Non esce una parola da almeno mezz'ora ormai.
Si starà chiedendo cosa mi è preso in quel bosco...no forse se l'è chiesto i primi minuti e ora le sarà già passato l'interesse.
Il grifone sembra aver gradito il pasto, l'ha divorato molto velocemente.
Non so su cosa concentrarmi per non sentirmi a disagio.
Lei è ancora lì vicina a Libēriseo, guarda con stupore e un pizzico di paura la creatura stesa al mio fianco.
Sono stato un'idiota.
Sto rovinando la giornata ad entrambi.
Sono arrivato, ho dato da mangiare all'animale leggendario e mi sono seduto qui, lontano da lei, sapendo che da sola non si sarebbe mai avvicinata.
Sei migliore di così, Natsu.
Sospiro alzandomi da terra, mi pulisco i pantaloni e mi incammino verso la maga.
<< Io...>>
Non so che dirle. Non mi esce nulla.
Lei mi guarda, probabilmente giudicandomi un cretino.
Andiamo idiota di un drago!
<< Volevo chiederti scusa per prima, sono stato molto... brusco.>> Mi inginocchio davanti a lei.
<< In realtà volevo chiederti scusa anche per...sai...nel bosco...con con il fuoco...>>
<< Non balbettare. Non ti si addice.>> Mi interrompe.
Deglutisco a fatica.
Maledizione, non avrei più voluto sentire il suo tono duro per oggi.
<< Dovresti chiedermi scusa anche per aver cercato di baciarmi approfittandoti della mia caduta.>>
Aiah.
Questo è un colpo basso, ma ha ragione.
<< Non accadrà più.>> Dico solenne.
Spero si fidi delle mie parole, dal suo sguardo non sembra.
<< Non proverai più a baciarmi?>>
Maledizione.
Che situazione imbarazzante.
<< Questo non posso promettertelo.>>
Si fece improvvisamente rossa in volto.
Ma che mi è saltato in mente?! Dannazione.
<< Intendevo che non mi approfitterò più di una situazione simile.>> Aggiungo sperando di riguadagnare terreno.
Sgrano gli occhi nell'udire la sua risata inaspettata.
Ora perché ride? Sta ridendo di me?
<< È la terza volta che ci provi, come faccio a fidarmi che non lo rifarai?>>
Merda che imbarazzo. Non è leale tirare fuori quei momenti così imbarazzanti e intimi.
Sembra voglia giocare, con quello sguardo sveglio e l'aria da bambina che mi fa impazzire quando prende il posto della donna vissuta e arrogante.
Alzo il sopracciglio destro, sorrido e mi avvicino al suo volto, con l'indice le sollevo il mento per guardarla meglio negli occhi e impedire che sfugga il contatto visivo.
Mi aveva invitato lei a giocare, sarei stato un folle a non approfittarne.
<< Sai, Luce, c'è una cosa che accomuna tutte e tre le situazioni.>>
<< Ovvero?>> Sembra sfidarmi.
<< Tu non ti sei mai tirata indietro.>>
Non so decifrare bene la sua espressione ma sembra messa all'angolo. Si vede che è imbarazzata e non vuole ammettere la sconfitta.
Le guance fatte improvvisamente porpora.
Sa anche lei che non ho mentito. Ripercorrendo ogni nostro attimo più intimo, da quello nella cucina, sull'albero ed ora questo, lei non si è mai mostrata decisa ad interrompere quello che stava per accadere.
Scommetto che anche adesso, avvicinandomi, lei non si farà da parte. Già mi guarda, con il volto propenso verso il mio, una poca distanza ci separa e lei non si tira indietro.
Questo è il momento perfetto per chiederle spiegazione a quel dannato dubbio che mi porto dietro da giorni.
<< Quella volta, sull'albero, tu hai detto che ero io. Cosa volevi dire?>>
<< Te l'ho detto. Hai capito male.>> Il suo tono scontroso non è in sintonia con la sua espressione intimidita.
Mi lascio cadere in avanti, sapendo che tanto avrei poggiato il palmo della mano sul tronco dietro la sua schiena.
Nonostante l'incertezza dovuta al mio gesto i suoi occhi non si staccano dai miei, neanche ora che le sono molto più vicino.
<< Voglio la verità, maga.>>
So bene cosa ho sentito. Io non posso udire male, o poco, qualcosa detta così vicino a me.
Sembra messa alle strette.
Finalmente mi dirà ciò che voglio sapere.
<< La verità è un concetto astratto.>>
Sta cercando di sviare la mia domanda?
Ha fegato.
<< Non questa volta.>>
Ho bisogno di sapere la verità e sono sicuro che se non riesco a convincerla adesso non avrò mai più un occasione migliore di questa.
<< Io...>>
Improvvisamente un tuono interrompe la sua frase mettendo fine alla tranquillità della natura e segnando l'inizio di un silenzio assordante.
