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“Già… chi sono?” ; bella domanda…

Non ricordavo nulla al di fuori di quello a cui avevo assistito fin’ora!

-Che c’è non lo ricordi?-

- No. Mi dispiace ma non me lo ricordo!- 

-Okay,-

Disse lui

-è già un inizio!-

-Miss Nini porti la nostra ospite alla Stanza Centrale, lì sapranno come trovare la sua identità.-

-Sì, Dottore!-

-E se fa qualche domanda, non faccia come l’ultima volta okay?-

La così detta Miss Nini abbassò lo sguardo e annuì docilmente; andando verso la porta il Dottore disse:

-Ci vediamo più tardi per degli esami approfonditi ed uno scanning spirituale per vedere da quanto è trapassata… Quindi, a più tardi fanciulle-

Chiuse la porta e rimanemmo, di nuovo sole, io e Miss Nini,cheandò all’altro capo della stanza presso un’ armadio. Lo aprì e ne tirò fuori degli indumenti puliti e delle ballerine molto graziose;

-Sbrigati a vestirti! Ti aspetto qui fuori… Prima sbrighiamo questa pratica meglio è!- 

L’ultima parte la disse fra i denti, con un po’ di astio nella voce, spalancò la porta e la sbatté.

“Accidenti, che sgarbata!..” da quello che avevo capito lei aveva vissuto la mia stessa esperienza… “Forse gliela ricordo fin troppo bene, le persone avvolte hanno reazioni strane, e non tutti affrontano il dolore allo stesso modo…”

Mentre mi lasciavo andare a questi pensieri esaminavo gli abiti che mi aveva dato:  un vestito bianco avorio, con lo scollo a barchetta tenuto in vita da una fascia azzurro chiaro, simile a quella che le giapponesi si mettono intorno alla vita nei kimoni.

Mi legai i capelli neri e ricci, in una coda alta ed uscii.

Appena aprii la porta vidi Miss Nini che parlava allegramente con qualcuno…

Un altro essere strano che però non era una tartaruga ma un triceratopo, dalla pelle color cuoio, vestito in modo aderente, come se i vestiti gli andassero stretti per tutti quei muscoli!

Era molto più alto di Nini e fu lui a notarmi per primo, mi indicò, Nini si girò e disse:

-Ah ce l’hai fatta!... Finalmente!-

-E’la nuova arrivata?-

Fece lui, lei mi squadrò dall’alto in basso

-Sì è lei!-

Nini si staccò dal parapetto e venne verso di me

-Andiamo dai… Che ci aspettano, ciao Trax…-

-Ciao Nini…E mi raccomando non ti scaldare, cerca di comprenderla!-

Disse in tono dolce, lei si girò e lo fulminò con lo sguardo.

Ci avviammo per le scale: passammo per un’infinità di corridoi e io non mi azzardavo a fiatare; ma quando passammo davanti a quella che sembrava una palestra mi fermai:

-Hei perché ti fermi?-

Non la stavo quasi ad ascoltare; ero rapita da ciò che vedevo: c’erano ragazzi e ragazze  di diverse forme e strutture che lottavano fra di loro in coppie,

Una coppia in particolare mi colpì, erano due maschi uno vestito di rosso e uno con un kimono blu da combattimento, con su delle bandane dello stesso colore dei vestiti e gli occhi bianchi…

-Questo è il nostro Dojo…-

Disse lei tutta fiera

-Alcuni la chiamano la sala delle pergamene o dei ‘kanji dei guerrieri’…-

La guardai un po’ perplessa; e lei mi rispose con un lungo sospiro, quasi si fosse seccata di rispondere alle mie domande:

-Vedi quei fogli appesi? Quelle sono pergamene. E vedi quegli “scarabocchi” disegnati sopra? Quelle sono parole giapponesi, kanji appunto, che illustrano la via del guerriero!..-

Non ci avevo capito molto, ma mi fidavo.

-Su forza andiamo, che nella Stanza Centrale ci aspettano!-

Un altro paio di corridoi e arrivammo a questa benedetta Stanza Centrale, giungemmo davanti ad una porta con affianco uno scanner: Miss Nini ci appoggiò una mano sopra, e risuonò una voce metallica che disse:

< Impronta digitale identificata: Miss Nini Hamato. >  

Nini aprì la porta e quello che vidi mi lasciò senza fiato… 

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