MICHAEL
Melissa si butta sulle mie ginocchia avvolgendo il mio collo con il suo braccio.
È la prima volta che mi porta a casa sua, ma i suoi non ci sono quindi non ho nulla di cui preoccuparmi.
- Sicura che non verrà nessuno?
Lei annuisce piano e sorride in quel suo modo sexy prendendomi il viso con una mano.
La bacio lentamente mordendogli il labbro inferiore.
Ci sdraiamo sul divano e infilo una mano sotto la sua maglietta.
Lei mi stringe i capelli continuando a baciarmi.
Sto per toglierle la maglia, quando la porta d'ingresso si spalanca e un ragazzo dai capelli biondi appare sulla soglia.
Ci stacchiamo subito l'una dall'altro e metto le mani apposto sorpreso.
- Melissa... - Non so perché quel ragazzo mi è familiare.
- Ashton, non eri a lavoro?
Ashton.
- Ho staccato prima. - Mi guarda come se volesse uccidermi. - Hey, non sul mio divano!
Ha una voce stridula e le sopracciglia inarcate.
- Io ti conosco.
- Si, anche io mi conosco. Ora staccati da mia sorella, pervertito.
- Ashton! - Melissa si alza e va da suo fratello sussurrandogli qualcosa.
Lui continua a buttarmi delle occhiatacce che dicono 'o vai via o ti uccido'.
Ma alla fine lui mi chiede un accordo.
- Se vieni su in camera mia a sentirmi suonare, potete avere il salotto libero.
- Sentirti suonare? - Oggi non ha la bandana rossa in fronte, e sembra più grande visto da vicino.
Lui annuisce. - Voglio fare un provino per entrare nella tua band, Michael.
Io strabuzzo gli occhi alzandomi e scuoto la testa. - Noi un batterista lo abbiamo già, non se ne parla.
- Allora sai dov'è la porta.
Non riesco a credere che sia suo fratello.
Ashton si dirige verso le scale e io non so che fare.
Guardo Melissa implorarmi, e poi la porta, e poi le scale.
- Oh va bene. Ci sto.
Il ragazzo biondo si ferma di colpo.
Posso sentire il suo sorriso da dietro le sue spalle.
Mi fa salire mentre Melissa sta giù a preparare delle cioccolate calde.
Camera sua è immensa.
Una batteria blu elettrico occupa un quarto della stanza in un angolo a destra. Molte bacchette sono appese al muro come oggetti di esposizione. Mi avvicino di più mentre lui si siede e si prepara.
Osservo le bacchette e mi viene quasi da urlare.
- Non ci posso credere. Hai l'autografo di Rian Dawson? È il Rian Dawson che penso io?
- Il batterista degli All Time Low, si. Perché, ti interessano?
Io spalanco la bocca elettrizzato.
- Se mi interessano? È grazie a loro se sono in una band! Dio, come hai fatto?
- Qualche anno fa noi abitavamo in America, a Baltimora.
Ora capisco.
- Sei davvero fortunato, deve essere stata una grande conquista.
Lui alza le spalle. - In realtà non ci penso più di tanto. Ho smesso di seguirli quest'anno.
Io sto ancora contemplando l'autografo di Rian ma sento bene le sue parole come pugni nello stomaco.
- Io non so cosa darei per incontrarlo.
- Senti, vuoi vedermi suonare adesso o no? La scommessa vale ancora, ma se non sei disposto ad ascoltarmi puoi anche uscire e non tornare più a casa mia.
Poso la bacchetta e mi siedo su uno sgabello aspettando che inizi.
- Uno, due, tre...
Inizia e il rumore dei tamburi mi rimbomba nelle orecchie facendomi venire i brividi.
È davvero bravo, cavolo.
Subito l'elettricità che ho in corpo si trasforma in sensi di colpa. Non posso buttare Will fuori dalla band.
Ma Ashton suona da paura, ha un controllo eccezionale nelle braccia e gli stacchi tra un tempo e l'altro sono fenomenali. Capisco all'istante che sta suonando american idiot dei green day e mi si illuminano gli occhi.
Appena finisce non posso fare a meno di applaudire.
- Sei fantastico, non mi aspettavo fossi così bravo.
Lui si lascia scappare un sorriso.
- Grazie Michael.
Ci guardiamo un istante e so che lui sta aspettando solo una frase.
- Ashton, non posso buttare Will fuori dalla band...
Lui sta per interrompermi.
-...Ma devo ammettere che sei più bravo di lui. Beh, per essere uno che confonde la lezione di chitarra con una di batteria.
Scoppiamo entrambi a ridere ricordando la prima volta che l'avevo visto.
- Sei in gamba.
Lui sorride lasciando apparire due fossette sulle guance. - Senti, per la bacchetta, - Fa un cenno al muro. - prendila se vuoi. A me non serve più.
Non aspetto un secondo di più e la prendo in mano, come fosse un tesoro. È un tesoro.
- Grazie, sul serio.
- Non c'è di che , ma se ti becco a scopare mia sorella sul mio letto perché è il più comodo della casa, e lei lo sa, considerati morto e sepolto.
Sto pensando sul serio di farlo entrare nella band.
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