Amare.

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<< Hai mai amato?>>
Domanda da un milione di vite.
La risposta?
Perché ci mette così tanto ad arrivare?
<< Non lo so.>>
Cosa? Che significa "non lo so"?!
Come si può non sapere se...forse non vuole dirmelo.
Mi acciglio.
<< È che... è complicato.>>
C'è qualcosa che non vuole dirmi.
Allento la presa dietro le sue spalle e le permetto di tornare a sdraiarsi interamente sul materasso e con la testa sul cuscino.
Ammetto che questa non era propriamente la risposta che desideravo.
Come si fa a non saperlo?
Cosa c'è di complicato?
Semplicemente non vuole dirmelo e se è così significa che effettivamente qualcosa da dire c'è.
Tutto intorno a noi si è leggermente freddato, io mi sono anche scostato da lei che non sembra nemmeno preoccuparsi della mia reazione palesemente contrariata.
Ha chiuso gli occhi e sembra pronta a dormire. Tranquillamente.
Ha amato? Chi? Per quanto tempo? Quanto è passato? Da quanto non stanno più insieme? Ma poi era ricambiata? Avranno mai...
Maledizione, no!
No.
Ma poi a me che importa?
Perché me la prendo tanto?
E poi sono un drago, in casa mia, se solo volessi potrei...
Dannazione no! Ma che cazzo mi prende?
Devo andarmene.
<< Dove vai?>>
Ha notato che sto scendendo dal letto.
<< Devo parlare con Irene.>>
Perché la metto al corrente? Cosa importa a lei di ciò che faccio?
Infatti non mi risponde, si volta di lato dandomi le spalle e basta.
Esco dalla stanza chiudendomi la porta dietro.
Tutto questo è ridicolo.
Mi sta portando alla pazzia, non gestisco più le mie emozioni e il fuoco sembra prendere il sopravvento anche sui miei pensieri e non posso permettermelo.
Dopo l'ultima scoperta, ora più che mai, devo tenerla lontana e trovare il modo per allontanarla da qui.
Maledetto a me quella mattina. Dovevo guardarle gli occhi io, non potevo accontentare Gajeel e tornarmene a letto. Ci mancherebbe.
Pezzo di idiota.
E tu fiamma...ah ma che te lo dico a fare, tanto non mi darai mai tregua finché lei è qui.
Pensare addirittura di approfittarmi della mia posizione in questa società per averla, per colpa di una gelosia di cui non comprendo nemmeno la natura.
Non lo so.
Ma come si fa a non saperlo?!
È complicato.
Tutto qui sembra dannatamente complicato. A partire da noi.
Io e te, Lucy, che legame abbiamo? E che rapporto potremmo mai avere?
Perché chiedermi di restare? Perché guardarmi come se avessi capito chi io sia?
Io sono un codardo. Solo un codardo che ha pensato di approfittarsi di te, per il puro scopo di averti, almeno una volta.
Maledizione!
Calcio un piccolo mobile in legno che, lungo il corridoio, sostiene una pianta grassa, me lo lascio alle spalle, al suolo, con il vaso di coccio spaccato a metà e la pianta che pende fuori dalla terra.
Sto impazzendo cercando di capire me, lei e cosa dovrei fare e chi dovrei essere e...non ne posso più.
Non capisco come tutto può essere cambiato in meno di un mese, non capisco perché è diventato tutto così dannatamente complesso da non riuscire nemmeno a distinguere il mio volere da quel qualcosa che mi lavora da dentro...
E se non fosse la fiamma il problema?
Se sto semplicemente diventando pazzo immaginando cose o prestando troppa attenzione a cose che non la meritano?
Se fossi io il problema?
O se fosse qualcos'altro...?
Cosa può manipolare la mia fiamma, tanto da piegarla al suo volere?
Solo io posso e neanche tanto facilmente.
Dannazione.
Altro che Irene, mi serve Polyushika per cercare un rimedio all'insanitá mentale.
Passo davanti alla stanza dove c'è l'altare e vi trovo Lisana intenta a pregare. Mi fermo a spiarla.
Le da fastidio la presenza di Lucy?
Si sente rimpiazzata o non abbastanza?
Ah sì è voltata, si è accorta della mia presenza.
Mi guarda con i suoi grandi occhi chiari e così tanto espressivi. Un po' cupi però.
Ormai sono stato colto in fallo, non posso fare altro che sorriderle e camminare verso di lei.
