Cosa sto facendo ancora qui?
Non posso fermarmi adesso.
Non posso.
Anche se vedo solo buio e non mi riesco a calmare.
Perché me la sono presa tanto per la frase di Gray? Infondo può sembrare che io mi lamenti non rispettando il dolore di Lucy.
Però...io me la sono presa per la tranquillità con cui si è espresso riguardo un argomento così doloroso per me.
Di certo non le chiederò mai cosa ho fatto per farle del male, ne se del suo dolore io ho colpe. So già di avercele.
Dovrei farmi aiutare.
Secondo Erza dovrei andare da uno psicologo.
Cosa crede la gente? Che io possa mettere le mie lacrime e i miei dolori in una clessidra, così almeno hanno solo un tempo limitato?
La gente che parla a raffica di stronzate senza neanche provare a capire gli altri mi fa girare le palle e so che Gray non è così...allora perché?
Lui che sembra tanto forte, perché non mi dice cosa fare?
Ora che sto camminando a passo spedito, strano dato che non so neanche da che cazzo incominciare, verso il consolato, vorrei che qualcuno mi dica cosa fare.
Forse questa è solo una giusta punizione. Come quando Gajeel mi raccontò di essersi portato a letto una solo per farsi odiare. Io sono la ragazza in questione e sono sicuro che questa esperienza mi porterà solo ad odiare di più questa società fondata sul predominio di una razza.
Forse oggi perdo la vita se non mi trattengo dal gridare insulti.
Che poi lo so che finirò a piangermi addosso dopo aver tradito me stesso e i miei ideali.
"Sorridi pure quando piove e l'acqua ti schiaccia a terra".
Era l'augurio che mi diede Luxus prima di...
In quell'imboscata perdemmo un sacco di compagni.
Anche Happy...
Quel gatto blu era le mie ali, quando ancora non sapevo controllare la trasformazione.
Mi mancano.
Il drago Luxus era un folle, ma lo ammiravo per la sua potenza.
Lo conoscevo da quando ero piccolo, a mia madre non piaceva.
In testa ho solo un'altra vita ora, una che sembra passata, finita da un pezzo.
Ricordo che piangevo per la morte di Happy, con il suo piccolo corpo stretto tra le braccia e Luxus mi agitava per le spalle gridandomi che ormai era finita e dovevamo andare via.
Un attimo dopo, un esplosione e lui era molti metri più in là, in fin di vita.
La sua ultima frase, "Sorridi pure quando piove".
Finalmente sono arrivato all'uscita e nessuno mi ha visto.
Apro il cancello enorme che segna l'entrata nella tenuta Dragneel.
Camminare per le strade della città non sarebbe male, se solo non avessi tutti questi occhi addosso.
Vorrei mettermi un sacchetto in testa.
Si, sono il figlio di Igneel, quello a cui è morta la madre, traditrice della patria, da piccolo, quello che si è sempre tenuto distante dalla società dragonica e che ha abbandonato il campo di battaglia.
Si, sono quello che non avete mai visto trasformarsi.
Odio sentirmi osservato.
Voglio arrivare in fretta al senato, spiaccicare la lettera in faccia a quella gente e...e restare lì a scaldare il posto a mio padre.
Che rottura di coglioni.
Buio, vorrei solo buio.
No... però mi piacerebbe vedere il mare, sentire sulle labbra il gusto della salsedine e il corpo pieno di sale che pizzica fastidioso.
Domani andrò al mare. Fermerò per una giornata la mia vita, così magari vomiterò per liberarmi dalle tossitocine ingoiate in questo periodo.
Quella bambina che ci fa in strada da sola?
Ah no, si era solo allontanata dalla mamma.
Ok ora sta con lei, se l'è andata a riprendere.
Io dovrei essere quasi arrivato.
Effettivamente non è tanta la strada, non capisco perché mio padre vada sempre scortato.
<< Prego?>>
Vengo bloccato da un uomo possente davanti all'entrata della mia meta.
