II

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«Tu ed Erza siete molto forti, perché non vi ribellate mai?» Chiesi a Gray.
«Ribellarsi in casa tua per poi finire in un mondo uguale identico?» Sorrise triste.
«In alcune parti del regno c'è molta meno pressione...nel mondo un posto sicuro ci sarà.» Insistetti.
«Tuo padre sta arrivando ovunque con le sue ali e le nuove generazioni di maghi non sono mai state abituate ad allenarsi per dei combattimenti. Sarebbe un suicidio.» Mi spiegò con una calma che non riuscii proprio a capire.
Saltai in piedi mettendomi davanti a lui. Strinsi anche un pugno, come a dover fare vedere i muscoli sul braccio.
«Ma non può essere così ovunque! Ci sarà da qualche parte un paese contrario a queste leggi! No?»
«Natsu, calmati, non urlare così qui fuori. Potrebbero sentirti.» Preoccupato il moro si guardò intorno.
Mi buttai nuovamente con il culo sul prato. Sbuffai.
Ricordo il suo sorriso in quel momento.
Ero così piccolo...mia madre era appena morta.
«C'è una storia che si racconta da noi, la leggenda di un mago che ingannò la morte...mi ha sempre fatto pensare a tuo padre.» Sospirò guardando il cielo.
«Raccontamela!» Lo incitai a gran voce.
«Il mago più potente mai esistito, Zeref, voleva stringere un patto di eternità con il dio della morte, in cambio gli chiese mille vite innocenti, per risparmiargli la vita ed il tempo.»
«Cosa c'entra con mio padre?» Lo interruppi.
«E fammi finire, fiammifero bagnato.» Mi ammonì.
Era solito prendermi in giro per il mio poco interesse negli allenamenti di trasformazione.
«Perché voleva fare quel patto?»
«Perché gli serviva tempo per conquistare il mondo e renderlo a sua immagine.» Rispose paziente.
«E al Dio andava bene?» Chiesi curioso.
«Il dio della morte pensava solamente a quante vite questo gli avrebbe portato. Quindi, dopo aver ricevuto l'immortalità, Zeref pensò al modo di procurarsi queste mille vite, ma la morte gliel'aveva fatta difficile, non dovevano essere consegnate per mano sua. Così decise di rivolgersi alla morte stessa che si occupava della traversata delle anime. La ingannò facendogli credere che delle vite erano sfuggite al suo controllo, gliene indicò una per una, una volta arrivato a mille, con la sua potente magia fece in modo di offuscargli la vista con un illusione, secondo lei quelle anime stavano andando nel più sereno dei cieli. La divinità era solita intonare un canto per allietare la camminata dei passanti, ma mentre cantava non si accorse di essere arrivata alle porte dell'inferno, ne tanto meno le anime, tenute calme da quel canto, rassicurate dalla sua voce tonante e fiera.»
«Ma la morte non è cattiva? Qui sembra buona.» Mi informai.
«La morte non è cattiva. Esiste, è come deve essere, vera e giusta. Arriva per tutti, senza distinzione, sei tu che decidi, in vita, la tua destinazione. Se nei cieli o negli inferi.» Mi spiegò.
«È giusto...continua!»
«Dicevo. Durante il viaggio, un ragazzo si era tenuto distante dal resto della compagnia, il canto arrivava lieve alle sue orecchie e questo lo aiutò a percepire che qualcosa non andava. Più faceva per allontanarsi e meno sicuro sembrava il cammino percorso. Quando si ritrovò davanti alle porte dell'inferno, si nascose ben distante. Vide i suoi compagni di viaggio sprofondare in grida di terrore dopo essersi svegliati dall'illusione. Anche la morte stessa fu atterrita dalla scoperta dell'inganno.»
«Beh, ci credo. Ma scusa, se quel tipo si è nascosto...non erano più mille le anime innocenti.»
«Infatti il Dio della morte non accettò lo scambio, pur prendendosi le 999 anime, Zeref fino alla sua morte cercò il ragazzo, ma la morte lo trovò prima e si vendicò dell'inganno subito.» Concluse alzando le spalle.
«E cosa ti ricorda mio padre?» Lo guardai accigliato.
«La morte. Convinta da un'illusione di portare quelle anime in un posto migliore, ma trovando solo disperazione e caos.»
Rimasi a guardarlo con la bocca aperta.
Ero piccolo si, ma riuscivo a capire benissimo cosa volesse dire il ragazzo poco più grande di me al mio fianco.
Mio padre, come la morte, crede di adempiere al suo dovere, crede di fare la cosa più giusta. Ma è solo un inganno, è solo un illusione. Tutto questo non potrà mai portare a nulla di buono.
A vincere sarà sempre e solo il Dio della morte, ne i maghi, ne i draghi.

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