Secondo capitolo. Ginevra.

3.3K 94 5
                                    

Vedo una luce fortissima che mi trapassa le palpebre chiuse. Qualcuno me le solleva e mi punta questa luce forte sugli occhi nudi.
“Signorina, si è ripresa? Si sente meglio?”
“Mmm.”
“Signorina, provi ad aprire gli occhi e mi dica cosa vede. Vede sfuocato?”
Non mi muovo, non ce la faccio. Mi sento completamente svuotata di ogni briciolo di forza.
“Signorina, per favore si sforzi. Ci sta facendo preoccupare.”
La voce del dottore è così calma e rilassata che mi sembra che mi stia prendendo in giro. Resto immobile.
“Ginny ti prego, fa come ti dice il dottore.”
“Edo?”
“Si. Dai tesoro, apri gli occhi.”
Con tutta la forza che mi rimane apro gli occhi piano piano e subito sento un bruciore terribile mentre i miei occhi cercano di abituarsi alla luce dell’ospedale.
La prima immagine che mi compare davanti è un uomo sulla cinquantina vistito di bianco che mi fissa con aria interrogativa.
“Ci vedo benissimo.”
“Molto bene. Adesso mi dica: sa dove si trova?”
“In ospedale.”
“E si ricorda cosa è successo?”
“Devo aver preso freddo.”
“Ce la fa ad alzarsi piano piano?”
“No.”
“E se l’aiuto io?”
“Neanche.”
“E se l’aiuta il suo ragazzo?”
“Mmm posso provarci.”
Edoardo compare dalle spalle del dottore. Mi sorride ma si vede benissimo che è molto preoccupato e che ha paura.
Mi appoggia una mano dietro alla schiena e con l’altra mi stringe una mano. Con il suo aiuto riesco a mettermi seduta ma la testa mi gira tantissimo.
“Come ti senti?”
“Mi sembra di essere in giostra.”
“E’ normale. Tra pochi minuti starai meglio.”
Edoardo mi cinge la vita con un braccio e mi dà un bacio sulla fronte. Devo avere un aspetto orribile.
Il dottore si siede alla sua scrivania e dopo essersi messo un paio di occhiali piuttosto spessi inizia a sfogliare dei fogli.
Dopo alcuni minuti di silenzio si toglie gli occhiali e ci guarda con un sorriso. Sembra che gli facciamo tenerezza e questo mi dà sui nervi come tutto in questo periodo.
“Bene bene. Intanto congratulazioni. Vedo che lei è incinta di due mesi. Immagino che lei sia il papà.”
“Così mi dicono” esclama Edoardo prima di scoppiare a ridere insieme al dottore. Io li guardo infuriata e loro smettono.
“Posso chiedervi quanti anni avete?”
“Entrambi venti.”
“Siete molto giovani. Immagino che sia molto difficile accettare l’idea di aspettare un bambino adesso.”
“Non è stato poi così difficile. In realtà siamo molto contenti.”
Il dottore ci guarda come se fossimo matti ma solo per una frazione di secondo poi ritorna a guardare le carte.
“Dunque. Nelle sue condizioni dovrebbe avere più cura di sé stessa, signorina Lombardi. Deve stare molto attenta soprattutto per i primi mesi. Il suo ragazzo mi ha raccontato che siete stati fuori al freddo per parecchie ore e non è proprio il massimo.”
“Era un’occasione del tutto eccezionale.” Cerco di mantenere un tono più neutro possibile ma sono troppo incazzata e non so neanche io perché.
“Capisco. Pero, signorina Lombardi…posso chiamarla Ginevra?”
“Certo.”
“Grazie. Dicevo..nelle sue condizioni ogni piccola cosa potrebbe essere fatale. Da quello che leggo nella sua cartella clinica lei è stata operata all’utero all’età di dieci anni e la sua gravidanza sarà piuttosto difficile e piena di pericoli. Sia per lei che per il bambino.”
“Lo so benissimo non serve che me lo dica lei.”
Edo mi dà un pizzicotto sul fianco, segno che sto esagerando.
“Certo, volevo solo ricordarglielo.”
“Dottore la scusi. Siamo un po’scossi in questo periodo. Come ha detto lei non è facile.”
Gli occhi grigi di quell’uomo in camice ci scrutano, prima Edoardo e poi passano a me, per un tempo che sembra infinito.
“Le prescriverò delle pastiglie molto leggere che potrà prendere in caso di giramenti di testa. Va bene?”
“Grazie.” Risponde Edoardo al posto mio.
“E mi raccomando, si curi Ginevra.”
Annuisco e mi guardo i piedi. Sono senza scarpe e mi chiedo dove posso averle lasciate.

Nove mesi per due.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora