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Salii  le scale e arrivai in camera mia: accesi la luce e mi sorpresi ancora una volta dell’ecletticità di quel posto...

Mi cambiai ripensando a ciò che era successo il giorno, e indugiai parecchio a fantasticare su ciò che sarebbe potuto succedere dopo che eravamo rientrati, se i suoi fratelli non ci avessero interrotto...

La mattina dopo la sveglia m’interruppe un bellissimo sogno; che non ricordavo...

Ma la sensazione che mi aveva lasciato me la ricordavo molto bene: piena di dolcezza mi alzai dal letto e, dopo essermi lavata, andai all’armadio

“Vediamo un po’ che c’è qui...”

Scelsi una maglietta senza maniche con lo scollo a cuore bordeaux, sulla stessa stampella un paio di “maniche”  che si calzavano come dei guanti: erano attillate sulle braccia e sul polso si allargavano a campana dello stesso colore della maglietta; poi scelsi una gonna rosa carne, a doppio strato, che arrivava un po’ sopra il ginocchio, con dei ricami neri alla fine di ogni lembo di gonna, e per le scarpe due ballerine rosa, con sopra un ricamo a forma di foglia più scuro del colore delle scarpe, e dei lacci da ballerina che passai intorno al polpaccio per bloccarli con un lungo fiocco...

Mi guardai allo specchio

“Non è male... forse un po’ troppo romantico... nah, sti’ cavoli”

Feci le spallucce ed uscì.

Percorsi le scale di corsa, non vedevo l’ora di rivedere Leonardo...

Sospirai emozionata...

Giunta vicino alla mensa ripresi fiato ed entrai: la sala non era vuota come la sera, salutai tre o quattro persone che avevano prestato servizio insieme a me e andai ai tavoli del buffet; presi la solita tazza di latte e cereali e mi avviai verso il solito tavolo, c’erano già Lavinia, Leatherhead, Edward, e i quattro fratelli Hamato.

Mi ero fermata a pochi passi dal tavolo, stavo guardando Leonardo, mi sembrava una follia ma trovavo il suo guscio molto sexy...

Spostai lo sguardo e vidi che Don, di fronte a lui, stava bisbigliando qualcosa a Leonardo indicando qualcosa alle sue spalle, Leo si girò e rimase senza fiato...

Imbarazzata da quella reazione andai a sedermi alla sua sinistra, ancora vuota,

- Uao...-

Sorrisi imbarazzata a quell’unico complimento...

Lui aveva indosso la stessa tenuta che aveva quando ero arrivata:

-Anche tu non stai male, così...-

Dissi con il fiato mozzo, si girò verso la sua tazza e bisbigliò un quasi impercettibile “grazie”, i fratelli cominciarono a prenderlo in giro, e lui si difese con abilità a quelle battutine...

La colazione passò fra risate e prese in giro...

Alla fine io e Leonardo ci alzammo e andammo a posare i nostri vassoi

-Senti... Ti va di venire con me ad allenarti?-

Mi disse sorridendomi

-Io veramente non so combattere e non vedo come potrei allenarmi con te...-

Sorrisi lusingata da quell’invito

-Ti insegno io... Non è un problema; dai o devi prestare servizio anche oggi?-

-Suppongo di sì, la vostra missione è molto importante no?-

Nel frattempo Don si era avvicinato per posare il suo vassoio.

-Scusate se mi intrometto, ma tanto quelli della missione partiranno fra un’ora e, se tutto va bene, non rientreranno prima di tre ore almeno; quindi potreste benissimo andare in palestra starci un po’ di tempo, e poi tu torni a fare l’infermiera e lui continua ad allenarsi; no?-

Sorridemmo, quella sì che era una trovata geniale...

-Ok allora, andiamo no?-

-Sì, vai avanti tu però.-

-Ok-

Dissi un po’ sorpresa di quella richiesta, ma subito quella sensazione svanì quando sentì Leonardo bisbigliare: -Grazie Don, ti devo un favore!-

-Ma che favore è favore! Vai và...-

Rispose Don con voce allegra.

Leo mi raggiunse e andammo insieme verso la palestra...

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