NATSU
Mi volto velocemente.
Sbaglio o quello era un tono scherzoso?
Sorrido senza rendermene conto.
La vedo pensierosa e subito di nuovo rigida e diffidente.
Perché aveva avuto quello sprazzo di socialità? E perché ora sembra nuovamente di pietra? Ho fatto forse qualcosa io?
Cos'ho sbagliato?
Sospiro, tanto è tutto inutile. Per il momento non mi vedrà mai diversamente dagli altri.
L'importante è che impari a comportarsi come Lisana, almeno davanti agli altri. Quando siamo da soli può anche prendermi a pesci in faccia.
Le ho mostrato il mio rapporto con Li solo per farle capire che può fidarsi di me, in ogni situazione, che non mi approfitterei mai di lei, che non le chiederei mai nulla di più di quello che può o vuole darmi.
Non voglio le succeda niente di male. O almeno non di nuovo, non finché è al mio fianco. Io voglio proteggerla, voglio proteggere anche la sua autenticità e il suo vigore, il suo animo ribelle e il senso di giustizia. Non voglio che diventi come le altre. Non ora che finalmente l'ho trovata.
Una persona vera in mezzo ad una miriade di bambole senza anima.
<< Ora andiamo a dormire.>> Le accenno un sorriso cordiale.
<< Vado nelle stanze della schiavitù. Spero solo di ricordarmi la strada.>> Dice in tono freddo.
Aggrotto la fronte. Cosa? Dov'è che vuole dormire? Non la mia Lucy.
<< Non dormirai con gli altri. Dormirai qui.>>
Mi guarda veramente male.
<< Non voglio dormire con te. Puoi scordartelo.>>
Che acida.
<< Non dormirai con me, ma nella mia stanza.>> Specifico, era ovvio non volesse dormire nel mio stesso letto, anche se le avessi giurato di non toccarla.
<< Non voglio favoreggiamenti. Dormirò con tutti gli altri.>>
Sembra molto stizzita. Ma perché non sta solo zitta e fa quello che dico? Non la sto obbligando a fare qualcosa di orribile.
<< Ti ho già detto che per me non sei come tutti gli altri. Tu resti qui. Ti lascio il letto, io dormirò sul divano.>>
Mi avvicino svelto al posto in cui dovrò dormire e mi metto seduto.
<< Non dire idiozie.>> Alza gli occhi al cielo.
<< Non sto dicendo nessuna idiozia. Tutti devono sapere quale sia la tua importanza per me.>>
Non posso dirle che temo diventi come tutti gli altri se inizia ad abituarsi a quegli ambienti.
Sentire i loro discorsi arrendevoli e vederli sempre dire "sì" magari l'avrebbe convinta che fosse la cosa migliore per vivere meglio.
No. Non la lascerò in balia di quei discorsi.
La voglio pura e con l'anima in fiamme, la voglio come è arrivata.
Quel rancore nella sua voce è il mio nettare. Lei esprime ciò che io non ho il coraggio di dire alla mia gente.
Ho bisogno di lei, così com'è. Ed ho bisogno che, finalmente, qualcuno non mi guardi come il figlio del grande Igneel e non mi faccia le feste sbavando per ricevere in cambio qualcosa.
L'ho cercata per così tanto tempo.
E poi non voglio commettere lo stesso errore che ho fatto con Lisana.
<< Non ti sopporto. Sei un ragazzino viziato!>> Sbuffa dirigendosi verso il letto.
Ha scelto il lato dove preferisco dormire.
Più la guardo e più ho voglia di sorridere.
<< Vuoi qualcosa di più comodo per dormire, Lu?>> Chiedo per pura cortesia. Non voglio mica vederla spogliarsi davanti a me.
<< Non usare diminutivi o nomignoli. Chiamami Lucy o non chiamarmi affatto e comunque no, sto bene così.>>
Sempre scorbutica e scontrosa eh? Nemmeno un grazie.
<< Grazie eh.>> Ironizzo. Non so davvero come risponderle.
<< Anche oggi, mi hai chiamata Luce. Non farlo mai più.>>
La sento mugugnare, ormai insonnolita, mentre si sdraia sotto le coperte, mi sistemo anche io sul divano.
Speriamo che non mi sveglio con il mal di schiena, sennò domani con gli allenamenti morirò.
Comunque non pensavo se ne fosse accorta, li per li non aveva detto niente, ne mostrato alcun tipo di espressione.
<< Non posso promettertelo, mi piace.>> Sorrido ormai con gli occhi chiusi.
<< È stupido. Non sono una Luce.>>
Il tono di voce è ormai affievolito del tutto. Segno evidente che sta per cadere nel sonno.
Come posso dirle che spero potrebbe diventare la mia?
<< Buonanotte, Luce.>>
Ghigno divertito. Lei si limita a sbuffare.
Sento il suo respiro farsi sempre più lento e regolare. Sembra così tranquillo e rilassato. Potrei concentrarmi su quel ritmo lento per riuscire a dormire.
Ma che sto facendo?
Va bene che è ciò che stavo cercando, va bene che è l'unica dopo tanto tempo, oltre Gajeel, Erza e Gray, a dirmi le cose in faccia e con brutalità, anche se loro sono diversi, uno è un drago come me, l'altro è irriverente a volte, ma solo con me e comunque alla fine fa tutto ciò che gli si chiede, è più come un fratello. Erza è...una sorella bacchettona. Lei è lei. Lei risponde male, lei non ci sta. Lei è scorbutica e giusta. È sincera. Ci odia e non lo nasconde.
Ma come posso già affidarmi tanto a lei?
Va bene tutto, ma non posso davvero affezionarmi a lei e chiedere qualcosa di più che un semplice rapporto...lavorativo?
Potrei presentarla non come mia schiava ma come mia concubina, ma mai come la mia fidanzata. Sarebbe un disonore per tutta la stirpe dei fuochi.
Devo levarmi dalla testa l'idea di creare un vero e proprio legame. Non dovrò mai vederci niente di serio. Niente di speciale.
Niente di importante.
Mi è passato il sonno.
Che palle.
Mi alzo e vado vicino alla finestra.
Tira un bel venticello. Le giornate si stanno facendo più fresche, tra poco inizierà la stagione delle piogge e festeggeremo i dieci anni dall'inizio della guerra.
Guerra che non è mai finita.
Basta guardare questo mondo come sta andando.
I maghi continuano a nascondersi, i draghi a dargli la caccia per renderli schiavi.
Mi chiedo perché nessuno comprende il mio stato d'animo, perché non capiscono che tutta questa farsa a me non interessa? L'unica cosa che mi ha portato questa guerra non sono stati dei schiavi, è stata la solitudine.
Quindi non gioisco come loro quando ne scovano altri nascosti.
Io sogno diversamente.
Forse rimarrò sempre da solo a sognare.
Amici sono morti per questa faida, altri sono ancora in giro a cercare maghi, mio padre a casa non c'è mai stato e quando c'era era come se non ci fosse, mia madre...lei è...si era solo ribellata al consiglio.
L'ho vista essere giustiziata davanti a tutti, davanti agli occhi cattivi e impassibili di mio padre.
Ha continuato a ripetermi che era giusto così, che la colpa era la sua perché non voleva davvero il bene del suo popolo, della sua famiglia.
Avevo otto anni...
Scuoto la testa. Voglio farli uscire questi ricordi inutili.
Avevo anche iniziato a credere alle parole di mio padre, per tenermi calmo.
Non appena alzo la testa mi abbatte.
Il sorriso di mia madre...un sorriso senza tempo, nella mia memoria.
Sono nato sbagliato, per essere un drago, non ho questo orgoglio che mi gonfia il petto, non ho il desiderio di supremazia che infiamma la mia magia, non ho mai voluto nemmeno trasformarmi interamente. Questo mio padre non se lo spiega.
Mi sento un tale peso addosso, per ogni singolo passo falso che faccio.
Mi chiedo, madre, se sognerò sempre da solo.
Guardo il cielo.
Mi guardi mai, mamma?
Sono diventato un vigliacco che non prende posizione, che non sa da che parte stare. O peggio, lo so, ma sento di non avere ne forza ne coraggio per poter affrontare tutto questo.
Che cosa sono diventato, mamma?
Improvvisamente sembra che mi stia rendendo conto che ho sognato per tutta la via e che quindi, in realtà, io non abbia mai vissuto o concluso niente.
Quando mi guardasti, quando mi salutasti...cosa c'era in quella lacrima?
Me lo sono sempre chiesto.
Piangevi perché non volevi abbandonare tuo figlio? O perché non volevi lasciarlo solo in un mondo di ingiusti? O magari per amore.
Potrei stare qui a domandartelo per tutta la notte, non avrò mai una risposta.
Lo vedi l'incubo in cui mi hai lasciato?
Però spero di svegliarmi, prima o poi, magari grazie a Lucy.
Ma che sto dicendo?
No.
Dovrei fare il solito sorriso e cercare di vivere senza il tempo che mi ha consumato. Che abbiamo perso.
Se n'è andato tutto, tutto ciò che avevamo, tutto ciò che eravamo e ora ti chiedo solo perché nessuno mi capisce come mi capivi te.
È quando ti ho persa che ho capito fosse meglio sognare da solo per non dover vivere in un mondo che non volevo riconoscere.
Sospiro. Ultimamente ci penso sempre più spesso.
Dicono che il dolore vada affrontato, che le emozioni vadano attraversate fino in fondo per poi liberarsene e lasciarsele alle spalle. Come quando si entra in un fitto bosco, per uscirne devi addentrartici fino in fondo e poi uscire dall'altra parte. Ma io questa fine non la vedo più. Credo di aver messo radici.
Mi volto verso il mio letto. Lei è lì che riposa. Dorme come una bambina.
È davvero bella.
Ma...sta tremando?
Cazzo perché non me ne sono reso conto prima?
Io anche se a petto nudo davanti alla finestra aperta non sento affatto freddo, per via della mia temperatura corporea, ma lei non è come me, sta gelando.
Chiudo la finestra e, dal cassettone ai piedi del letto, prendo una coperta più pesante e gliela adagio sopra, con molta attenzione. Non voglio svegliarla.
Mi rimetto seduto sul divano. Le gambe aperte e le braccia poggiate su esse. La testa abbandonata sullo schienale e lo sguardo su di lei. Quasi come se volessi vegliare sul suo sonno.
Quanto è preziosa...
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La Meraviglia Di Fiore
Fanfiction"Quando la vedo entrare strabuzzo gli occhi. Per tutti i cieli se è bella. È bionda, capelli lunghi, più o meno della mia statura, è formosa al punto giusto e nei punti giusti... Mi avvicino di più. Cosa avevo detto prima degli occhi marroni? Mi...