Beh ovviamente devo giustificare il mio ingresso.
Tiro fuori la lettera e gliela porgo.
Studia il sigillo in cera rossa.
<< Può entrare.>>
Quanto è duro e scontroso. Secondo me è di un'antipatia sconvolgente.
Non voglio nemmeno sapere come si chiama.
Annuisco per ringraziarlo e varco le porte dell'inferno...no scherzo...di quelle avrei meno paura, dannazione.
Non appena mi avvicino alla folla sento i bisbiglii farsi più forti, gli sguardi più pesanti.
Percepisco la loro tensione nel vedermi.
Un uomo, più anziano di altri, richiama tutti all'attenzione e ci invita ad entrare nella sala del senato, dove hanno luogo le solite assemblee.
I 100 senatori iniziano, con un gran baccano, a prendere ognuno il suo posto.
<< Ragazzo!>>
So che ce l'ha con me. Sono l'unico da poter chiare così qui.
Mi dirigo verso l'autorità massima, al pari di mio padre, colui che con una frase ha ristabilito l'ordine li dentro.
So chi è. Tutto il paese sa chi è.
Atlas, il secondo console.
<< Ho ricevuto la lettera di Igneel in cui mi prega di presentarti a dovere e indirizzarti in questa via piena di...serpi.>> ridacchia.
Cerco di darmi un tono.
<< Vi ringrazio per il vostro interesse per me.>>
Forse troppo duro.
<< Sei di poche parole, eh?>>
Mi poggia il suo braccio sulle spalle e mi scuote piano.
Ci tiene davvero ad essere così amichevole?
Potrei trovarlo viscido.
<< Vorrei poter prima osservare e capire...poi nel caso parlare ed esprimere giudizi.>> lo guardo risoluto.
Sembra stupito.
Ora sorride.
Bah.
<< Sei proprio figlio di Igneel. Mi piaci.>>
Sto per vomitare.
Vedremo se alla fine di questo periodo la penserà ancora così.
Mi spinge dentro la sala e mi indica le due sedute che ci spettano.
Altri mormorii seccanti si alzano dai posti in semicerchio, davanti a noi.
Non sono solo frasi di curiosità o stupore. Sono anche cattiverie.
Io non parlo. Giuro che non parlo.
Devo tenere a freno la lingua.
Però la loro biforcuta vorrei tagliarla.
<< Perché il figlio di Igneel è qui? >>
Una voce, più potente delle altre sovrasta il vocío.
<< Gli piacerà il potere.>> Mi schernisce un altro.
Io non parlo.
Perché Atlas non interviene?
<< Troppo facile dopo essersi ritirato come un codardo!>>
Come prego?
Stringo i pugni.
<< Difenditi da solo ragazzo, o non avranno mai rispetto per te.>> Mi sussurra all'orecchio l'uomo al mio fianco, un consiglio molto gradito.
Ok.
Si comincia.
<< Signori, vi prego. State davvero facendo una pessima figura.>> Sorrido. Piano piano stanno tacendo.
<< Devo ricordarmi di dire a mio padre che si è dimenticato di raccontarmi che razza di gente presiede il nostro paese. Eppure dai suoi racconti sembravate gentiluomini. Cosa c'è? La giovinezza vi spaventa? >>
Atlas trattiene una risata.
Spero che dal mio tono si riesca a capire il mio intento di prenderli in giro.
<< Lei, si, lei che mi ha dato del codardo. È mai stato in battaglia? Nella prima fila? Ha mai affrontato un mago mentre cercava di capire se intorno a lei un suo compagno stava avendo la meglio o meno? Ha mai visto morire qualcuno davanti ai suoi occhi? Un amico, un famigliare, ma anche solo un bambino. Sa cosa c'è di più brutto che uccidere una madre difronte a suo figlio? Uccidere un bambino davanti agli occhi dei genitori. Lei questo l'ha mai sperimentato sulla sua pelle? Beh io sì, dai diciotto ai ventuno anni.
