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Feci dietro-front, ma non feci in tempo a fare quattro passi che Michelangelo urlò:

-Ehi Aniaaa... Siamo qui!-

Mi rigirai con un sorriso forzato

“Il solito guastafeste...”

Gli altri erano quasi arrivati, perciò mi avviai verso di loro, tutti mi salutarono con calore; perfino Leo...

Anche se non ci baciammo,

“E’ probabile che non gli abbia detto niente...”

Non si perse tempo e tutti cominciarono ad indossare le loro armature o le loro tute da combattimento; dipendeva delle abitudini e dai gusti...

- Ania -

Don mi chiamò in disparte, non sapevo combattere ma sarei stata tra le prime file, dato che la missione era principalmente per me...

-Tu indosserai questa:-

Aprì un armadietto e mi mostrò una tuta nera con inserti grigi e uno zainetto

-questa tuta ti proteggerà da attacchi di arma da fuoco, arma laser, attacchi magici e colpi d’arma bianca, eccetera... Mettitela che poi ti spiego come funziona...-

Mi indicò un piccolo bagno alle mie spalle, mi diressi in quella direzione, intanto esaminai l’atmosfera: era tesa e frenetica, e io non ero da meno...

La porta del bagno era una normalissima porta bianca, con le maniglie che si girano e il quadrato con sopra il simbolo dell’uomo e della donna, al posto dei due pupazzetti...

“T’ho ma tu guarda, i due simboli dell’uomo e della donna; allora sono DAVVERO universali...!”

Sorrisi ed entrai, mentre mi giravo per richiudere la porta alzai lo sguardo e, guarda un po’ la coincidenza, incontrai proprio lo sguardo di Leonardo, eravamo piuttosto lontani ma avrei giurato di vedergli un velo di lacrime negli occhi, lui si girò richiamato all’ordine da una delle tante persone che stavano per partecipare alla missione, io scossi la testa e chiusi la porta.

Mi spogliai rimanendo solo in intimo, esaminai meglio la tuta: era come le mute da sub, ma con la lampo sul davanti, e invece che lo spazio per i piedi, infondo, c’erano delle suole che, attaccate alla muta, fungevano da scarpe; la indossai: per fortuna era elastica...

Era percorsa da fili grigi, che costituivano la trama elastica, mi guardai allo specchio: la tuta mi fasciava parecchio...

Per fortuna ero abbastanza uniforme come costituzione; le uniche zone scoperte del mio corpo erano la testa, il collo e le mani. C’erano diverse zone di rinforzo, intorno al petto, sull’addome, sulle articolazioni e altre zone...

Ripiegai i panni che avevo indossato quella mattina, presi le scarpe e la stampella in su cui era tenuta la tuta ed uscii, mi diressi da dove ero venuta.

Al tavolo c’era solo Leonardo, prima di andarmene volevo parlargli da solo a solo...

Mi avvicinai lentamente e, da dietro, gli chiesi

-Dove li devo mettere i panni?-

Lui si girò di scatto,

- Ania ... Mi hai spaventato!-

Mi disse con la voce un po’ sorpresa

-Scusa... Non volevo spaventarti-

Gli dissi remissiva, lui ripresosi un po’ mi guardò negli occhi, il battito mi accelerò e il viso cominciò ad andarmi a fuoco. Scosse la testa e disse:

-A, è vero i panni...-

Mi indicò una sedia dall’altra parte del tavolo

-Mettili pure lì...-

Ce li misi, alzai lo sguardo: Leo era a pochi centimetri da me, era chino sul tavolo, le mani appoggiate sopra la mappa che Donatello aveva fatto la sera prima, sembrava completamente assorto nei suoi pensieri. Mi avvicinai un po’

- Leo...-

Lui voltò appena la testa, strinse leggermente le mani a pugno e si sollevò dritto in piedi

-Dimmi Ania...-

Non avevo sbagliato, aveva ancora gli occhi un po’ velati dalle lacrime, abbassai lo sguardo, mi sentivo la persona più meschina della terra a farlo soffrire così...

Ma in fondo non era colpa mia... Forse...

- Leo, prima di andare via io ti… -

-Vedo che ti sta abbastanza bene!-

Don, dolce innocente Don!

Era capitato nel momento meno opportuno...

- Leo puoi venire un attimo?-

-Scusami...-

E si avviò verso un gruppo di guerrieri, per parlare con loro, mi sentii un macigno sullo stomaco; e non ascoltai minimamente Donatello che mi stava parlando, guardavo Leonardo e più lo guardavo, più mi sentivo male...

-Ania?!-

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