La vedo serrare gli occhi per la paura e fare un piccolo salto sul posto.
Fortunatamente avevano predetto bel tempo.
<< Lucy...>> Non voglio arrendermi e mollare tutto ora, ci stavamo arrivando.
<< Non lo so.>> Dice ancora impaurita.
Stavo per parlare, per chiederle cosa diamine significasse quel "non lo so", ma vengo interrotto da gocce fredde che iniziano a cadere sui nostri volti.
Un altro tuono costringe la maga a serrare nuovamente gli occhi e a portarsi le mani davanti al viso.
Per gli dei.
Tolgo la mano da sotto il suo mento e la porto dietro alla sua nuca, prima che possa togliere la gabbia di dita, la spingo contro la mia spalla sperando di farla sentire più al sicuro.
<< Non è consigliato stare in una foresta durante un temporale.>> Sussurro tra me e me.
<< Lucy ora devi farti coraggio, dobbiamo andare al centro della radura.>> Le parlo piano nell'orecchio e in tutta risposta si limita ad annuire poco convinta.
Capisco la sua paura verso il grifone, ma è l'unico modo per stare più sicuri.
Alzandomi, con un braccio la tengo ancora stretta a me per non farle alzare la testa e cercare di farla bagnare il meno possibile, con l'altra afferro le redini del cavallo.
Avvicinandomi noto il grifone fare qualcosa che davvero non mi sarei mai aspettato. Ha alzato un'ala.
Forse vuole che ci mettiamo sotto per ripararci?
Mentre faccio ciò che l'animale ha suggerito, mi viene da chiedermi come mai Lucy abbia così paura dei tuoni. A me, in un certo senso, ricordano momenti paciosi.
Laxus, il drago del fulmine.
Digrigno i denti.
È una di quelle cose a cui non voglio pensare.
Non mentre ho lei che trema, per freddo o paura, sotto il mio braccio, con la testa nascosta sotto il collo. I capelli mi fanno solletico.
Poggio la schiena al Grifone, come la notte precedente, chissà se anche adesso provandoci non riuscissi a scaldarmi.
Chiudo gli occhi per concentrarmi su me stesso, dopo pochi attimi capisco che è tutto regolare, al contrario della notte. Cos'è stato allora che mi ha impedito di scaldarmi? Forse l'interferenza di quell'uomo?
Un sogno per un sogno...
Che senso aveva?
O forse è lei che, standomi vicino....no, il mio potere, tutto il mio essere non può dipendere da lei. Non voglio nemmeno immaginarlo.
Cosa succederà quando la manderò via?
A questo pensiero qualcosa in me fece ribollire il sangue e la temperatura aumentò tanto da farla scattare lontano dal mio petto. I suoi occhi saettarono verso di me, quasi preoccupati.
<< Perdonami, credevo avessi freddo.>>
Cerco di rassicurarla con un finto sorriso.
<< Non me l'aspettavo, tutto qui.>> tornò a rannicchiarsi addosso a me, prima di bofonchiare di nuovo. << É solo perché ho freddo.>>
Lo so, Lucy, lo so.
Non vale ricordarmelo ogni volta che di me non te ne fai niente.
L'ennesimo tuono, l'ennesimo salto.
Non è giusto stare così, senza sapere, senza capire cosa succede. Non è giusto rimanere inerme per via di una pelle morbida e candida che sfiora la mia, in un contatto che sembra conosciuto da ere, un formicolio strano mi percorre le viscere, qualcosa nella mia testa si accende, li da qualche parte, ma non viene fuori, neanche se provo a scovarla, resta ad illuminare una parte totalmente sommersa dall'oblio.
E questo lei lo sente?
Quel sogno mi parlava di lei? Quell'essere vuole lei?
Lei, per i poteri.
È uno scambio che potrei fare?
Ma che idiozie vado pensando. Cosa può entrarci lei?
È vero però che è tutto iniziato da quando è qui.
Deve avere un collegamento.
Qualcuno che può aiutarmi a capire ci sarebbe. Ma dovrei intraprendere un viaggio.
Sono preparato a farlo, lasciandola qui sola?
Abbasso lo sguardo per scrutarla, sperando non se ne accorga, sembra anche lei immersa nei suoi pensieri, nei segreti che sono certo non mi dirà mai.
<< Tu anche l'hai sentito, non è vero?>> provo il tutto per tutto, a costo di passare da pazzo, almeno un'ultima volta.
Sento il suo respiro mancare, interrompendo la regolarità a cui mi ero abituato.
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La Meraviglia Di Fiore
Fanfiction"Quando la vedo entrare strabuzzo gli occhi. Per tutti i cieli se è bella. È bionda, capelli lunghi, più o meno della mia statura, è formosa al punto giusto e nei punti giusti... Mi avvicino di più. Cosa avevo detto prima degli occhi marroni? Mi...