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-Perché?-

Mi chiese Nini all’improvviso.

Gli stavo fasciando la gamba che gli avevo sgraffiato; alzai la testa di scatto, sorpresa di quella domanda,

-In che senso, scusa?!-

-Nel senso... Ti ho trattata male, te ne ho dette di tutti i colori, ti ridotto uno straccio... Perché adesso mi stai curando?-

Sorrisi dolcemente

-Una volta, una mia amica mia ha chiesto la stessa cosa. Avevamo litigato per una stupidaggine, e ci eravamo fatte male sul serio... La feci salire a casa mia, la medicai e quando lei mi chiese perché sai che gli risposi?-

Lei mi guardò perplessa - No. Cosa?-

-Gli dissi che la stavo medicando perché era giusto così. I miei mi hanno sempre detto, che io abbia ragione o meno, se ho fatto del male devo rimediare in qualche modo!-

Sorrisi al ricordo di mio padre, dissi a Nini che era sempre lui a dirmelo, perché solo così il mondo sarebbe stato migliore, sarebbe guarito dalla sua sete di violenza e dalla sua indifferenza.

-Fatto. Non mi pare che ci siano altre escoriazioni o ferite...-

Mi alzai e andai all’armadietto dei medicinali, per posare e ripulire gli strumenti.

Lì vicino c’era un lavandino ed uno specchio, mi guardai attenta: il labbro non mi sanguinava più, mi rifeci la coda...

Riflessa nello specchio vedevo Nini, ancora seduta sul lettino che si guardava la gamba fasciata...

Mi guardai la divisa, guardai anche la sua

-Per le divise; come facciamo?-

-Ah... Giusto le divise...-

Era assente, pensavo si sentisse poco bene...

-Tutto ok?-

Gli dissi avvicinandomi.

-Sì, sì va tutto bene... E’ solo che...-

-Che?- feci io alzando le sopracciglia

- Bè vedi... Leo e i suoi fratelli, sono degli eroi nel nostro mondo... E il fatto che abbia preferito te, ad una della sua stessa specie... Mi ha lasciato un po’... Sconvolta. Ecco!-

-Al cor non si comanda. Lo sai?-

Gli sorrisi.

Mi faceva un po’ pena.

Ero arrivata io e di punto in bianco gli avevo portato via l’amore suo...

- Sì... E’ un detto che si trova pure da noi...-

-E poi dai. Guardami, ti sembro una va a caccia d’uomini?-

Gli dissi indicandomi con le mani

- Mmm... In effetti no!-

Risi

-Ecco appunto, si sarà messo con me solo perché gli ho fatto pietà... Nulla più. Vedrai appena me ne andrò tornerà da te strisciante...!-

Dissi mimando la scena a ginocchioni vicino a lei, ridemmo insieme di quell’improbabile caricatura, e andammo nel reparto sartoria: era diametralmente opposto all’infermeria ed era grande il doppio. Era costituita da un muro giallo pallido, intervallato da dalle finestre in stile gotico di ferro battuto.

“Certo che qui hanno gusti strani per gli arredamenti!”

Nini mi disse che ogni area aveva uno stile proprio, in base all’epoca e alla dimensione in cui era stato costruita, o allargata, l’ultima volta...

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