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Quando scendemmo dalla navetta: ciò che ci circondava era una natura vasta ed infestante, malata...

Quasi morta.

Don ci guidò attraverso quella giungla e infine giungemmo a pochi metri da una delle bocche dell’ Inferno. Don accese un walkie-talkie e diede inizio all’ operazione: in un secondo si materializzarono di fronte a noi tutta una squadra d’Angeli che entrò sola e uscì inseguita da dei demoni e alcune anime recuperate. Questo successe per dieci o quindici volte almeno... Dopo qualche minuto di calma, dall’antro uscì un altro demone alto circa 1.70 sembrava una mantide religiosa con due braccia in più e sei lingue viola che gli saettavano dalla bocca. Trattenni il fiato e non fui l’unica. Leo e Don erano in attesa: il demone sembrava fiutare l’aria, scrutando fra il fogliame; cercava qualcosa...

“Forse ci ha scoperti!” il panico per poco non mi fece urlare dallo spavento

Don se ne accorse e mi mise una mano sulla spalla, mi girai a sinistra e lui si potrò il dito indice alla bocca e mi fece segno di fare silenzio.

Leo fece un cenno a Don e portò la destra alla katana, Don rispose prendendo il Bo con la destra. Sembravano due animali in agguato.

-Tu rimani qui e non farti vedere, mi raccomando-

Sussurrò Leo

-Ok.- gli risposi

Tre secondi, e i due schizzarono fuori dal nascondiglio, come agili felini, lanciandosi contro il demone, che in pochi secondi fu atterrato.

-Ragazzi fermi, fermi. Sono io Sal!-

Leo e Don si guardarono in faccia un po’ perplessi. Leo aveva la katana puntata sulla sua gola e gli teneva la gamba sinistra; Don gli tratteneva le mani e l’altra gamba.

-Se sei veramente Sal dicci il tuo codice riconoscitivo e facci vedere il tuo vero aspetto.-

La voce di Leo uscì fuori sibilante e minacciosa, un brivido mi percorse la schiena, il demone si divincolò un po’

-Il mio codice di riconoscimento è AZ14C008/23. E se mi togli la katana dal gozzo, magari ti faccio anche vedere il mio vero aspetto!-

Rispose Sal stizzito.

Leo lanciò un occhiata a Don che nel frattempo si era messo a trafficare con un piccolo palmare, estratto dalla cintura, fece un cenno d’assenso al fratello e Leo lo lasciò andare. In pochi secondi al posto di quel grottesco demone apparve un camaleonte verde a pois marroni con una tuta gialla indosso. Finalmente i due si rilassarono e, dopo le dovute scuse, si diressero tutti insieme nella mia direzione.

-Scusaci, sai... Ma sei diventato molto più... Brutto? Come demone s’intende di prima-

Disse Leo per scusarsi

-E poi era un secolo che non ci vedevamo...-

Don gli diede man forte, ma Sal sembrava molto infastidito...

-Va bene, va bene ho capito! Ora basta! Dov’è questa ragazza per cui stiamo facendo tutto questo casino?-

Sentita chiamata in causa mi alzai in piedi, in fondo sembrava andare tutto per il verso giusto:

-E’ lì guarda, fra il fogliame-

Don mi aveva inutilmente indicato, perché appena mi alzai Sal mi vide, e cambiò completamente espressione:

-Uao! Che sventola!-

Io a quel complimento arrossii fino alle orecchie e quando Sal mi fu vicino mi baciò la mano e mi chiese:

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