Ammetto di esserne uscito mentalmente sconfitto e di aver avuto bisogno di fermarmi. Gli orrori sovrastavano le ragioni. Le sofferenze che vedevo erano più forti di qualsiasi ideale voi portiate avanti stando seduti su quelle sedie comode, con cibo e bevande a sbafo e un guadagno di beh...troppi denari, secondo me.
Mi vuole dare del codardo? Lo faccia pure, ma mi permetta di darle dell'ipocrita zavorra di questa nazione.>>
Ci sono andato troppo pesante?
Però almeno ora sono tutti zitti.
<< Chi ti credi di essere?!>> Inveisce il vecchio corpulento a cui mi sono riferito.
Sembra molto...indispettito.
Per tutti gli dei quanto vorrei ridergli in faccia.
<< Colui che ti leverà la carica. Puoi abbandonare il senato.>> Incrocio le braccia al petto.
<< Non puoi farlo!>>
Sento questa frase urlata da molti.
Sinceramente me ne sbatto.
<< Ti metterai contro la dinastia dei draghi di giada.>> Torna a sussurrarmi Atlas.
Ma sa quanto me ne frega?
Alzo le spalle.
<< Invece posso farlo e la invito ad andarsene immediatamente, signor Zirconis.>>
L'ho riconosciuto immediatamente. Lui era quello che sorrise durante l'umiliazione di mia madre, quando era stata chiamata a rispondere del suo tradimento.
Ovviamente si guarda in torno cercando appoggio dai suoi colleghi che, omertosi e impauriti di poter provare la stessa sorte, stanno bene zitti e si guardano i piedi.
Rido.
Me la sto proprio godendo.
Atlas sorride scuotendo la testa.
<< Troveremo un drago di Giada che sia degno di quella sedia, uno che sia stato sul fronte.>> Gli dico per rassicurarlo.
<< Sappi che è l'unico che ti permetto di mandare via...per oggi.>> ghigna.
Credo che questo Atlas possa avere la mia simpatia.
Zirconis viene scortato fuori dall'aula e cala un inesorabile Silenzio.
Quasi da cimitero.
<< Allora. Sono qui a fare le veci di mio padre, impegnato in un'importante azione militare, vorrei chiedervi la vostra fiducia, io dal canto mio cercherò di meritarmela tutta.>> Sorrido benevolo.
Credo di averli confusi.
Prima caccio un loro compagno di merende e poi sorrido gentile.
Penseranno di avere a che fare con uno psicopatico.
<< Quale sono i punti da discutere oggi?>> Chiedo strofinando i palmi delle mani tra loro.
Mi spaventa stare qui...ma già che ci sono voglio quantomeno fare il panico, tanto questi figli di puttana non aspettano altro che un mio cedimento. Pensano di aver un bambino che si faccia manovrare, davanti agli occhi.
Non hanno capito che, se mi butto, salto e punto in alto.
Forse penseranno io sia matto ma ho in mente una vita diversa, una strada complessa da percorrere ma sicuramente più fruttuosa di guadagni e di vite salvate.
Diversa da questi che si credono potenti per due soldi di merda.
Non voglio più dolore, non vorrei più guerre. So di doverci arrivare piano piano e forse sarà solo fiato sprecato il mio, ma devo quantomeno provarci.
Voglio allontanare i rancori e fare capire che non mi importa di mio padre e della sua protezione, che della sicurezza del mio nome non me ne faccio nulla. Potessi scucirmelo di dosso lo farei, dopo essere volato fino alla luna ed essermi strappato le ali per ricadere al suolo, lo farei.
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La Meraviglia Di Fiore
Fanfiction"Quando la vedo entrare strabuzzo gli occhi. Per tutti i cieli se è bella. È bionda, capelli lunghi, più o meno della mia statura, è formosa al punto giusto e nei punti giusti... Mi avvicino di più. Cosa avevo detto prima degli occhi marroni? Mi...