Lettera

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Devo davvero aprire gli occhi?
Mi sento una sensazione strana...
Ho anche tutto il corpo indolenzito.
Mi sento...osservato.
E questo profumo...
È vicino.
Apro lentamente gli occhi e...caspita.
Non mi aspettavo di averla a così poca distanza da me.
Perché mi fissa in quel modo?
In un attimo, appena si è accorta che la stavo guardando, ha cambiato espressione.
Sembra indispettita. Contrariata.
Cos'ho combinato adesso?
<< Non voglio le tue stupide moine.>>
Mi accorgo che in mano ha la coperta che le ho messo ieri notte per non farle sentire freddo.
Beh, me ne sarei comunque accorto perché ora me l'ha lanciata contro.
<< Moine? Ma che dici?>> Me la levo da dosso e la appoggio al mio fianco sul divano. Mi alzo, ancora troppo assonnato per starle al passo.
Cazzo mi fa male il collo.
Ho dormito praticamente seduto.
Sbadiglio.
<< Le tue gentilezze, la tua finta carineria...non mi inganni! >>
Fa un passo indietro per non rimanermi troppo vicino.
<< Tu sei strana.>> Le passo oltre per dirigeremi all'armadio.
Non voglio dare peso ai suoi vaneggiamenti, non di prima mattina. Si calmerà.
Per tutti i cieli, dove la trova tutta questa voglia di stressarsi a quest'ora?
<< Io sono strana? Hai dormito seduto per guardarmi!>>
Ok detta così sembra brutta.
Lei è parecchio nervosa.
Forse un po' sono arrossito, ma lei non deve vederlo. Mi immergo con il viso nell'armadio per cercare... boh, qualcosa che mi copri la faccia.
<< Non è andata proprio così. Stavo pensando.>> Cerco di giustificarmi.
<< A cosa?>>
La sento che si è avvicinata e percepisco anche il suo umore pessimo che preme dietro la mia schiena per chiedere attenzioni.
Deglutisco a fatica e rumorosamente.
Senza aver effettivamente preso nulla, mi volto per guardarla.
È incredibilmente vicina, con la fronte aggrottata, le labbra in un broncio lieve e le mani sui fianchi.
<< A te...>>
Ok no idiota.
Non così. Così non ti aiuti. Così sembri strano.
<< Lo vedi allora!?>>
<< No! Cioè si pensavo a te ma a cosa potresti fare, a come ti presenterò a mio padre e se riusciremo a non farti uccidere.>> Cerco di spiegarle placando la mia agitazione.
Spero capisca e si allontani. Oppure mi vedrò costretto a prendere dei provvedimenti.
<< E c'era bisogno di essere così inquietante?>>
Mi guarda ancora male.
Alzo gli occhi al cielo.
Sono o non sono Natsu Dragneel? Non posso farmi mettere i piedi in testa da qualcuno.
Ora le faccio vedere io che succede se mi si sveglia in un così malo modo.
Tanto ad essere gentili con lei non ci si guadagna nulla.
Faccio dei passi verso di lei arrivandole molto vicino, tanto da costringerla ad indietreggiare. Catturo il suo sguardo nel mio. Ovviamente non si aspettava che facessi una cosa del genere.
Quando tocca il letto con le gambe la vedo sbarrare gli occhi.
Sorrido soddisfatto.
Mi avvicino al suo orecchio.
<< Credi che io sia inquietante?>> Sussurro.
Lei si limita ad annuire, è agitata, sento il suo cuore.
<< Tra le tante cose, devi imparare ad essere riconoscente verso qualcuno che ti fa una gentilezza. >>
Le blocco le mani prendendola per i polsi. Stava cercando di spingermi via.
<< Cosa vuoi fare?>> Sembra abbia l'ansia.
<< Farti vedere quanto posso essere inquietante.>>
Le faccio lo sgambetto mentre mi butto di peso su di lei per spingerla sdraiata sul letto.
Un urletto esce dalla sua bocca. Mi viene da ridere ma devo farmi vedere serio.
<< Non oserai! Hai detto che non avresti mai...tu non...>>
Per la paura non riesce nemmeno a parlare. È davvero molto agitata.
Porto le sue braccia stese sopra la testa e tengo entrambi i polsi stretti nel pugno. Con l'altra mano le accarezzo il viso, il collo, ovviamente salto il petto, ma torno sui fianchi, scendo sulle cosce e arrivo fino a dietro il ginocchio. Le sollevo la gamba facendogliela piegare e prendo posizione al centro.
Avvicino il viso al suo e una volta sulle labbra sospiro leggero.
Lei è rigida, ha davvero paura.
Mi sento un po' una merda. Ma se lo merita. Non si svegliano così le persone. Soprattutto un drago irascibile.
<< Se avessi voluto farti qualcosa, l'avrei fatto ieri notte.>>
Velocemente mi sollevo da sopra di lei e le do le spalle, tornando al mio armadio.
Non la sento muoversi. È forse rimasta lì ammutolita?
Non ci credo che sono riuscito a zittirla.
<< Stronzo.>> Bisbiglia.
Appunto. Il silenzio è durato poco.
<< Guarda che ti sento, sono un drago, ricordi?>> Sorrido divertito.
<< E come me lo dimentico?>>
Non fa altro che borbottare irritata mentre me ne vado in bagno con il cambio tra le mani.
Ho preso le prime cose che mi sono capitate sottomano.
Tra qualche giorno dovrebbe rientrare mio padre. Speriamo bene.
Non so come ne uscirò da questa cosa, sicuramente più stressato.
Magari meno annoiato.
Una bella doccia fresca di mattina ci vuole.
Devo anche allenarmi, quindi l'acqua fresca addosso mi sveglia bene e mi mette carica. E poi dicono che aiuti molto i muscoli.
Oggi vedo se riesco a fare qualcosa con Gajeel o Gray. Magari anche insieme.
Sento dei rumori dall'altra stanza, una porta che si apre, due o tre frasi e la porta richiusa.
<< Hanno portato una lettera per te.>>
Lucy urla dall'altra stanza.
A pensarci meglio, potevo usare la vasca, così sarei rimasto lì con lei...nah la doccia è migliore di mattina.
Comunque. Che lettera?
Penso di essermi rinfrescato abbastanza. Mi sbrigo ad uscire.
Cazzo ho dimenticato il tappeto per terra. Ora sgocciolerò tutto. Pazienza.
Senti qua. Questo bagnoschiuma al Pino ha profumato tutta l'aria. Assurdo.
Ma quello che ho regalato a Lisana era più delicato.
Dove l'ho messo il cambio?
Se non gli desse fastidio mi cambierei comodamente in camera. Invece no. Anche su questo abbiamo problemi.
Prima una gamba, poi l'altra.
Che urto, le mutande non scivolano bene sulle cosce bagnate.
Metto dei pantaloni larghi e comodi. Questi sono perfetti per l'allenamento. Mi permettono di muovermi come voglio.
La maglia è indifferente, tanto la levo.
Ok ora posso uscire senza recargli fastidio.
La starò viziando troppo?
Quando esco lei è seduta ai piedi del letto, la lettera vicino alle sue gambe. Non so perché, ma quasi mi aspettavo che la stesse leggendo.
In realtà lo so benissimo perché me lo sarei aspettato.
Ma tanto non si è smentita comunque. Il vassoio della mia colazione è smezzato.
<< Ma prego, fai pure.>> Ironizzo.
Tanto solo questo mi è rimasto da fare.
<< Ti ho lasciato un po' di aranciata e le uova.>> Lo dice come se mi avesse fatto un favore.
Prendo il bicchiere dal tavolino e lo finisco con un solo sorso.
<< Ti sei mangiata il mio pane tostato con la marmellata?>>
Questa convivenza mi porterà alla follia.
<< Non devi allenarti e mantenerti in forma? Ti sto aiutando. Ringrazia la tua schiava.>>
Ah. Ah. Ah.
Ma quanto è simpatica.
Acida, cazzo.
Sospiro profondamente. Devo calmarmi.
Se mi innervosisco per ogni cosa che fa o che dice è la fine per me.
Mi fa impazzire.
Si alza dal letto e cammina lenta verso il bagno.
<< Dove vai?>> Mi volto a guardarla.
<< Mi faccio una doccia.>>
Sembra quasi come se l'ospite fossi io.
<< Ti faccio portare un cambio.>>
Non mi risponde, si chiude la porta alle spalle e mi lascia solo con quella lettera.
Mi siedo dove prima era lei, prendo la lettera e me la rigiro tra le mani.
È di mio padre.
Perché mi ha mandato una lettera? Cosa deve dirmi di così importante da non poter aspettare il rientro?

