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Così rimanemmo solo io e Leonardo a farci compagnia.

-Come ti senti?-

Gli chiesi riposando la xiloprite

-Stanco... E molto deluso.-

-Perché?-

Si mise a sedere

- Ania; non l’hai visto? Non siamo riusciti a salvare nessuno!-

I muscoli delle braccia gli si contrassero, come se avesse voluto colpire qualcosa; la rabbia gli contorse il volto, con la bandana sugli occhi era ancora più minaccioso di quando era sereno.

Aveva i pugni chiusi, le nocche stavano sbiancando, mi sentivo inutile, perché non sapevo come consolarlo...

Allora mi tornò in mente mia madre:

“Ricordati Ania, quando vedi che qualcuno sta male dentro la cosa migliore è lasciarlo sfogare, e poi dirgli che tutto andrà meglio. Con il tempo si risolve tutto, bambina mia, ricordatelo sempre!”

Gli presi la mano destra e gli accarezzai il dorso, alzai lo sguardo verso di lui, era ancora arrabbiato ma non capiva cosa volessi fare...

-Ma cosa è successo esattamente?-

Sospirò, i suoi occhi si velarono di una leggera tristezza:

-Io e la mia squadra stavamo per raggiungere l’Inferno; stavamo sperimentando una via traversa, alcune spie, ci avevano riferito che potevamo passare attraverso una grotta, situata un kilometro dall’ingresso principale, ma...-

-Ma...?-

Lo spinsi a continuare.

Era evidente la colpa che lui sentiva dentro...

-Ma non ci avevano riferito che lì spesso passavano dei demoni... Sono stato uno sciocco! Sarei dovuto andare in ricognizione, per vedere se c’era qualcuno; invece sono andato tranquillo e quelli ci hanno attaccati.-

Stette in silenzio, tremava, la rabbia che sentiva si ripercuoteva su tutto il corpo.

Da forte che era divenne fragile come un vetro, sembrava quasi piccolo, per tutte le responsabilità che aveva...

­-E dire che eravamo così vicini!- sospirò

-Poi ho trovato questo...-

Tirò fuori un nastro verde con piccoli pois giallo-arancio, lo presi in mano

-Che cos’è?-

-E’ il nastro che Annette si metteva sempre fra i capelli... Temo che l’abbiano presa.-

-Oh no. E’ terribile.-

-Lo so... Il peggio è che era stata lei a dirci dell’entrata. Infatti dopo quella soffiata non avevamo avuto più contatti con lei... Sono preoccupato, siamo stati NOI a salvarla da lì dentro e NOI ce l’abbiamo riportata.-

Digrignò i denti e una lacrima rigò il suo volto.

Gli persi il volto fra le mani e dissi:

-Tranquillo dai, mica ce l’avete spinta lì, l’hanno catturata, non siete stati voi a mandarcela...-

-ALLORA NON CAPISCI!-

Mi prese i polsi e allontanò le mie mani dal suo viso,

- Gliel’abbiamo detto NOI di andarci lì. NOI L’ABBIAMO SPEDITA LI’!-

Mi serrava i polsi

-Mi, mi fai male!-

La mia voce era diventata uno strilletto acuto.

Quando si rese conto che quelli che stringeva erano i miei polsi li lasciò andare...

Con tutto che la mia pelle era scura, si vedevano i segni rossi delle sue mani.

Le mie erano diventate fredde, riuscivo a muoverle a mala pena, mi guardai i polsi e poi guardai lui, il suo sguardo andava dalle sue mani a me, come se non riuscisse a credere a quello che aveva appena fatto...

- Ania, Ania io... Io-

Nascose il volto fra le mani, ero spaventata, eppure non so il perché sentivo che gli dispiaceva davvero e questa sensazione mi venne confermata, quando lo vidi piangere.

Mi si spezzò il cuore,

“Al diavolo la fifa!”

posai le mie mani sulle sue, cercando di separarle, oppose un po’ di resistenza ma alla fine riuscì a guardarlo in faccia, la bandana all’altezza degli occhi era zuppa.

Tremava ancora; lo abbracciai, sentì il suo corpo irrigidirsi per poi lasciarsi andare a quella stretta improvvisa...

-Non è niente dai, -

Gli dissi in un sussurro, lui mi rispose con la voce spezzata:

- Ania... Ania mi, mi dispiace, non avrei dovuto farlo. Perdonami.-

Gli accarezzai il guscio

-No, scusami tu, eri arrabbiato, evidentemente ho reagito male... Mi dispiace se ti è sembrato che ho minimalizzato la cosa...-

Mi staccai un po’ da lui e gli accarezzai il volto.

Mi ero messa con gli occhi all’altezza del naso, la mia fronte contro la sua, ero talmente vicina che i suoi occhi bianchi sembravano uno solo...

Guardai la mia mano e vidi che la stava stringendo, come se fosse un ultimo appiglio alla vita.

Piano, piano si calmò, e prese a respirare lentamente, mi staccai del tutto da lui, gli asciugai un’ultima lacrima e ci fissammo negli occhi, a lungo, molto a lungo...

Ma a mio parere non abbastanza:

-Interrompo qualcosa?-

Era stato Donny a parlare, evidentemente Niy Cien e Rose Marie avevano fatto quello che gli avevo chiesto.

-No, no figurati!-

Disse Leo imbarazzato dall’arrivo improvviso del fratello...

Sospirai :

-Allora vi lascio soli così tu... Lo visiti e parlate un po’...-

-D’accordo -

Don era arrivato vicino al letto di Leonardo, ci guardava sorridendo, mi alzai

-Allora visitalo bene così si rimette in forze, e tuuu...-

Gli puntai il dito contro e facendo l’occhiolino gli dissi

-Fai il bravo con il dottore!-

Feci imitando mia madre quando mi rimproverava, entrambi risero a quel “rimprovero”, e Leonardo mi rispose:

-Va bene mammina!-

Me ne andai, contenta di averlo fatto ridere.

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