lei.
Ci sbrighiamo a scendere, forse per non dover rendere conto all'ultima mia frase.

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