Capitolo 76. Ginevra.

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"Ciao Ginevra. Edoardo è in camera che si veste, vai pure."
"Grazie Daniela."
Sorrido alla donna e faccio le scale per arrivare alla stanza di Edo e Nico ma quando arrivo in cima la testa incomincia a girarmi.
"Ma che palle." sussurro attaccandomi forte alla ringhiera e chiudendo gli occhi. Le orecchie iniziano a fischiarmi forte e improvvisamente non sento più nessun suono. Poco dopo due braccia mi sollevano e quando apro gli occhi mi trovo tra le braccia di Edo che mi guarda pallido. Mi stende sul letto e piano piano le immagini si fanno più nitide e i suoni tornano normali.
"Ginny, stai meglio?"
"Si si...sto bene Edo, sul serio. Era solo un giramento. Mi capita spesso quando faccio le scale, sta tranquillo."
Mi strofina il naso contro la guancia e poi mi dà un bacio. Gli sorrido rassicurante e dopo avermi osservato un altro po' si infila una maglia bianca.
"Hai mangiato oggi?" mi chiede guardandomi male.
"Si Edo, non iniziare a rompere." sbuffo.
"A me non me lo chiede mai nessuno se ho mangiato però." si lamenta una voce. Giro la testa e trovo Nico seduto sul suo letto con addosso solo dei pantaloni della tuta grigi che guarda lo schermo del suo cellulare.
"Ciao Nico. Non ti avevo neanche visto." gli dico soffermandomi a guardare il segno viola che ha sulla pancia, probabilmente un succhiotto. Lui sbuffa e riposa gli occhi sullo schermo.
"Ti vado a fare una cioccolata calda." mi dice Edo.
"No, davvero non la voglio mi viene anche da vomitare. Andiamo?"
"Non andiamo da nessuna parte, adesso ti riposi."
"Che palle Edo, non sono malata. Era solo un giramento di testa."
Edoardo mi guarda fisso negli occhi per un po' e poi prende il giubbino da dentro l'armadio mettendoselo addosso.
"Allora andiamo."
"Dove andate?" chiede Nico poco interessato muovendo le dita sullo schermo.
"Riproviamo ad andare andare a prendermi da vestire." rispondo io abbassando lo sguardo.
"Vuoi venire?" gli chiede Edo prendendo il portafogli dal comodino e mettendoselo in tasca.
"No grazie."
"Perchè no? Dai vieni con noi." insisto io.
"Non voglio privarvi della vostra...intimità." mi risponde mimando delle virgolette con le mani sulla parola intimità.
"Vivi con me e Edo in una stanza a New York e ti preoccupi adesso della nostra intimità?"
"No bella, sei tu che vivi con me e Edo. Sono arrivato prima io in quella stanza e tu sei un'ospite. Poco gradita, ma pur sempre un'ospite."
Sbuffo facendo roteare gli occhi sapendo che il nostro litigare non finirà mai anche se devo dire che ci sto facendo l'abitudine e adesso quasi mi diverte.
"E quindi cosa fai?"
Nico guarda per un po' il cellulare indeciso, poi scrive qualcosa e riblocca la tastiera alzandosi in piedi. Prende una maglia da sopra la sedia che ha in camera e se la infila.
"Vengo con voi, se proprio insistite."

Il centro commerciale oggi è decisamente meno affollato e la cosa mi tranquillizza.
"Se volete vado da sola. Ci troviamo qui tra due ore così voi potete andare in negozi più interessanti." dico guardandoli.
"A me piace vedere le ragazze che fanno shopping." esclama Nico meritandosi un'occhiata sorpresa da parte di Edo.
"E' vero. Lucrezia mi obbligava sempre a fare shopping con lei e alla fine ha iniziato a piacermi." risponde alzando le spalle.
Entriamo in un negozio e inizio a cercare pazientemente dei jeans, stavolta concentrandomi sulla taglia che potrebbe entrarmi ma quando vado in camerino si ripete la stessa scena del giorno prima: quei jeans mi fanno sembrare enorme.
"Ginny, tutto bene?" chiede Edoardo dall'altra parte della tenda.
"Tutto bene."
"Sei pronta?"
"Si."
"Dai vieni fuori allora."
"Mi vergogno."
Sento Edoardo sospirare così prendo un po' di forza e esco.
Edoardo mi guarda sorridendo ma senza dire una parola e io guardo la mia immagine riflessa allo specchio enorme che ho davanti sentendo gli occhi che iniziano a inumidirsi.
"Madonna Ginevra, ho fatto in tempo a guadagnarmi un appuntamento mentre ti provavi i jeans. Ma quanto ci hai messo?" mi chiede Nico arrivando.
"Non...dai torniamo a casa." dico continuando a fissare l'immagine allo specchio.
"Di già? Altro che Lucrezia tu sei un fulmine! Allora prendi questi? Ti fanno un bel culo." mi dice con un sorrisetto.
"Non mi piacciono."
"Perchè?"
"Perchè...sembro una balena." sussurro piano. Nico continua a guardarmi tranquillo poi lancia uno sguardo a Edoardo che scuote la testa sconsolato.
"Bè se tutte le balene avessero un corpo come il tuo potrei pensare di lasciare perdere le ragazze e provarci con una balena. Comunque fa come ti pare, io vi aspetto fuori."
Lo seguo con lo sguardo finchè non gira l'angolo e poi torno a guardarmi allo specchio, stavolta non vedendomi più grossa come prima. E' come se il mio cervello fosse tornato a vedermi in maniera normale e non con trenta kili in più. Sorrido leggermente.
"Edo, dimmi la verità. Mi fanno sembrare grossa?"
"Cristo Ginevra, no. Niente su questa terra può farti sembrare grossa non lo vedi che sei magrissima?" mi dice esasperato.
Decido di comprarli.

"Io voglio un gelato!"
"Anche io!"
Nico e Edo si avvicinano al banco dei gelati come due bambini felici e aspettano il loro turno. Scuoto la testa sorridendo e mi avvicino a loro.
"Due coni fragola e limone. Ginevra tu?" mi chiede Nico girandosi verso di me.
"Io niente grazie."
"E un cono cioccolato e nocciola, grazie." dice Edo al signore che sta dietro al bancone. Sbuffo prendendo il mio cono e iniziando a leccare la parte più scura del cono.
"Ciao Gin!"
Sento una voce trillare il mio nome e quando mi giro vedo Lucrezia che mi corre incontro. Dietro di lei c'è anche Michele con una serie di sporte in mano.
"Ciao Lu. Michele." saluto cercando di tenere la voce più bassa possibile per evitare che Nico ci senta.
"Cosa ci fai qui?"
"Siamo tornati per due o tre giorni."
"Oh. Ma sei qui da sola?"
In quel momento sento due risate che si avvicinano sempre di più e all'improvviso si bloccano quando mi sono alle spalle.
Mi giro e vedo Nico pietrificato e Edo che sbuffa.
"Ma cristo che sfiga." sussurra piano Edo.
"E' un piacere anche per noi vederti, Edoardo." esclama Michele che fino adesso è stato zitto. I due si lanciano un'occhiata di fuoco.
"Ciao Nico." lo saluta Lucrezia stringendosi un po' di più a Michele. Nico li osserva senza dire una parola e poi sfoggia un'espressione divertita.
"Bè, sarebbe questa la tua attuale vittima?"
"E la tua attuale vittima invece dov'è?" lo provoca lei.
"Lo sai che il tuo ragazzo non ha ancora smesso di guardare il culo a Ginevra?" gli risponde Nico con un sorrisetto. Vedo Edoardo irrigidirsi e so che vorrebbe avvicinarsi a me ma resta immobile vicino al suo migliore amico.
Michele arrossisce leggermente e lancia un'occhiataccia a Nico che risponde con un altro sorriso.
"Noi andiamo, ciao Gin." esclama Lucrezia tirando un po' la mano di Michele per invitarlo a seguirla. Dopodiché se ne vanno dandoci le spalle mentre Lucrezia appoggia una mano sul sedere di Michele che di tutta risposta le avvolge la vita con un braccio alzandole leggermente la maglietta per pizzicarle un fianco.
Nico li fissa immobile e quando scompaiono dalla sua visuale butta via il suo gelato ancora intatto.

Nove mesi per due.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora