LUCY.
Tutto questo è ridicolo. È assurdo.
È ovvio che lei non gli dica di no! Come potrebbe farlo se teme le conseguenze?
Eppure però era sempre stato così...premuroso? Le aveva sempre chiesto il permesso e se a lei andasse. Lei poteva dire di no.
Ma che sto dicendo?!
Non è una donna libera in grado di poter decidere.
Non me ne vado per non dargliela vinta ma non mi volterò mai a guardare quella scena raccapricciante. E lui sarebbe quello diverso?
Cosa vuole dimostrarmi? Di certo non che posso fidarmi.
Aggrotto le sopracciglia appena sento il rumore dell'acqua in movimento.
Sono sconvolta, davvero. Ma non sanno cosa sia il senso del pudore?
<< Natsu...>>
Lo chiama anche per nome ora?
Sbuffo.
<< Ha un buon profumo, vero?>>
Ma cosa stanno facendo per la precisione?
<< Una fragranza buonissima.>> Le sento dire.
<< L'ha scelta Juvia, io non avrei saputo trovarla.>>
Volto piano il capo, la curiosità mi sta divorando dall'interno.
<< No, a te non è mai interessato molto di queste cose.>>
È stato un risolino quello?
Lei sembra essere così a suo agio...quando prima gli vada del "lei".
Non resisto.
Mi volto.
Da quello che posso vedere la posizione non è cambiata molto, tranne che lei ora è voltata verso di lui e tiene in mano un piccolo scrigno di metallo, sembra argento e sembra decorato...
Stanno annusando il suo contenuto.
Ad un tratto i suoi occhi si spostano su di me.
Perché guarda me?
Cosa vuole da me?
Io non sarò mai come lei.
No. No e no.
Assolutamente mai.
Non dovessi più trovare le mie chiavi.
Torna con l'attenzione alla ragazza nella vasca e con un sorriso le chiude la scatola d'argento nelle mani, invitandola ad accettare il suo regalo.
<< Grazie, Li, ora puoi andare.>>
Il suo tono è così ridicolmente dolce mentre le da un bacio sulla fronte.
La maga si limita ad annuire...felice?
Resto scioccata da quella scena. Lui ha dato, senza pretendere nulla in cambio.
Non vuole chiederle di più? Ma che storia è questa?
No, per lui è sicuramente solo un gioco.
Sono schifata.
<< A domani, buonanotte, grazie ancora.>> Le sorride dolce, le fa un baciamano e l'aiuta ad uscire dalla vasca e a riprendere i vestiti da terra.
<< Lei viene con me?>> Chiede al giovane, senza neanche guardarmi.
Che maleducata. Infondo stava parlando di me.
<< No, devo parlarle. Non preoccuparti.>>
È sempre così gentile con tutti? Perché non lo è con me?
La ragazza con i capelli bianchi fa un piccolo inchino e esce dalla stanza mente si veste di fretta. Neanche si è voltata a guardarmi per salutarmi.
Ma le sto antipatica? Ho cercato anche di aiutarla!
<< Mi dispiace se quello che hai visto ti ha infastidito, ma devi capire com'è che funziona.>>
Ritorno a guardarlo.
Ma fa sul serio? Sembra quasi lo faccia per carineria nei miei confronti.
Si alza dalla vasca, nudo, senza alcun pudore.
Che faccia tosta.
Mi sbrigo a voltarmi.
<< Prendimi un asciugamano, se non mi vuoi vedere.>> Sembra divertito.
Questo posso farlo.
Dove lo prendo?
Mi guardo in torno.
Però, che bella stanza. Sembra quasi di stare a casa.
Quanto mi manca...
Eccolo.
Lo prendo e glielo lancio.
<< Comunque non preoccuparti. A te non chiederò mai cose simili, se so che non sei d'accordo.>>
Sembra mi voglia rassicurare.
Ora che si è legato l'asciugamano in vita riesco anche a guardarlo.
<< Allora perché con lei non hai avuto questo riguardo?>> Chiedo con diffidenza.
<< Lisana è qui da un anno, è stata un regalo di mio padre e... abbiamo uno strano trascorso.>> Alza le spalle, come se volesse minimizzare qualcosa solo per non parlarne. Assurdo.
<< Del tipo?>> Chiedo aggrottando la fronte.
<< Prima stavamo molto più tempo insieme ed anche se mio padre l'aveva presa per quello scopo non me la sentivo di...usarla in quel modo. Più avanti non c'è stato possibile...rifiutarci.>> Fa un sorriso amareggiato.
<< Ma non voglio che pensi male di noi, prima avevamo davvero un forte legame. Se ci siamo allontanati e l'hai vista così in imbarazzo è colpa mia.>>
Sembra voglia proteggerla o giustificarla.
Si dirige verso il letto e si mette seduto sul bordo.
Non so se seguirlo.
<< Ho sentito molto parlare di tuo padre, Igneel, è così terribile come dicono?>>
Si ok mi avvicino. Ma non troppo.
<< Non si può spiegare uno come lui. Sarebbe tutto troppo poco. Puoi voltarti?>> Mi mostra i boxer e capisco ciò che deve fare.
È stato carino a farmelo presente. Ha visto che mi ha dato fastidio prima quindi ora evita. È gentile.
Faccio come mi ha chiesto.
<< È per questo che ti ho voluta qui ora. Devi capire come funziona prima che venga lui. Quelle come te non gli piacciono e se una cosa non gli piace lui se ne libera. Puoi guardarmi ora.>>
Quando mi giro lui ha già indossato intimo e un pantalone largo e lungo.
<< Se ti scoccia metto anche una maglietta.>>
Forse si è accorto che lo sto fissando in modo strano.
<< No, non preoccuparti.>> Scuoto la testa per riprendermi.
Ad essere bello è bello. Senza dubbio.
Ha quei capelli color ciliegio che...poi bagnati in quel modo...
Ok basta Lucy.
<< Comunque tu basta che capisci come devi comportarti, poi stando sempre con me non dovrai preoccuparti di nulla.>> Si avvicina a me.
<< Cosa intendi dire?>> Mi faccio indietro di un passo.
<< Che quello che ti ho mostrato non è propriamente come dovrebbe essere e non lo chiederei ne pretenderei mai da nessuna, figuriamoci da te. Voglio che tu sia te stessa, non voglio addomesticarti. Ho cercato per anni quell'odio negli occhi di chi mio padre portava in casa come trofeo.>> Si avvicina ancora di più mentre mi parla. Mi fissa negli occhi e io mi sento inchiodata. Non riesco a muovermi.
Ha gli occhi verdi...no...meglio, sono...
Lo sento accarezzarmi lo zigomo.
L'odio nei miei occhi?
Perché?
Non vuole cambiarmi? Non mi vuole come schiava?
<< Davanti agli altri, davanti a lui, dovrà essere diverso, ti prego. Non posso rischiare che ti faccia del male.>> Si allontana e mi dà le spalle.
Io sono sempre più interdetta.
Perché mi parla così?
<< Non mi fa paura.>> Ribatto tornando sicura di me.
<< Dovrebbe.>> Sembra quasi che se l'aspettasse quella mia risposta.
<< Se è così perché tu mi hai scelta? Potevi prenderne una che sarebbe andata a genio anche a lui.>> Mi lamento.
Perché mi lamento così?
<< E che senso avrebbe avuto? Ho scelto te perché a me non interessa nulla di chi comanda e di chi subisce. Non voglio avere al mio fianco qualcuno sempre pronto a dirmi si signore. Mi dà fastidio. Quel senso di resa, quel servilismo...che urto.>> Spalanca con nervosismo la finestra.
Rimango piacevolmente sorpresa dai suoi discorsi. Forse è vero che è diverso.
<< È divertente però sentirlo dire dal figlio di colui che ci ha resi schiavi e che, per di più, ne ha casa piena.>> Dico con ironia avvicinandomi a lui.
<< Lo so. Ma non posso certo ribellarmi a mio padre e al senato dei draghi. Danno retta tutti solo a lui.>> Sbuffa poggiando i gomiti al davanzale della finestra.
<< Beh, è il paladino, il vendicatore...>> Dico in tono scherzoso.
Si volta veloce, forse stupito dal mio cambio di atteggiamento.
Bah un po' lo sono anche io.
Allora, forse, gli altri maghi avevano ragione oggi quando parlavano bene del figlio di Igneel.
No. Se non ha la forza per ribellarsi a queste stupide regole è perché in fondo gli fanno comodo. È un vile.
È un drago.
Mi ritraggo.
Cosa stavo facendo? Neanche otto giorni e già abbasso la guardia e mi faccio incantare da belle parole?
No, Lucy. Concentrati.
Sono rettili schifosi, viscidi e subdoli. Sennò perché si trasformano per confondersi con gli umani?
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La Meraviglia Di Fiore
Fanfiction"Quando la vedo entrare strabuzzo gli occhi. Per tutti i cieli se è bella. È bionda, capelli lunghi, più o meno della mia statura, è formosa al punto giusto e nei punti giusti... Mi avvicino di più. Cosa avevo detto prima degli occhi marroni? Mi...