Fortunatamente non chiese di più. Non avrei saputo che altro dirle, non volevo neanche parlarne, a dire il vero.
Stava in silenzio mentre mi guardava rifare, male, il letto. È una cosa che non ho mai fatto, ma non voglio chiederlo a lei, le ho promesso che non l'avrei trattata mai come una serva, né tantomeno mi va di chiamare qualcun altro e fargli vedere come tengo da conto Lucy.
<< Non si fa così.>>
La sento avvicinarsi a me, il tono è tranquillo, pacato, sembra quasi non sia neanche il suo.
Una volta arrivata al mio fianco mi leva dalle mani le coperte e le ripiega su se stesse ai piedi del letto.
<< Vai di la.>> Mi indica con la testa la parte opposta del materasso.
In silenzio faccio come dice lei, prendo solo il lenzuolo e seguo passo passo i suoi movimenti, devo tenere il ritmo deciso e veloce che ha lei, non sta affatto andando piano per insegnarmi. O la seguo o bene.
Che tipa.
<< Grazie.>> Sorrido soddisfatto guardando il letto in ordine.
<< È assurdo che tu non sappia rifarti il letto.>> Si dirige verso il divano e si lascia andare su di esso.
Noto che l'asciugamano che l'avvolge è leggermente ceduto sul petto.
Deglutisco. Respiro.
<< Non ho mai avuto la necessità di imparare.>> Lentamente mi avvicino a lei, cerco di capire se la infastidisca.
<< Sai almeno più di dieci modi per uccidere una persona, ma non sai rifarti il letto.>> Sembra una constatazione personale.
<< Devo essere un mostro ai tuoi occhi...>> Sospiro abbattuto sedendomi sul bracciolo del divano, non troppo vicino a lei.
<< Agli occhi di molti, direi.>> Ci tiene a precisare.
Mi ricorda il modo di fare di Erza.
Non so come colmare il silenzio che si è andato a creare. Preferisco guardare a terra e rimuginare su ciò che mi ha detto.
Non ho mai imparato a fare il letto perche non ne avevo mai sentito la necessità...ma quindi avevo la necessità di uccidere in svariati modi?
È surreale come un'azione semplice, di tutti i giorni, un gesto di vita quotidiana non mi sia stato necessario da imparare, ma togliere la vita si. Un gesto che mai nessuno dovrebbe imparare. Io ne conoscevo molti di gesti per quell'azione così spregevole e ingiusta.
<< A cosa stai pensando?>>
Mi sorprendo.
Davvero lei ha chiesto a me una cosa simile? Le interessa davvero?
Mi volto a guardarla e la vedo sinceramente incuriosita. Ma io non posso essere altrettanto sincero. O si?
Posso dirle la verità?
Si, almeno con lei voglio essere sincero, sempre, o quantomeno provarci. Se imposto questa convivenza sulla menzogna non ne usciremo vivi nessuno dei due e sarà deltutto inutile tenerla qui con me, così.
<< Che hai ragione. Che voglio cambiare la mia lista delle necessità. È anche per questo che da un anno mi sono ritirato dal campo, non combatto più da quando mi sono reso conto che ciò che odiavo stava prendendo il sopravvento sulla mia vita. Cose che non volevo fare erano diventate all'ordine del giorno per me e tutti si aspettavano io le facessi come se bevessi un bicchiere d'acqua. >>
Da curiosa si è fatta...sembra stupita.
Sembra riflettere sulle mie parole.
Perché ha cambiato nuovamente espressione? Ora sembra accigliata. Quasi infastidita. Ma da cosa? Ho di nuovo detto qualcosa di sbagliato?
<< Solo per questo ti sei ritirato? È un pensiero egoista, tirarsi indietro per non sentirsi in colpa e lasciare fare il lavoro sporco agli altri.>>
Già...
Neanche lei ha peli sulla lingua. Proprio come Erza.
Tatto zero.
Ma va bene così. Davvero.
<< Ci sono state altre motivazioni, ovviamente, ma non...non me la sento di parlarne ora, se vorrai prima o poi ne parleremo seriamente.>> Le sorrido.
Non mi arrendo, non posso farlo. Non con lei. Voglio farle capire davvero chi sono. Ho sempre desiderato qualcuno con cui poter essere me stesso fino in fondo, con cui non avere segreti, essere come un libro aperto, scoprirmi, svelarmi.
E voglio che sia lei. Deve essere lei.
L'unica persona in un mondo di spettri. L'unica viva in un mondo di morti putridi.
<< Cosa ti fa credere che io sia interessata a saperlo?>> Incrocia le braccia al petto, tornando sulla difensiva. Classico.
<< Infatti ho detto "se vorrai".>> Le faccio notare con garbo.
<< So già che non vorrò mai sapere di più su di te.>>
Sospiro divertito. Parlare con lei è come andare su un'altalena di emozioni. Prima ti dà da pensare, poi ti lascia cadere nello sconforto e poi ti riporta su lasciandoti modo di sorridere.
<< Perché sorridi? Dico sul serio.>>
Alza un sopracciglio.
Simulo un lento "no" con il movimento del capo e sorrido nuovamente.
Meglio lasciar cadere il discorso.
<< Dobbiamo renderti presentabile.>>
Cambio argomento.
