Capitolo 40. Edoardo.

1.5K 50 3
                                    

“Dici sul serio? Il belloccio e Lucrezia? Ma dai!”
“Ti dico di si. Anche se mi sembra strano perchè solo una settimana fa ha chiesto a me di uscire e adesso...”
“Ti ha chiesto di uscire?”
Ginevra fa una pausa non sapendo bene cosa dire. Quando la scorsa settimana mi ha raccontato del suo pranzo con Michele aveva omesso la parte dove le chiedeva di uscire loro due da soli e adesso si è probabilmente resa conto di aver parlato troppo.
“Ma io gli ho detto di no eh.” cerca di scusarsi.
“Ma ci mancherebbe! Perchè non me lo hai detto?”
“Perchè...perchè gli ho detto di no quindi cosa c'era da dire? E me lo ha chiesto solo perchè pensava che ci fossimo mollati. Quando gli ho detto come stavano le cose ha lasciato perdere subito. E infatti si è consolato molto in fretta!”
“Cos'è sei gelosa?”
“No non lo sono. Smettila Edo lo stai facendo apposta!”
Trattengo una risata. Ho sempre adorato la sua voce indecisa quando ha paura di dire una frase di troppo. E, nonostante il fatto che questo Michele le abbia chiesto di uscire mi infastidisce, mi sento molto sollevato a sapere che lei le ha detto di no. E ancora di più che stia uscendo con un'altra.
“Non dirlo a Nico. Sai non vorrei che ci restasse male. Non sono neanche due settimane che hanno rotto e immagino che lui sia a pezzi.”
“Nico? Oh si, è distrutto. Non sono ancora riuscito a trascinarlo fuori dalla sua stanza. Sono un po' preoccupato.”
“Immagino. Dai vai da lui allora, noi ci sentiamo dopo.”
“Va bene. Mandami un messaggio prima di andare a letto ok? Così ti chiamo io.”
“D'accordo. A dopo.” mi dice prima di mandarmi un bacio.
Quando riattacco mi alzo dal pavimento con i muscoli tutti addormentati. Sono almeno due ore che sono seduto li e adesso mi sono proprio stancato: busso con forza alla porta di camera mia e quando vedo che il mio amico mi ignora completamente prendo la mia chiave e apro la porta. La faccio sbattere per far capire che sto entrando ma poi mi fermo un secondo sulla soglia per fare in modo che si ricomponga ma quando vado verso il mio letto vedo che nel letto accanto al mio nessuno si è accorto della mia presenza.
Il letto cigola e sbatte contro il muro in modo ritmato e sento dei gemiti di piacere farsi sempre più forti fino ad esplodere in un urlo liberatorio.
Sbuffando decido di lasciare al mio amico ancora un attimo di divertimento così prendo un paio di mutande dalla mia valigia e vado a farmi una doccia ma quando esco dal bagno dieci minuti dopo la ragazza che prima gemeva è ancora nel letto del mio migliore amico che dorme esausta.
“Nico adesso basta. Non ti sei divertito abbastanza per oggi?”
“Ti prego Edo porta pazienza ancora un'oretta. Appena si sveglia ho l'ultimo round poi la faccio andare via promesso.”
“Ma...questa non è quella di ieri o sbaglio?” gli chiedo scioccato.
“Dici?”
“Dico, maiale. Questa hai capelli neri, quella di ieri era rossa.”
“Adesso che me lo fai notare...”
Gli tiro una scarpa che ovviamente schiva e me ne vado a scuola a studiare con la promessa che al mio ritorno andrò alla reception e mi farò dare una singola.

Nove mesi per due.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora