Capitolo 90. Edoardo.

1.4K 51 3
                                    

“Pronto?”
“Cos'è sta voce assonata?”
“Sono le dieci e mi stavo proprio addormentando.”
“Alzati De Guidi che hai vent'anni! Vieni a una festa con me?”
“Non se ne parla neanche sono già in pigiama e poi...”
“Ok bene, aprimi che sono sotto casa tua.”
La chiamata si interrompe e io resto a guardare lo schermo ancora scioccato. Mi alzo piano e vado verso il balcone e quando vedo Desirèe che sventola la mano salutandomi e sorridendo mi rendo conto che la telefonata è avvenuta davvero.
Apro il cancelletto e aspetto che bussi alla porta.
“Oh ma allora davvero sei già in pigiama! Dai va a cambiarti che stasera ti porto a divertirti.” mi dice più frizzante che mai.
“Davvero non ne ho proprio voglia.”
“Si che ne hai voglia ma ancora non lo sai. Da quanto tempo è che non ti diverti un po'? A proposito: dov'è la tua dolce metà?” mi dice guardandosi in giro.
“Lei e Nico sono tornati in Italia. Sai per la festa del papà.”
“Oh. Adesso capisco perchè sembri uno zombie.”
“Ehi!” esclamo offeso.
“Dai va a cambiarti, ti aspetto qui. Posso sedermi?” mi chiede andando a buttarsi sul divano.
Non so per quale strano motivo ma venti minuti dopo siamo sulla sua mini diretti verso non so quale festa.
“Ma tu non ti metti mai i vestiti?” mi lascio sfuggire guardando il suo abbigliamento. Porta dei jeans chiari strappati leggermente morbidi e una t-shirt bianca con un filo di brillantini sul girocollo.
“Credo di essermene messo uno per la mia comunione. Prima e ultima volta che io ricordi.” mi risponde con tono neutro.
Pochi minuti dopo la sua macchina si ferma davanti a un edificio a punta dall'aria minacciosa. Scendo dalla macchina fissandolo e seguo Desirèe che entra dalla porta disinvolta, come se ci fosse già stata centinaia di volte.
Due grandi uomini vestiti in giacca e cravatta ci scrutano e Desirèe li saluta normalmente mentre io passo davanti a loro a testa bassa leggermente intimidito. Prendiamo un'ascensore e dopo aver schiacciato l'ultimo piano saliamo, forse un po' troppo velocemente. Quando le porte si riaprono davanti a me una sala illuminata da ogni tipo di luce mi fa sgranare gli occhi.
“Vieni, stammi vicino.” mi dice Desirèe passandomi davanti e prendendomi la mano.
Ci facciamo largo tra la folla di gente occupata a ballare sulle note di una musica decisamente troppo alta e alla fine ci sediamo a un tavolino nero.
“Mi sembri un po'...spaesato.” mi urla all'orecchio Desirèe per sovrastare il rumore.
“E' che...non ricordo l'ultima volta che sono stato in discoteca sinceramente.”
“Ma questa non è una discoteca. E' il “Dance”, tutti i ballerini e i cantanti vengono qui. Guarda la.” mi dice indicandomi un ragazzo alla console che salta divertito con le cuffie alle orecchie.
“Lui è della nostra scuola. E anche la ragazza vicino a lui che canta. E quello invece l'ha finita l'anno scorso.” mi dice indicandomi poi una ragazza con i capelli ricci rossi e un ragazzo con un cappellino in testa che salta e esegue acrobazie alla perfezione.
Guardo tutto meravigliato come un bambino in un negozio di giocattoli.
“E quello te lo ricordi?” mi dice indicandomi un signore di mezza età con una giacca e una cravatta blu.
“Quello non è il signore che allo spettacolo di Natale ha preso la ragazza della nostra scuola nella sua compagnia di ballo?” chiedo meravigliato.
“E' lui.”
“Aspetta...e tu come lo sai? Tu non c'eri allo...” non finisco la frase che sento la sua mano trascinarmi di nuovo da qualche parte. Questa volta ci fermiamo proprio al centro della pista e quando lei inizia a ballare capisco che devo fare altrettanto. Tengo bene a mente che ho una ragazza incinta quindi cerco di fare in modo che i nostri corpi si tocchino il meno possibile ma con tutta le gente che c'è è praticamente impossibile.

“Oh mi è venuta un'idea!” esclama con gli occhi che le brillano.
“Che sentiamo.”
“Vieni con me.”
Mi trascina ancora una volta e quando arriva al ragazzo alla console sento che gli dice qualcosa all'orecchio. Lui annuisce sorridendole e vengo trascinato ancora una volta. Questa volta inizio a tremare.
“Cosa pensi di fare?” gli chiedo terrorizzato.
“Di farti cantare. Non ti ho mai sentito cantare e a scuola non si parla altro della tua splendida voce, quindi.”
“Quindi niente! Io non so cantare con tutta queste gente che mi guarda.”
Desirèe non riesce a rispondermi perchè subito parte una canzone molto ritmata, con una serie di strumenti tra cui riconosco solo dei violini in sottofondo. Davanti a me un leggio con le parole che dovrei cantare ma quando l'attacco parte io non riesco a muovere le labbra.
Non sono mai riuscito a cantare davanti a più di qualche persona, figuriamoci davanti a più di duecento.
Inizio a sudare e mi sento al centro dell'attenzione anche se a dire il vero poche persone mi stanno guardando, gli altri sono tutti concentrati a ballare.
Sento una voce vicino a me che inizia a cantare al mio posto e quando mi giro vedo che è Desirèe e spalanco la bocca: non avevo idea che sapesse anche cantare e soprattutto così bene.
Canta tutta la prima strofa e poi mi guarda come per invitarmi a cantare con lei il ritornello.
Dentro di me sento un “click” forte e chiaro. Come se mi si fosse aperto un lucchetto che conteneva il mio coraggio e subito inizio a cantare senza quasi rendermene conto.

Eccomi di nuovo! Questa capitolo lo avevo pubblicato già ieri mattina ma non so per quale motivo è stato cancellato perciò eccolo di nuovo!
Settimana estremamente difficile, tante cose da fare, zero tempo. E per voi com'è stata questa settimana?
Un bacione!

Nove mesi per due.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora