Mare

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<< Cosa ti ha fatta andare via?>>
<< Avevo si questioni familiari da risolvere con tutta la storia dei miei e cose che sai già...>> Si riferisce alle cose scritte nella famosa lettera.
Si, i problemi con la famiglia li sapevo, sapevo che erano morti, assassinati da un giovane mago nel cuore della notte. Una specie di rivoluzionario, o un sovversivo, come lo avevano chiamato, un mago che si ribellava alla schiavitù.
Ricordo che Irene aveva sempre creduto ci fosse molto di più dietro.
<< Quando me ne sono andata era perché ero riuscita a rintracciarlo. Dovevo decidere se rimanere e vivere il sentimento di cui avevo terribilmente paura, o andarmene e verificare se avevo ragione a dubitare della storia dietro la morte dei miei.>> Abbassa la testa e si stringe tra le sue stesse braccia.
La guardo con la coda dell'occhio, siamo di nuovo vicini a guardare il mare, ma sta volta in piedi, quasi a voler reggere il peso della conversazione.
<< Sappiamo entrambi cosa ho scelto.>> Sorride amaramente.
<< Non te ne faccio una colpa.>> Cerco di consolarla, ma si sente che con la testa sono altrove. È vero, l'ho perdonata tempo fa, ma non riesco a non pensare che, se solo me ne avesse parlato, io l'avrei aspettata.
Ormai è acqua passata.
Non poteva nemmeno essere un grande amore il nostro, quindi è stato meglio che non sia mai stato nulla.
Comunque.
Cosa può aver scoperto in due anni?
<< Come hai trovato quel mago? Per il senato era introvabile, lo cercano da anni.>> Mi volto per guardarla.
<< Introvabile? Sono sei anni che chi dovrebbe garantire sicurezza e giustizia fa continui buchi nell'acqua ed io che non lo faccio nemmeno di mestiere ci ho messo due anni dal primo indizio. >> Mi guarda anche lei. << Sai questo cosa significa? Che probabilmente non erano così tanto interessati a scovarlo o forse non lo stavano nemmeno cercando.>>
<< Cosa dici? Credi che lo stavano coprendo?>>
<< Non puoi essere un latitante con una dimora fissa, l'unico mago libero e che non viene perseguitato.>>
Sono sconvolto.
<< Pur non avendolo detto a nessuno ho avuto comunque chi mi ha messo i bastoni tra le ruote più volte. Ora il mago ha la mia protezione, nessuno conosce la sua vera identità.>>
<< Lo tieni vicino a te come servo?>> Chiedo curioso.
<< Si, ma non si lascia ancora andare molto alle confidenze. So solo che lo faceva di mestiere, Natsu, uccideva la gente su incarico.>> Si volta completamente verso di me, gli occhi di chi ancora non crede ad una certezza che le è stata mostrata.
Ne sembra ancora sconvolta. E lo credo bene. Lo sono anche io.
<< La tua famiglia è stata assassinata da un sicario?>>
Che argomento spinoso.
<< Devo scoprire chi lo ha ingaggiato.>> Dice a denti stretti.
<< Lui non ti ha detto nulla?>>
<< Dice solamente che parlava sempre tramite molte persone, non sapeva chi era a capo di tutto, ma la paga era ottima e in più poteva colpire una delle famiglie più potenti dello società dragonica.>> Abbassa lo sguardo e sembra rimuginare molto sulle sue parole, immagino lo faccia spesso.
Deve essere terribile vivere così.
<< Non sai nemmeno se sia stato un drago o un mago?>> Porto la mano destra tra i capelli e mi gratto la testa.
<< No. A volte parlava con maghi, delle volte con draghi, ma erano sempre tutti incappucciati e ben attenti a non farsi vedere.>> Mi guarda nuovamente come a sperare di avere la risposta a tutte le sue domande da me.
Però forse un appunto potrei farlo...
Infondo perché dei maghi dovrebbero chiamare dei draghi per portare a termine un'azione simile? Senza contare che i maghi si sarebbero vantati di essere stati in grado di uccidere una famiglia così potente della fazione opposta.
Mentre ai draghi serviva una confusione, dei soggetti che potessero confondere in caso di pericolo, ma avevano anche bisogno della loro gente per stare sicuri del risultato. Non si sarebbero mai affidati completamente ai maghi.
Ma perché un drago avrebbe voluto porre fine ad una dinastia come quella dei Belserion? Era una delle più antiche e fiere e forti...c'erano ancora draghi della prima generazione a farne parte.
<< Credo che i nemici siano in casa.>> Affermo sicuro.
<< Cosa ti fa pensare che un drago possa fare una cosa simile? Nella nostra società sono le famiglie anziane a governare, godiamo della stima e della devozione di tutti, tu lo sai, fai parte di una di queste.>>
Non sembra essere convinta della mia affermazione. Non posso darle torto, è da pazzi pensare che qualche drago possa ribellarsi a noi.
<< Ma c'è l'invidia. Siamo sempre stati guardati con livore da molti.>> le faccio notare.
Capisco, dal suo sguardo, che mi dà ragione. Mi basta questo. Non voglio più insistere su questo argomento, non le fa bene, deve cercare di svagarsi un po' e non pensare a inganni e tradimenti.
<< Cooomunque...>> Le cingo le spalle con il braccio. << Parteciperai al ballo di quest'anno?>> La guardo dall'alto.
<< Che interessa a te? Tanto tu non ci sei mai.>> Sorride, capisco che lo fa per ringraziarmi per aver cambiato argomento.
<< Invece quest'anno presenzierò.>> Sbuffo.
<< Cosa?!>> Si stacca da me, sorpresa e divertita. << Non dirmi che hai una maga da presentare!>> Sembra esaltata.
Sono in imbarazzo. Completamente.
