Un dolce suono

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È maledettamente tesa mentre cavalchiamo schiena contro petto.
Sembra pietra tra le mie braccia e questo mi fa davvero credere di aver fatto dei passi indietro nel nostro rapporto.
Io vorrei solo che si fidasse di me, è così difficile?
Si, perché nonostante tutto io resto un drago ai suoi occhi, solo uno stupido drago.
Maledizione e poi che importanza hanno tutte le parole, belle o brutte, che ci siamo detti? Nessuna, a questo punto. Il muro che credevo di riuscire ad abbattere ora sembra più imponente che mai.
Però infondo lei non è mai stata poco chiara su quello che pensa e vuole, mi sono illuso io per due parole in più che abbiamo scambiato e per quel millesimo di secondo in cui mi ha lasciato credere avesse bisogno di me.
Resta con me.
E io come un'idiota ho creduto che...
Io come un'idiota me ne sono andato per due giorni.
Lei non si è nemmeno interessata a dove fossi stato. Questo la dice lunga.
Stringo le mani intorno alle redini.
Mi ero solo illuso ci fossimo avvicinati.
Forse solo io ho questo desiderio di correre verso di lei.
<< Manca ancora tanto?>>
Mi desta dai miei pensieri.
Prima di poterle rispondere mi guardo intorno.
Siamo arrivati alle ultime coltivazioni del paese.
Queste persone a che ora avranno iniziato a lavorare? E, cosa ancora più importante, cosa penseranno di noi?
Capiranno che lei è una maga?
Mi avranno riconosciuto?
Da alcuni dei loro volti capisco di si, mi hanno riconosciuto.
<< No, in realtà, dobbiamo entrare nella foresta e arrivare fino ad una radura poco più in là.>>
<< Nella foresta? Che ci potrà mai essere di sorprendente nella foresta?>>
<< Non ti ho mai detto fosse qualcosa di sorprendente.>> Preciso.
<< L'ho capito dalla tua espressione di prima.>>
Vorrei vedere la sua faccia mentre mi devo accontentare di un'alzata di spalle.
<< Ci fermeremo molto? Erza ci ha dato un sacco di cibo.>>
Cos'è? Ora la principessa ha voglia di chiacchierare?
Maghi e maghe, quelli piegati sotto il sole mattutino sono solo persone che praticano la magia, non sono creature nate da essa.
Ci avrà fatto caso?
Probabilmente si e sta cercando di cancellare il peso sul petto con le parole.
Lucy...
Chi sono io per costringerla a soffermarsi su quei volti già stanchi e sofferenti?
<< Ci fermeremo quanto serve, in verità.>> I miei occhi vanno sulla sua nuca chiara.
Quanto vorrei vedere le sue espressioni, se effettivamente sta cercando di distrarsi da ciò che ci circonda.
<< Quindi...anche durante la notte?>>
Sembra intimorita.
<< Mi piacerebbe, ma non credo sia possibile.>>
Dovrei dirle che il mio corpo si rifiuta di essere ciò che lei mi accusa di essere?
Ora sembra tutto tornato alla normalità, ma perché ieri notte sembrava non fossi più neanche un drago?
Un sogno per un sogno.
Quelle parole mi rimbombano ancora feroci nella testa. Dovrei parlargliene?
No, sarebbe folle. Mi prenderebbe per pazzo.
<< Perché?>>
Ovviamente vuole una spiegazione.
<< Fa molto freddo la notte.>>
<< Accendi un fuoco. Sei un drago.>>
Sembra così semplice vero?
Ora come ora sento che riuscirei a farlo, ma se tornasse il problema davanti a lei?
<< Vedremo.>>
Meglio chiudere la conversazione finché sono in tempo.
<< È una delle cose che ti rifiuti di fare?>>
Ora sembra quasi temere di pormi questa domanda.
<< Cosa?>>
Per me la conversazione era già chiusa, in più il suo tono flebile non mi ha aiutato a riprendere la concentrazione, spero ripeta in modo più chiaro.
<< Scaldarti, usare il tuo fuoco...eviti di fare anche questo?>> sembra scocciata per averlo dovuto ripetere.
Sospiro, so che ho promesso a me stesso di essere sempre sincero con lei, ma questa volta è molto più dura esserlo. Magari andrebbe bene una mezza verità.
<< In realtà il mio corpo a prescindere da ciò che voglio emana calore, per via della fiamma, posso decidere se assopirla o aizzarla, se farla fuoriuscire da me, ma io a prescindere non dovrei mai provare freddo. >>
<< Perché hai usato il condizionale? Non è così in realtà?>>
Non le sfugge proprio nulla eh?
Maledizione.
Fortunatamente a salvarmi arrivano i primi tronchi della foresta.
<< Si racconta che questi alberi hanno visto nascere i primi draghi, che Aries abbia preso ispirazione dalla loro statuaria possenza e dalla loro corteccia per creare...noi.>>
Avrà capito che ho cercato di cambiare discorso di proposito?
<< Avete un sacco di storie voi draghi.>>
<< Megalomania.>> Non esito a dirle.
Sento sfuggirle un risolino e la mia espressione stupita da quel suono dolce è la conferma di quanto io non sia abituato ad udirlo.
Lei non risponde più, forse si starà insultando per essersi lasciata sfuggire quel suono di divertimento, anche se lieve e quasi impercettibile. Fortuna che sono un drago, non mi sarebbe sfuggito mai niente.
<< Siamo quasi arrivati, meglio scendere da cavallo.>>
Fermo il destriero tirando le briglie e con agilità scendo. Mi affretto a porgerle il mio aiuto allungando il braccio verso di lei e mostrandole il palmo su cui poggiarsi.
Mi guarda incerta e lo so che sta valutando l'idea di fare per conto suo e so anche che si sta mordendo la lingua per non farmelo notare con il suo tono saccente, ma allora perché ci mette tanto e continua a far vagare il suo sguardo da me alla mia mano?
A cosa stai pensando, Lucy?
Non voglio metterla in difficoltà, quindi forse sarebbe meglio ritrarre la mano così che possa scendere da sola e non obbligarla a rifiutare il mio aiuto.
Sento la pressione della sua mano sulla mia nel momento esatto in qui stavo per abbassarla.
Maledizione.
È un istante, c'è voluto davvero poco che non cadessimo a terra entrambi.
Sbatto la schiena addosso al tronco dietro di noi, la corteccia irregolare mi crea un leggero dolore, che viene però assopito dal corpo della maga premuto contro il mio.
Se lei è così vicina che me ne frega di provare dolore?
La sua mano è ancora stretta alla mia mentre l'altra è sul mio petto, mi piacerebbe anche come contatto se non fosse servito per tenere il suo volto lontano dal mio. Ma non abbastanza per non farmi accelerare il battito.
Con gli occhi cerco il suo sguardo impaurito, ma non riesco a non soffermarmi sulle sue labbra schiuse.
Vorrei così tanto...
<< Natsu...>>
Si, dillo ancora il mio nome. Dillo di nuovo. Non smettere mai di pronunciarlo.
Mentre avvicino le mie labbra alle sue la presa che ha il mio braccio dietro la sua schiena sembra farsi più sicura, la mano che prima era lasciata sul mio petto scivola dietro il mio collo provocandomi i brividi.
Ha gli occhi lucidi, ma non di pianto o lacrime sopite. Lo vuole anche lei?
La sue labbra schiuse fanno uscire il respiro caldo che si infrange sulle mie, ormai troppo vicine per riacquistare un po' di raziocinio.
<< Mi stai scottando.>>

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