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Mi accolse l’oscurità più totale, seguivo la mano di Leo che mi trascinava in avanti.

Quando mi abituai a quel buio, riuscii finalmente a vedere un piccola luce: era Don che ci stava aspettando alla fine del corridoio che stavamo percorrendo.

-Don, situazione?-

-Per quel che sono riuscito a capire siamo solo all’inizio Leo, per arrivare al centro dobbiamo farci altri due o tre gironi... E a quanto pare i demoni erano molti di più di quelli che ci aspettavamo...-

-Maledizione! Questo complica la faccenda...-

-Che facciamo?-

Chiesi io, terrorizzata al pensiero di finire fra le braccia di uno di quei demoni.

Di fronte a noi c’era un passaggio e sotto uno strapiombo: da lì provenivano gemiti, urla, pianti...

“Evidentemente qui la notizia dell’invasione non è arrivata...”

Don spense la luce elettrica, sostituita da quella fioca e vibrante delle fiaccole, appese alle pareti. Stavano arrivando dei demoni, che parlavano fra loro:

-Ultimamente non sembra accadere nulla di divertente-

-Sì io mi sto stufando!-

Noi ci ritirammo un po’ più indietro, per non essere visti, Leo d’istinto mi spinse indietro con un braccio e portò il sinistro sull’elsa della katana. Ma i demoni erano troppo indaffarati a torturare delle povere anime per curarsi di noi.

-Ho un piano.-

Bisbigliò Leo

- Ania tu resta qui e non ti muovere, per nessun motivo finché non te lo diciamo noi... Don vieni con me. -

Si allontanarono passando, con cautela, rasente alla parete; poi non li vidi più... Per sicurezza mi accucciai a terra: gli occhi mi andarono sul braccio destro e mi ricordai che quella tuta era super attrezzata. Alzai la pulsantiera cercando di ricordare quale dei quattro bottoni mi avrebbe fatto più comodo:

“Allora... Questo verde... Era... Lo scudo anti-magia, il bottone rosso per la spada, il viola lo scudo, quello me lo ricordo eccome!”

Mi massaggiai con aria sarcastica il braccio, ripensando alla botte che avevo ricevuto da Raffaello qualche ora prima per provare lo scudo;

“Oh sì... Me lo ricordo eccome... Quindi, per esclusione, deve essere per forza questo grigio.”

Permetti il pulsante e una sostanza trasparente e viscida cominciò ad avvolgermi come un serpente, faceva più schifo che altro... Presi un respiro profondo, chiusi gli occhi e quella sostanza mi coprì completamente anche il viso. Li riaprii e per poco non mi prese un colpo: quella sostanza non permetteva nemmeno a me di vedermi... O perlomeno di vedermi bene... Sì, perché ero talmente poco visibile che se non avessi fatto attenzione avrei giurato di essere svanita del tutto... La sensazione era strana: sembravo un fantasma ma il corpo lo sentivo, come se il mio corpo fosse stato completamente visibile.

Almeno avevo la certezza che il mio corpo c’era ancora.

- Ania, Ania...-

Sentivo Leo che mi chiamava così mi affacciai e chiesi

-Che c’è?-

-Via libera vieni giù.-

-Arrivo-

Scesi la rampa fatta di fango e roccia: c’erano delle torce che la rischiaravano ma nonostante questo, e a causa del terreno scivoloso, andavo molto cauta.

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