Mi viene istintivo abbassare la testa, premere le labbra e inumidirle con la lingua. Metto le mani in tasca e alzo solo lo sguardo per vedere cosa sta facendo la donna davanti a me. Sembra ancora stupita.
Tolgo una mano dalla tasca e, sorridendo, la passo tra i capelli mentre torno dritto a guardarla.
<< Devi farmela conoscere!>> Batte le mani creando un singolo applauso.
<< Non posso crederci! Non ne hai mai voluta una...e ora?>>
Mi sta prendendo in giro per caso?
<< Non ti allargare, ok? Ho dovuto. E poi mio padre non potrà esserci e serve per forza un membro della nostra famiglia, anche perché ormai sono console finché non torna lui.>> Alzo gli occhi al cielo.
<< Ok ma vuoi mettere che sono curiosa? Hai sempre bocciato ogni mago o maga che ti si chiedeva di accettare come tua personale.>> Sembra calmarsi.
<< Ma se ho anche avuto Lisana.>> Le faccio notare.
<< Chi?>>
Giusto, lei non lo sa.
<< Una maga che mi ha regalato un anno fa Igneel.>>
<< Se non ne ho sentito parlare è perché non l'hai portata al ballo però.>> Incrocia le braccia al petto.
<< Non lo ritenevo giusto o...>>
<< O forse lei non era abbastanza importante.>> Mi incalza sorridente.
Con quello sguardo felino cerca di studiarmi come se fossi una preda, cerca di farmi pressione come se stessi subendo un interrogatorio e, devo dire, un po' ci sta riuscendo.
<< Non parlerei di importanza...>> Cerco di difendermi evitando i suoi occhi.
Che impicciona.
E comunque non è una questione di importanza...o forse sì?
No. Lisana per me era stata abbastanza importante, Lucy è solo diversa.
Ma poi cosa sto dicendo? Avessi potuto scegliere non avrei portato nemmeno Lucy in quel circo.
<< È solo che non posso davvero oppormi questa volta.>> Concludo.
Spero che il discorso sia concluso anche per lei.
Dalla sua faccia sembra di sì. Pare volerci credere.
Si tira indietro smettendo di studiarmi e sorride come se niente fosse. << Allora accetto l'invito, così ti farò conoscere anche il famoso mago.>>
Beh giusto, lei si porterà quel tipo.
<< Non hai paura che qualcuno lo riconosca?>>
Si fa seria, ha uno sguardo che punta all'essere perfido.
<< Ci spero un po'. Gli devono tremare le chiappe a quei vecchi rettili.>>
Scoppio a ridere attirando la sua curiosità su di me.
Ma come se ne esce?
Non dovrebbe essere una signora?
Che eleganza Irene!
<< Sei strano Natsu.>>
Vengo colpito da quelle parole e mi sforzo di fermare la risata per poterla guardare seriamente come sta facendo lei.
Si avvicina piano, sembra voglia darmi tutto il tempo per riflettere e, nel caso, ritrarmi. Ma i suoi occhi...
Che demone di donna. Nessun uomo che conosco sa resistere a quello sguardo. Ti guarda come a dirti che si, vuole te e devi accettare perché lei è un'occasione unica nella vita, perché non avrai un'altra possibilità se rinunci adesso, vuole farti capire che lei è lì per te ma solo in quel preciso momento, che tu sei la sua preda perché ti ritiene all'altezza di tutto ciò che può farti e vuole darti. Ti guarda come se fossi già suo. Come puoi dire di no ad uno sguardo simile? Ti fa sentire importante, potente, desiderato, allo stesso tempo ti ricorda che è così solo perché lo vuole lei e potresti perdere tutto con un battito di ciglia, con un secondo di esitazione di troppo.
Un brivido mi corre lungo la schiena nel sentire la sua mano che, suadente come un cobra lento, mi accarezza il collo per comodità di movimento. La sua comodità. Un egoismo che eccita i sensi, lei ne è intrisa.
Mi sento proprio come una preda del cobra, inerme mentre vedo e sento il lento corpo che si stringe a me in una morsa sensuale.
L'altra mano si poggia carezzevole sulla mia guancia e le da una scusa per avvicinarsi di più con il viso al mio.
Ora i suoi occhi sanno di avermi. Ne sono certi. È per questo che ora lasciano trasparire la libidine. La lussuria è il peccato che la domina.
Con quelle labbra socchiuse riesce ad evocare in me ricordi osceni, indecenti, dei nostri corpi nudi su un terreno arido, coperto solo da un fine telo di tenda.
Con il suo labbro inferiore sfiora il mio.
Quando ho aperto la bocca?
Dei...
Tutto il mio corpo sembra implorarmi di cedere, di lasciarmi andare, di prendere e perdere al tempo stesso il controllo della situazione, di afferrarla forte, tanto da imprimere solchi nella sua carne morbida, di baciarla lascivo, spinto, accarezzarla poi ovunque.
Come si rinuncia a tutto questo desiderio?
Chiudo gli occhi deciso ad abbandonarmi nell'oblio del piacere che potrei ricevere.
Il suo respiro caldo si infrange sulle mie labbra, ansima piano dal desiderio. Sa che così mi farà cedere prima.
Non è mai lei a dare il primo bacio. Vipera.
Cazzo.
La voglia sale sempre di più. La tensione tra i nostri corpi aumenta dopo il suo strusciarsi sensuale contro il mio petto e il mio bacino.
Alza la coscia nuda fino a farle sfiorare il cavallo dei miei pantaloni e mi mozza il fiato.
<< Divertiamoci come hai vecchi tempi, facevano scintille io e te.>> Sussurra sulle mie labbra in un suono afrodisiaco.
I vecchi tempi...
Si...
Come ai vecchi tempi.

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