"Natsu, come sai siamo impegnati nella ricerca della famiglia reale, abbiamo ricevuto delle notizie su alcuni spostamenti e avvistamenti, non possiamo mollare ora. Non farò rientro finché tutti i membri di quella famiglia non saranno morti.
Per queste ragioni, finché non torno, devi prendere il mio posto al senato.
Almeno questa volta, non deludermi."

<< Ti voglio bene anche io, papà.>> Sbuffo in un sussurro.
È sempre il solito.
Ma che mi aspettavo?
Fanculo.
Mi appallottolo il pezzo di carta tra le mani e gli do fuoco.
Quando alzo lo sguardo noto che Lucy mi sta guardando.
Ha solo un asciugamano che le copre il corpo, non le arriva nemmeno a metà coscia.
Cazzo.
<< Il cambio?>>
Giusto.
Il cambio.
Me ne ero dimenticato.
Questa stupida lettera.
Finisco di bruciarla e lascio cadere a terra le poche ceneri che restano.
<< Scusami. Ora te lo faccio portare subito.>> Ho perso tutta la voglia di scherzare o anche di allenarmi. Purtroppo anche quella di giocare con lei e di infastidirla.
Il consiglio.
Io parte dei senatori dei draghi.
Sto per vomitare.
Apro la porta e cerco per il corridoio qualcuno che possa aiutarmi.
Ah eccola. Juvia.
<< Ei, potresti portare un cambio a Lucy? Che sia carino però, niente di fatiscente mi raccomando.>>
La maga dai capelli blu si limita ad annuire prima di camminare velocemente via.
Rientro e vedo Lucy piegata sui resti bruciati.
<< Lascia stare. Ora pulisco.>>
Il mio tono è molto più spento, neutro, in confronto a prima. Sembra rendersene conto da come mi guarda.
<< Cosa c'era di così terribile in quella lettera?>> Mi chiede alzandosi e guardandomi sdraiarmi sul divano.
Chiudo gli occhi. Ho bisogno di riflettere.
Il consiglio. Io non voglio farne parte.
Sapevo che prima o poi avrei dovuto prendere il posto di mio padre. Ma non immaginavo che sarebbe accaduto così presto, anche se solo per un breve periodo. Speravo accadesse una volta che il mio spirito ribelle fosse morto e sepolto tra le ceneri.
Ma che gli dico io a quei vecchiacci?
<< La mia vita.>>
Ed era così dannatamente vero da essere frustrante.
Un peso schiacciante sul petto.
In quelle poche righe mio padre aveva descritto la mia vita passata, il mio presente ed il mio futuro.
Si, c'era tutto. Il suo unico interesse, la delusione che gli ho sempre fatto provare, il mio fallimento come figlio e come drago, il posto che dovrò prendere per il resto dei miei giorni...la mia solitudine.

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