Vicini

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<< Mi stai scottando.>>
Cosa?
No...
Sembro svegliarmi da un sogno.
Finalmente prendo coscienza di me e del mio corpo.
Merda sto andando a fuoco!
Lucy...
Succede tutto molto in fretta, la realizzazione, il mio spingerla via...sarà passato un secondo, anche meno.
La forza con cui l'ho spinta la fa indietreggiare di molto, ma fortunatamente non cadere.
Sono io, idiota come pochi, sono io a buttarmi a terra, in ginocchio.
Ma che stavo facendo?!
Dannazione!
Non posso perdere così il controllo!
Ho rischiato di...merda ho rischiato di ucciderla.
Perché perdo così la ragione con lei?
Merda non è giusto!
Sbatto i pugni a terra.
Riprendi la calma Natsu.
Trattieniti accidenti!
Sto sudando.
La fiamma non si placa, la sento ancora scalpitare. Sembra imprecarmi addosso, sembra avercela con me, come se le avessi strappato qualcosa di vitale.
Devo dire a Lucy di allontanarsi...ma dannazione non riesco a parlare, ho i denti serrati per lo sforzo.
<< Lu...Vai...via.>>
Mi avrà capito?
<< Natsu...cosa sta succedendo?>>
La fiamma sembra reagire al suono della sua preoccupazione.
<< Allontanati.>>
La cerco per vedere se mi ha dato retta e con piacere scopro che per una volta l'ha fatto, portando con se anche il cavallo.
Mi devo solo lasciare andare adesso.
Maledizione è più facile a dirsi che a farsi.
Rilassa la mascella, apri i pugni, abbassa le spalle.
<< Aaaaaaaah>>
Il mio urlo liberatorio non sembra neanche provenire da me, bensì dalla cosa che mi dimora dentro.
La fiamma divampa tutta intorno a me, come un esplosione sembra uscirmi da dentro e cercare sfogo fuori, va addirittura verso l'alto.
Lucy...
Oh Lucy spero tu non abbia visto questo spettacolo ripugnante.
Le braccia sono larghe ai miei lati, i pugni nuovamente stretti, la testa all'indietro mi fa tendere il collo, sento la vena su di esso pulsare da far male. Tutti i muscoli sono tesi.
Sembra io stia venendo dilaniato da dentro.
<< Natsu!>>
No...no vai via.
Sento le sue braccia in torno al collo e il peso del suo corpo sul mio, come si getta una coperta su un fuoco che deve essere spento.
Così si brucerà.
<< Lucy va via!>>
Anche mi desse retta ora sarebbe troppo tardi, il fuoco la divorerebbe entro pochi secondi.
Ma la sua stretta non demorde.
Non la sto uccidendo.
<< No!  Non posso...lasciarti da solo.>>
Più percepisco il suo peso su di me e più sembro riprendere il controllo.
O forse non sono io a decidere, è la fiamma a sopirsi percependola.
Ora riesco anche a sentirla singhiozzare.
Poco a poco sento il fuoco riprendere il suo posto, dentro di me. Le sue braccia sono ancora salde intorno al mio collo.
Lucy...
Vorrei parlarle ma sono totalmente stremato.
Vorrei...

Per gli dei...
La luce, che fastidio!
Devo...devo sforzarmi a riaprire gli occhi.
Maledizione.
<< Natsu!>>
Mamma?
<< Ti sei svegliato.>>
No. Non può essere lei.
Ma dove sono?
Se mi guardo intorno vedo fronde di alberi e...Lucy?
La voce preoccupata era la sua?
Strizzo gli occhi con le mani a pugno per riuscire a mettere meglio a fuoco ciò che mi circonda.
È qui, sopra il mio viso che mi guarda con occhi lucidi.
Cerco di tirarmi su facendo forza con i gomiti a terra.
Dannazione è la cosa più faticosa che abbia mai fatto.
Sono tutto un dolore.
<< Non sforzarti.>>
Chiudendo gli occhi per sospirare mi torna alla mente tutto quello che è accaduto prima che perdessi i sensi.
Stavo per baciarla.
Poi ho rischiato di bruciarla.
Ho rischiato di dare fuoco all'intera foresta.
Poi lei...
<< Lucy...mi spieghi cosa ti è saltato in mente?! Potevo ucciderti!>>
La rimprovero, non senza fatica nel parlare.
Ispira forte l'aria dalla bocca prima di gonfiare le guance e mettere il broncio.
<< Ma non l'hai fatto.>> Ribatté.
<< Siamo solo stati fortunati, non potevi saperlo!>>
La sua incoscienza mi ha fatto davvero innervosire.
<< Si invece! Me l'hai detto tu, la tua fiamma non fa del male, a meno che tu non le indichi un nemico.>> Abbassa lo sguardo, sembra essersi fatta timida, gioca distrattamente con le dita. << E tu...tu non mi vedi come un nemico, vero?>> Bofonchia quasi sperando di non essere udita.
Colpito e affondato.
Maledizione vorrei ancora gridarle contro che è una stupida, un incosciente, che mi ha fatto perdere millenni di vita con quel gesto sconsiderato. Ma come faccio se si comporta così?
Avrà detto più volte il mio nome oggi che da quando è nella mia vita, si è preoccupata per me a costo di rischiare le fiamme...e ora sembra quasi intimidita dalla situazione, cosa che da lei non mi sarei mai aspettato.
<< Non sarai mai mia nemica, Lucy.>>
Allungo il braccio e porto la mano sulla sua guancia per accarezzarla, le tiro poi dietro l'orecchio i capelli e lascio scivolare la presa leggera delle mie dita su una sua ciocca bionda.
Ho bisogno di sentirla più vicino.
La afferro gentilmente per la spalla e le faccio intendere che la voglio avvicinare di più a me. Mi guarda con quei dannati occhi lucidi di confusione e dubbio.
Lo so che si sta chiedendo se è la cosa giusta. So anche che probabilmente in un'altra occasione mi avrebbe respinto bruscamente. Forse mi sto approfittando della sua gentile preoccupazione.
La stringo finalmente al mio petto.
Riesco anche a metterla seduta sulle mie gambe mentre affondo il volto tra i suoi capelli d'orati.
Stranamente resta in silenzio a lasciarsi cullare.
Mentre prendo l'ennesimo profondo respiro mi torna in mente il motivo per il quale siamo in questo bosco.
Di malavoglia la allontano, ma non troppo, porto le mie mani ai lati del suo viso per farmi guardare e le sorrido.
<< Sei pronta per la sorpresa?>>
<< Come se ci fossero mancate emozioni forti di recente.>> Sbuffa.
Scoppio a ridere lasciandola andare completamente.
So perfettamente che non saremmo mai stati più vicini di così, che averla tra le braccia è un lusso che non mi sarei mai potuto permettere di nuovo, ecco perché lasciarla andare mi è costato tanto, una nuova voragine si apre nel punto in cui la sua testa era poggiata su di me, creata dalla sensazione perduta del suo tocco.
Chissà se avrò mai più il privilegio di stringerti, Lucy, chissà se mai mi sarà concesso di sentirmi meritevole di una tale fortuna.
Si mette in piedi prima di me e, stupendomi nuovamente, allunga il braccio nella mia direzione.
Non mi serve un aiuto, ma voglio farle capire che io di lei mi fido ciecamente, così afferro la sua mano e mi tiro su.
Non lascio la presa, probabilmente questa volta la sorprendo io con questo gesto, mi incammino verso Liberiseo e con la mano libera prendo le redini.
Restiamo in silenzio, forse perché non ci sono parole che potrebbero stare bene in questa situazione. Neanche sforzandomi ne trovo qualcuna adatta.
Che dovrei dirle? "Mi dispiace di averti quasi dato fuoco"? "A proposito di prima, lo rifarei, peccato per le fiamme".
No, è tutto troppo stupido.
<< Come stai?>>
Il mio sguardo corre su di lei, intenta a guardare dove mette i piedi e mai me.
Questa era un'ottima domanda.
Come sto?
Non lo so come sto.
Strano.
<< Strano.>>
L'ho detto davvero?
Mi prenderà per un coglione.
<< Più nello specifico?>> Sorride.
Sorride?
Merda, sta sorridendo davvero...
Ma che mi prende?!
Non posso rimanere imbambolato come un cretino.
Ho la faccia che mi va a fuoco, sta volta non davvero.
<< Ho avuto il terrore di perderti a causa mia, a causa di ciò che sono e che tu disprezzi. Non me lo sarei perdonato mai, ma nonostante la paura io...>>
Stavo pensando a come risponderle quando la sua mano si divincola dalla presa e lei fa per correre avanti fermandosi all'ultima fila di alberi che circonda la radura, poggia la mano sul tronco più vicino e si porta l'altra alla bocca.
Quando si volta verso di me i suoi occhi sono spalancati e luccicanti di stupore.
<< Quello...quello è un grifone...?!>>
Addio alla risposta che si aspettava da me.

La Meraviglia Di FioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora