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-Mi dispiace, Ania, sul serio.-

Mia sorella Mariah mi diceva che io avevo “la straordinaria capacità, di capire lo stato d’animo delle persone semplicemente guardandole negli occhi” e spesso anzi, praticamente sempre, ci azzeccavo.

Leo era rimasto immobile, ma ora mi fissava in attesa, di cosa non sò, forse si aspettava uno schiaffo o che so io... Ma i suoi occhi mi dicevano che si sentiva uno schifo, sul serio. Si vergognava di ciò che aveva fatto, anche sé sapeva che aveva fatto la cosa giusta.

Mi avvicinai a lui con la mano, lui istintivamente chiuse gli occhi... Roba che non gli avevo mai visto fare. Sorrisi e gli accarezzai la guancia, riaprì gli occhi sorpreso dalla mia reazione:

-Ma... Ma come tu non mi...-

-Odi? E perché mai? Infondo mi hai salvato la vita tante volte. Anzi... Scusa se ti ho dato così tanto da fare...-

Ci sorridemmo, entrambi inteneriti dalle scuse reciproche, lui mi prese il viso fra le mani e mi baciò, con dolcezza e tanta tanta tenerezza.

- Ania. -

- Sì. -

-Ti amo-

Quelle parole suonarono come musica dentro di me, sorrisi, un sorrisone a trentadue denti; e con voce tremante gli risposi: - Anch’io ti amo!-

Portò la mano all’altezza del petto, e con il dito circumnavigò la clip dello zaino a propulsione, avevo capito cosa voleva fare, e per tutta risposta presi la clip e la sganciai, sorrisi maliziosa e lui di rimando mi disse: -Certo che sei proprio una discola tu è?-

-IO? Senti chi parla!- con un sorrisetto un po’ capriccioso gli dissi queste parole.

Mi baciò stavolta con più ardore, sentivo le sue mani che combattevano con la zip per tirarla giù. Mi staccai e sbloccai la lampo che si era fermata a metà petto. La fece scorrere fino all’addome, poi abbassò una spalla e mi baciò passando dal collo alla spalla e il contrario...

Via la tuta, via la divisa da kendo di lui, via l’intimo e...

Bè potete benissimo immaginare cosa sia successo dopo...

Non so quanto tempo fosse passato, ma ci trovammo sdraiati sulla sua giacca, abbracciati l’uno all’altra, lui mi accarezzava il viso e io mi godevo lo spettacolo dei suoi muscoli. C’era solo il leggero ronzio dei motori a tener compagnia ai nostri respiri... Poi d’un tratto la voce metallica di Donatello irruppe con prepotenza in quell’atmosfera da film:

-Ragazzi preparatevi manca solo un miglio, e l’atterraggio non sarà facile. Perciò ogni uno vada al proprio posto e allacciatevi la cintura. La vera avventura comincia ora.-

Don chiuse la comunicazione

-“La vera avventura comincia ora?”-

Leo rise -Mik non è l’unico a qui piacciono le frasi ad effetto...-

Si sciolse da me e si tirò su; mi guardava.

-Allora che fai ti alzi?-

Io lo guardai maliziosa: -Mi aiuti?-

Dissi sollevando le sopracciglia, lui sorrise, s’inchinò sopra di me e mi disse:

-Guarda che non hai il guscio che ti rende difficile la vita!-

-Lo so...-

Sorrisi nel modo più provocante che mi riuscì e scossi un po’ le spalle, stringendo i seni fra i gomiti.

Mi leccò un capezzolo, mi ci soffiò sopra; un brivido mi scosse e piegai un po’ la testa all’indietro. Lui sorrise e mi aiutò ad alzarmi, ci rivestimmo ed uscimmo il più furtivamente possibile...

Quando arrivammo quasi nessuno si accorse di noi finché Leo non riprese il suo posto e chiese la situazione:

-Bentornato Leo, la situazione è che tra 10 minuti saremo a destinazione e ci serve tutta la concentrazione possibile per far sì che non ci vedano... Mik le coordinate attuali?-

-Siamo sul quadrante beta, 66°; Don-

-Ok. Raf quanto manca al bersaglio?-

-200 metri esatti Don.-

-Lo scudo è ancora attivo Leo?-

-Sì Don!-

-Bene Led comincia a diminuire la potenza dei motori ausiliari; voi altri al mio segnale portate i motori laterali a livello 6 e quello superiore a 8.-

-Va bene Don!-

Mentre davanti a noi s’ingegnavano per far atterrare la navetta; Irondelle ricominciava ad agitarsi: stavolta Maximilian e Shontelle si erano scambiati di posto

-Se cominci a strillare ti mollo un destro sorellina!-

-Scusa tanto se sono nervosa!-

-Scusa tanto ma almeno LORO sanno quello che fanno; e non si mettono al volante ubriachi e senza saper guidare una navetta.-

-Ancora con questa storia? Non ero ubriaca, ero solo un po’ brilla e quel tipo mi è sbucato davanti!-

Io guardai Lavinia perplessa

-E’ così che sono morte.- mi bisbigliò

-Erano andate alla festa di una loro amica: Shontelle era appena brilla, ma Irondelle aveva bevuto come una spugna e, a detta loro, Shontelle aveva sfidato Irondelle a far partire la navetta con cui erano andate alla festa; dato che era un modello base e quindi facile da accendere... Peròòò...-

-Però questa cretina era talmente ubriaca che è andata a sbattere contro una navetta parcheggiata!-

E diede uno schiaffo sulla testa di Irondelle che stava per contro battere.

-Ehi mi hai fatto male! E comunque ha ragione Lavinia, anche tu eri brilla e mi hai sfidato tu!-

-Ma non è vero!-

-Si che è vero!-

-OHI ZITTE UN PO’ LA DIETRO?!-

Il rimprovero di Raffaello funzionò a meraviglia e ci fu silenzio per tutta la durata dell’atterraggio.

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