<< Devi rendermi sottomessa.>> Mi corregge acidamente.
<< Non voglio che la gente ti veda...sottomessa.>> mi alzo dal bracciolo e mi volto per guardarla da in piedi, ora difronte a lei.
<< Solo ubbidiente.>> Fa una smorfia schifata.
Sorrido.
È proprio lei quello che cercavo.
<< Mmmh...diciamo più...>> Ci penso un po', tenendo pollice e indice sul mento.
<< Servizievole?>>
<< No...>>
<< Servile?>>
<< No, ti ho detto che devono capire che non sei una semplice serva.>>
Rimaniamo in silenzio a fissarci. Lei cerca nel mio viso ciò che voglio da lei, io penso ancora alla parola adatta.
<< Affezionata. No...Devota!>>
Ho trovato! Devota è la parola che cercavo, la definizione adatta.
<< Che cosa?! Io, devota a te?! Ma vorrai scherzare spero.>> Si alza in fretta dal divano arrivandomi difronte con irruenza. Il volto in una smorfia contrariata, gli occhi furenti che mi guardano con decisione e un temperamento che fa paura.
L'asciugamano è sempre meno stabile.
Deglutisco.
Se glielo faccio notare magari capisce che non ho fatto altro che guardarla, ma se non le dico nulla e poi magari le cade...
<< Cos'è? Ti sei cotto la lingua?>>
Qualcosa devo dirle...
Ok, basta non guardarla.
Mi volto per darle le spalle e cerco qualcosa da fare in giro per la stanza.
Allora...il letto è fatto...la colazione...l'uovo! Non avevo mangiato l'uovo ancora.
Dei, vi ringrazio.
Resto in piedi, prendo il piatto con una forchetta e inizio a mangiare.
<< Ma cosa stai facendo?! Perché ora mangi?!>>
Sento la sua mano sulla spalla che cerca di girarmi verso di se.
Mi sbrigo a finire la colazione, poso il piatto e mi lascio voltare.
Lo vedo quanto vorrebbe capire cosa mi sta prendendo in questo momento.
Ma cosa le dico?
Basta tornare al discorso iniziale no?
<< Devota è la definizione che vorrei ti descrivesse...con me.>>
Ha un senso questa frase? Perché in testa me l'ero immaginata diversa.
Si tira in dietro e incrocia le braccia sotto il petto.
Ma vuole scherzare?!
Ma non si rende conto del suo...vestiario praticamente nullo?
Dai sono patetico, cazzo.
Sono un sacrosanto drago, dovrei avere un temperamento fermo e non dovrei agitarmi o anche solo prestare così tanto attenzione a queste cose.
Comportati da uomo, Natsu.
Se hai ancora dell'orgoglio e del carattere, ora è il momento giusto per tirarlo fuori.
Non posso sembrare un rincoglionito davanti a lei, non mi prenderà mai sul serio.
Il temperamento dei draghi un cazzo dato che infondo siamo animali con istinti. Istinti che io tengo assopiti da tempo.
Chiudo gli occhi e sospiro. Lo faccio spesso, ma è l'unico modo che conosco per calmarmi e riprendere il controllo di me.
<< Se vogliamo continuare a parlarne dovrai metterti almeno una mia maglia addosso.>> Dico con voce stranamente ferma. Sono bravo a riprendermi. Anni di allenamento per evitare la trasformazione alla fine sono serviti a qualcosa.
Aggrotta le sopracciglia prima di spalancare gli occhi e voltarsi veloce per darmi le spalle.
<< Sei uno schifoso...>>
Ecco, appunto. Proprio la reazione che volevo evitare.
<< Ecco lo sapevo! Ora sono io lo schifoso.>> Sbuffo allargando le braccia. Sono esasperato.
<< Non voglio mettermi nulla di tuo.>>
Sembra abbia preso la sua decisione e ormai so quanto può essere irremovibile.
<< Allora continueremo a parlare quando ti avranno portato il cambio. Ti lascio sola.>>
Esco in fretta dalla stanza e mi chiudo la porta alle spalle. Mi poggio con la schiena sul legno levigato e qualche rilievo mi puntella sul corpo e mi crea un quasi piacevole dolore.
E anche qui ne sono uscito vivo.
Potrò metterlo sulla mia lapide?
"Sopravvissuto a..."
No, se mai scriveranno di me, pretendo si dica del mio valore in battaglie...domestiche. In guerra era più semplice.
Ok, ho bisogno di Gray.
Dove lo trovo ora?
Inizio a camminare per il corridoio.
Tutti quelli che passano mi salutano con un sorriso.
Incredibile che dentro questa casa ci siano più maghi che draghi e ancora siamo noi i padroni.
Esco in cortile e mi dirigo nelle stalle. Solitamente a quest'ora dovrebbe stare accudendo i cavalli.
E infatti...
Ah, c'è anche Erza.
Che culo.
Prepariamoci alla doccia fredda.
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La Meraviglia Di Fiore
Fanfiction"Quando la vedo entrare strabuzzo gli occhi. Per tutti i cieli se è bella. È bionda, capelli lunghi, più o meno della mia statura, è formosa al punto giusto e nei punti giusti... Mi avvicino di più. Cosa avevo detto prima degli occhi marroni? Mi...