È più incuriosita che felice di vedermi, ma segue ogni mio movimento con lo sguardo, anche quando prendo posizione vicino a lei sulla panca.
<< È strano vederti qui.>> Sussurra intimorita.
<< Già, non prego mai.>>
Sarà questa la causa del mio malessere?
Nah. Gli dei hanno cose più importanti a cui pensare e poi sono loro che devono qualcosa a me.
<< Mi sono sempre chiesta il perché.>> Ora sorride dolcemente.
Ha ancora del rosso sulle guance.
<< Lo trovo...inutile. Tanto non prestano ascolto a noi, hanno le loro convinzioni.>> Alzo le spalle e torno dritto con il collo per guardare davanti a me. L'altare si erige così lussuoso che mi viene quasi da ridere.
Ah, gli dei, dicono gli basti essere venerati, come se già non fosse abbastanza, poi pretendono vite e sfarzosità.
<< Non hai fiducia in loro?>> Continua a guardarmi con la testa piegata.
Ci rifletto.
È questione di fiducia?
Io non direi proprio così, lo so per certo che sono inaffidabili e non mi pongo proprio il problema, credo siano solo spettatori divertiti e se si annoiano cambiano lo spettacolo per tornare ad intrattenersi.
È così che hanno fatto scoppiare una guerra.
A uno di loro semplicemente infastidiva che, creature come i draghi, potessero essere paragonate ai maghi o controllate da questi ultimi, o semplicemente l'ha usata come scusa per convincere quel folle fanatico di mio padre e non ci crede nemmeno lui.
Aries, uno degli dei del fuoco, ci aveva messo davvero poco ad instillare l'odio nella mente di quel pazzo.
Però da quel che si dice lui è sempre stato contrario alla nascita dei maghi.
<< Hanno mai fatto qualcosa per meritarsela?>> Domando a mia volta.
Anche lei sembra rifletterci molto, poi finalmente esterna i suoi pensieri.
<< Io credo sia come per i genitori e i figli, anche se ti deludono hai sempre la motivazione per crederci ancora.>>
Mi scappa uno sbuffo divertito.
Che pessimo esempio.
<< Fortunatamente il mio ci è andato tanto pesante da convincermi a non aspettarmi più niente.>>
Maledizione, la guardo e noto che l'ho messa in difficoltà con questa frase.
Sono uno stupido.
<< Io...perdonami.>> le sue guance si sono fatte ancora più rosse e i suoi occhi più cupi.
Non volevo farla intristire.
<< Ma no, tranquilla, so che la mia è un'eccezione e che la realtà è quella che hai descritto tu.>> Le sorrido gentile per cercare di migliorare la situazione.
Resta in silenzio.
Mi va bene, dico davvero. Mi piace il silenzio.
Continuo a guardare questo altare e...dannazione quanto mi sale la voglia di dargli fuoco.
Decido di distrarmi parlando.
<< Leo, Sagittarius...sono figlio di dei che hanno poi creato la controparte umana per tenermi a bada.>> Rifletto ad alta voce.
Hanno creato i maghi, che poi usano il loro stesso elemento per la magia di fuoco, per farci da guardiani.
<< Aries è colui che ha parlato a tuo padre, non è così?>> Chiede intimorita.
Annuisco. << Colui che abita Marte.>>
<< Su Leo ci sono così tanti miti della storia d'amore con Libra...sono affascinanti.>> Sospira sognante.
So perché ha virato su questo argomento, vuole farmi parlare di qualcosa di più leggero e la ringrazio per essersene preoccupata.
Decido di assecondarla.
<< Chissà se sono veri.>>
Mi guarda contrariata.
<< Perché potresti pensare il contrario?>>
Trattengo il sorriso. Avevo dimenticato il suo romanticismo.
<< Beh perché per caratteristiche sono totalmente incompatibili. >> Spiego.
Ed è vero, dannazione. Si parla di questi due amanti così tanto che quasi ci si dimentica di che razza di caparbio ed egocentrico sia Leo e di che indecisa maestrina sia Libra. Tanto indecisa che passa da acqua ad aria in continuazione.
<< Gli opposti si attraggono.>> Afferma sicura di sé.
<< Ma chi si somiglia si piglia.>> Sorrido divertito.
Resta in silenzio prima di sbuffare.
<< Io trovo che siano perfetti insieme. Hanno affrontato milioni di sfide, sono stati costretti a stare lontani e a svolgere dei compiti per pagare i loro errori e...>>
<< E Aries? Sbaglio o Libra ha avuto una storia anche con lui?>> La interrompo.
Non so perché ma mi sento alquanto nervoso.
<< Era stata soggiogata da lui, era solo attrazione, nulla a che vedere con l'amore che la legava a Leo.>> Alza gli occhi al cielo.
<< Ne sai di cose eh? >> La guardo con il sopracciglio alzato e un sorriso divertito ma amichevole.
<< Mi piacciono insieme. Sono i più umani di tutti.>>
Si, sono anche quelli che meno hanno interferito con la storia terrena.
Libra vive su Venere...forse già da questo si deve capire che dea sia.
Forse quella per cui posso provare più simpatia, anche se è stata una di quelle a donare i poteri dei suoi elementi ai maghi.
<< Ma nessuno ha impedito ad Ares di montare la testa a mio padre.>> Torno con gli occhi sull'altare.
<< Ares ha sempre fatto ciò che voleva .>>
Sento la sua mano esile che si poggia sulla mia gamba e repentinamente mi volto a guardarla. Mi sorride dolce...
Perché resta sempre così gentile con me?
<< Perché sei gentile con me? >>
Ma che dannata domanda è questa?
Ma perché non mi chiudo la bocca?
Sembra sorpresa anche lei. Beh sicuramente non ci si aspetta mai una domanda simile, non in questo contesto.
È tornata subito a sorridermi.
<< Perché non dovrei? >>
Dice sul serio?
<< Tra di noi non è andata come ci aspettavamo e ora c'è Lucy e...maledizione ho fatto quella stronzata della vasca che...non sai quanto mi dispiace di averti usata in quel modo.>> Le afferro la mano tra le mie e le osservo, ancora poggiate sulla mia gamba.
<< Non è il luogo giusto per parlarne, non credi?>> Arrossisce ancora di più.
<< E dove sennò? Non è qui che si espiano i peccati?>> Chiedo tenendo ancora lo sguardo basso.
<< Natsu... non ti ho mai incolpato di nulla.>> Mi rassicura mentre io non riesco nemmeno a guardarle il viso.
Perché no? Perché non mi urla contro che sono stato un maledetto bastardo?
Perché non prova nemmeno del rancore per me dopo che l'ho ingannata facendole credere che potevo amarla? Perché?
Li...
<< Li, io...di colpe ne ho molte, soprattutto per come è andata tra di noi.>> Stringo più forte la presa.
<< Sia che i sentimenti ci siano, sia che non ci siano, non se ne può fare una colpa, nessuno decide cosa provare.>>
Fa una cosa che, sinceramente, non mi sarei mai aspettato.
Con la mano libera mi accarezza la guancia e mi costringe a guardarla.
È completamente voltata verso di me.
<< Non puoi incolparti per non essere riuscito a provare qualcosa.>>
Mi...mi sta sorridendo.
Non ci credo, è lei che sta confortando me.
L'ho illusa, ingannata, usata...
No io...io all'inizio le volevo un gran bene.
<< Ti ho illusa.>>
<< Mi sono illusa.>> mi corregge.
<< Ti ho usata.>> Ribatto ancora, non riesco a staccare gli occhi dai suoi.
<< Mi hai salvata.>> Dice ancora più fermamente.
<< Ti ho ingannata.>>
<< Io ho ingannato te.>>
Sbarro gli occhi a quell'affermazione.
Cosa? E in che modo?
<< Perché tu avresti ingannato me?>>
Sospira. Credo stia per dirmi la sua verità.
Farà male?
<< Perché sapevo cosa avevi nel cuore, ne avevo parlato con Erza e sapevo come evitarti la colpa di un rapporto non andato a buon fine, ma ho comunque provato a farti innamorare di me, a tue spese.>>
Maledizione, un po' ha fatto male.
Ma va bene così. Non mi sento ne ingannato e ne preso in giro.
In fondo...
<< Ci siamo fatti del male a vicenda.>>
Da voce ai miei pensieri e mai come questa volta mi sento...capito da lei, forse era questa la nostra sintonia, quella che poi ci è venuta a mancare con il sesso di mezzo.
Lì, se sapessi cosa sto passando adesso, mi rideresti in faccia...
Non riesco nemmeno a finire il pensiero che la mia mente è rimasta impietrita come il mio corpo.
Perché?
Come...?
Quando...?
Ma cosa fa?
Le sue labbra sono morbide e delicate.

La Meraviglia Di FioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora