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-Scusa una cosa ma... Perché prendiamo la navetta? Non ci andate volando di solito?-

-Sì di solito sì, ma oggi ci sei tu che non sai volare e inoltre Shontelle, Maximilian e Irondelle  hanno bisogno di alcune attrezzature per effettuare gli incantesimi di illusione... Non è così facile come sembra...-

Eravamo arrivati alla navetta: sembrava più un sottomarino che una navicella spaziale, la forma allungata e gli oblò ne rendevano la forma ancora più somigliante; ma i razzi collocati a poppa facevano intendere tutt’altro; era fatta di un metallo molto chiaro con uno stemma viola e una scritta dorata in una lingua che non conoscevo.

Sul lato di destra c’era la scaletta che ci avrebbe fatto salire

-Prego... E fai attenzione che l’ultimo gradino è un po’ troppo alto...-

-Come mai?-

Chiesi a Leonardo

-Difetto di progettazione...-

-Pff. Mi sembra impossibile.-

-E’ vero dammi retta-

Disse ridendo.

Quella era la “navetta” più grande che avevano, stando a quanto mi stava dicendo Leo c’entravano tutti i combattenti, in effetti una volta su c’era tanta gente!

Noi andammo verso la prua della navetta, era un po’ come stare su un aereo di linea, solo che non c’erano cappelliere e i “bagagli” erano armi.

Eravamo arrivati alla cabina di comando, comunicava con il resto dell’astronave senza che niente lo separasse dal corpo stesso, lì il soffitto era leggermente più alto che nel corpo della navetta da qui eravamo arrivati, porsi la domanda a Leonardo ma non fece in tempo a rispondermi, che Donatello ci aveva raggiunti e aveva risposto per lui:

-Semplicemente perché nel corpo della navetta ci sono altri 2 piani, qui ne basta uno.-

-Ah... Ok-

Di fronte a me c’erano altri dieci posti, cinque dei quali seguivano il profilo ricurvo del muso dell’astronave, quattro erano già occupati da tre dei fratelli Hamato e Leatherhead, Leo mi fece accomodare nel posto che di solito toccava ad Edward, spostato nei “piani alti”per l’occasione...

Negli altri posti c’erano Maximillian, una specie di pesce umanoide con la pelle marrone chiaro e strisce nere, che lo percorrevano in orizzontale da capo a piedi, due enormi occhi rossi e neri, e tre pinne caudali che fungevano da capelli, con una tuta uguale alla mia; poi c’era Irondelle, una cagnolina dal pelo giallo chiaro, che sembrava di razza volpina, gli occhi azzurri, e un’armatura con inserti viola e l’altro posto era per sua sorella gemella Shontelle identiche in tutto e per tutto, se non fosse stato: per gli occhi, quelli di Shontelle infatti erano color lavanda, e aveva una sua sorprendente propensione per far sempre ritardo...

-Ecco come al solito quell’imbranata di mia sorella è in ritardo! Ma possibile mai che non riesce ad azzeccare un orario?-

-Dai Irondelle non fare così...-

-DAI NON FARE COSI’ UN CORNO, SE PREMETTI!!!-

-Eccomi, eccomi, uff, scusate il ritardo...-

Shontelle aveva la lingua di fuori per quanto aveva corso, io ero seduta davanti a loro, affianco a Lavinia che si girò per godersi la scena della litigata fra le due gemelline, di solito non voleva che si litigasse ma quelle due la facevano ridere a crepapelle

-Perché sei in ritardo stavolta?-

Shontelle si era messa a destra del povero Maximillian e Irondelle era alla sua sinistra, quest’ultima si era sporta verso la sorella che si stava allacciando la cintura

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