Capitolo 38. Ginevra.

1.6K 51 2
                                    

I giorni senza Edoardo sembrano tutti uguali. Tutte le mattine mi alzo, vomito, vado a lezione e torno a casa. Gli unici momenti dove accenno un sorriso sono quando Edo mi chiama e mi racconta la sua giornata. E' così felice di essere la che mi rendo conto di essere stata una vera egoista ad aver pensato di chiedergli di tornare.
E' successo tre giorni dopo che il suo aereo prese il volo. Ero giù sul divano che bevevo una camomilla sperando di placare quel mal di pancia fastidioso che mi tormentava ormai da ore. Alla televisione stavano trasmettendo un servizio sulle donne incinta e sulla loro gravidanze: tutte le donne avevano un mega sorriso stampato in faccia e mostravano con fierezza il loro pancione spropositato. Mi chiesi subito se anche loro vomitassero dalla mattina alla sera come me ma mi risposi che probabilmente non era così altrimenti non avrebbero quel sorriso e quel bel colorito di pelle.
Accanto a loro vi era sempre un uomo, probabilmente il padre del bambino, che sorrideva fiero.
“Io sono al sesto mese e tra meno di tre mesi nascerà il mio piccolo Christian. Non vediamo l'ora. Lorenzo mi è sempre stato accanto, sempre. Sia per le normali visite mensili sia quando, i primi mesi, mi ritrovavo a vomitare ogni secondo. Lui era accanto a me che mi teneva i capelli mentre io ero piegata in due sul gabinetto.” una scena veramente molto romantica. Ma quella donna con il suo pancione che spingeva da sotto la maglia sembrava la più felice del mondo.
“Io mi chiamo Camilla e tra poche settimane nascerà la mia Marianna. Devo dire che è stata una vera e proprio sorpresa ma quando l'abbiamo saputo eravamo al settimo cielo. Carlo mi ha comprato subito tutto il necessario: una carrozzina all'ultima moda, un fasciatoio con tanto di cassetti e cassettini per tutte le creme della piccola, una stanzetta tutta per lei...pensate che già due giorni dopo aver saputo che ero incinta la piccola aveva già il guardaroba pronto e tutto comprato dal suo dolce papà.” la donna e l'uomo si baciarono felici e la gente in studio applause.
Decisi di spegnere la tv e di chiamare Edo ma lui non mi rispose. Un paio di ore dopo mi disse che era a lezione e io scoppiai a piangere disperata.
“La tua stupida lezione viene prima di me e tua figlia? Non contiamo niente per te?”
“Ma cosa dici Ginny, certo che contate qualcosa. Contate tutto per me.”
“Non è vero! Sono stanca di venire sempre dopo di tutto, avevo bisogno di te e tu non c'eri come sempre.”
“Ginny stai esagerando.”
“Non sto esagerando proprio per niente! Prova tu ad avere un bambino nella pancia che non ti dà un attimo di tregua. Prova tu a svegliarti alla mattina e a vomitare anche le budella e avere la nausea per tutto il giorno e prova tu ad affrontare tutto questo da sola!” gli avevo urlato al telefono piangendo per poi mettergli giù il telefono in faccia.
Ovviamente alcune ore più tardi lo avevo chiamato scusandomi e gli avevo ripetuto fino allo sfinimento che volevo che restasse li e che avevo tutto sotto controllo.
“Ginny, tieni ti ho portato un Flauto al latte. Te li ho presi al supermercato con la mamma ma li ho pagati io con i miei soldini.” mi dice mia sorella porgendomi la merendina ancora incartata.
“Me lo hai preso con i tuoi soldi?”
“Si chiedi alla mamma.” mia mamma annuisce con la testa orgogliosa della generosità della sua bambina.
“Oh. Grazie Daisy, ne avevo proprio voglia.”
Se ne va tutta soddisfatta e sorridendo.
Fisso la merendina e provo un conato di vomito a vedere il Flauto in versione cartone animato che c'è sulla carta così lo lascio integro e l'appoggio sul mio comodino.
Sento un bip che segnala l'arrivo di un messaggio così prendo il cellulare dal comodino svogliata sapendo che non può essere Edo dal momento che è a lezione.

Lucrezia:
Shopping tra due minuti?
Ginevra:
Non ho proprio voglia e dovrei studiare.
Lucrezia:
Dai Gin non fare la nonna! Cinque minuti e sono sotto casa tua. Preparati psicologicamente, farò un sacco di shopping per consolarmi.
Ginevra:
Consolarti per cosa?
Lucrezia:
La rottura con Nico.

Mi alzo dal letto sospirando e vado a cambiarmi: non voglio che Lucrezia mi veda vestita male altrimenti mi direbbe che da quando non c'è più Edoardo non mi tengo più. A dire il vero non mi interessa molto di quello che dice la gente ma Lucrezia ha un modo piuttosto fastidio di dire le cose e i miei nervi sono molto irritabili ultimamente.
Mi metto dei jeans chiari aderenti e un maglione nero, la mia solita collana a cuore che mi ha regalato Edo e mi trucco. Alla fine decido perfino di mettermi un po' di rossetto color carne più che altro per coprire il colore naturale delle mie labbra che è troppo scuro per i miei gusti e mi spruzzo qualche goccia di profumo alla lavanda: Edo odia questo profumo quindi quando non sono con lui me lo metto sempre.
“Mamma esco con Lucrezia.” urlo a mia mamma mentre mi infilo gli stivaletti.
“Mettiti una giacca e torna per cena, ho fatto l'arrosto.” mi urla di rimando dalla cucina. Mi chiedo se anche io sarò una mamma così protettiva.

Nove mesi per due.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora