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Io e Leonardo ci sedemmo su una panchina lì accanto, mi parlò un po’ di quel pianeta, sapeva tante cose e mi aveva catturata, pendevo dalle sue labbra...

Mi avvicinai un po’ al suo corpo...

Mi passò un braccio intorno alle spalle, ed io poggiai la testa sulla sua spalla destra. Era tutto bellissimo...

Quel parco era pieno di luci colorate, gente che rideva e scherzava... Era tutto perfetto...

Alzai lo sguardo prima sulle montagne russe di fronte a noi, e poi un po’ più in alto.

Nel cielo stellato...

“Che strano pianeta... Hanno tre lune...”

Sentivo Leonardo che mi accarezzava delicatamente la spalla, girai lo sguardo verso di lui ed abbassò gli occhi su di me: -Ti piace guardare le stelle?-

-Sì; con mio padre e mia sorella Mariah spesso guardavamo il cielo... Ma qui non trovo neanche una costellazione che conosco...-

Sorrise divertito a quell’affermazione -Ci credo siamo in un altro universo, ricordi?-

-A... E’ vero... Me ne ero quasi scordata...!- sorrisi imbarazzata da quell’affermazione cretina...

Ci guardammo negli occhi, tutto svanì, ogni rumore, ogni immagine, ogni odore...

C’eravamo solo noi, io e Leonardo, stretti in quel mezzo abbraccio.

- Ania io...-

-Sì...-

-Io... Ti... Ti-

Ci avvicinammo sempre di più e finimmo col baciarci, bello e dolce come al solito, però....

“Niente... Non riesce proprio a dirmelo...!”

Non feci in tempo a finire questo pensiero, che mi sentii osservata.

Aprii un occhio e guardai verso le montagne russe, i ragazzi e le ragazze erano scesi e ci stavano osservando...

“Non c’è proprio un attimo di intimità, qui dentro...”

Bussai sulla spalla di Leonardo lui si staccò e si girò nella mia stessa direzione

-Scusate... Ma voi non avete niente di meglio da fare?-

Ci sorprendemmo tutti a quell’affermazione; ma i suoi fratelli si ripresero subito:

-O- oh scusa tanto piccioncino vi abbiamo interrotto?- disse Michelangelo

-Vi avviso che esistono gli hotel a ore anche qui... Sa!?-

disse Raffaello strizzando l’occhio al fratello

-Ma che...-

Leonardo era indignato da quell’affermazione, ed io ero molto imbarazzata...

Leo, leggermente scocciato, si alzò e cominciò a distribuire borse e cappotti vari...

Provammo tante altre giostre: c’erano quelle in cui dovevi prendere degli strani animali per portarteli a casa, il tiro a segno, il tiro alle “lattine”, una specie di attacca la coda all’asino, la casa stregata, il tunnel dell’amore...

Tutti quei giochi che si trovano di solito nei lunapark...

Tornammo alla Casa degli Angeli che erano le 4 del mattino...

Eravamo tutti distrutti, così andammo tutti al letto e il mattino dopo ci svegliammo molto, ma molto tardi...

Per fortuna nessuno di noi doveva andare in missione, e non era successo niente mentre eravamo via. Il maestro Splinter sgridò comunque i suoi bravi figlioli perché erano rientrati troppo tardi, e non lo avevano avvisato che andavano via...

Non risparmiò la ramanzina neanche a noi altri... Ma per il resto...

Ne era valsa decisamente la pena!

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