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LUKE

Il dolore è insopportabile.
Vivere questa cosa da solo non mi aiuta per niente.
Mamma mi ha detto che è meglio che io vada dal dottore.
Ma io so che per dottore intende psicologo. Forse anche psichiatra.
Ho il primo incontro oggi pomeriggio.
Non so che mettermi.
Cosa si deve indossare per un incontro con una persona che non hai mai incontrato e a cui stai per raccontare cose che non riesci ad affrontare nemmeno con te stesso?
Decido di mettere la mia solita camicia a quadri rossi e neri.
Mentre siamo in macchina, mamma cerca di rassicurarmi e dirmi che andrà tutto bene, che non c'è niente di cui aver paura.
Io non ho paura. Ho solo molte domande in testa.
Gli psicologi capiscono che ragazzo sei da come ti comporti con loro?
Dalla prima impressione che hanno di te?
Ti ascoltano quando ti sdrai su quello stupido letto?
Sembro un pazzo. Sto andando dallo psicologo. Sono pazzo.
Arriviamo e mamma mi lascia subito. Vorrei che rimanesse con me, ma la seduta è privata.
Entro e il 'dottore' mi fa sedere su una poltrona apparentemente più comoda del mio stesso letto.
- E il letto?
- Come scusa?
- Il letto. Non devo sdraiarmi o robe simili mentre le narro i miei disagi?
Lui scuote la testa ridendo. - Non è come si vede nei film, Lucas. Perlomeno non nel mio studio.
Io alzo le spalle e iniziamo a parlare.
- Allora Luke, cos'è che ti tormenta in quest'ultimo periodo?
Sento la sua voce come in lontananza. Mi guardo le maniche della camicia.
- Le piace la mia camicia? Non voglio che pensi che mi vesto male.
Il 'dottore' aggrotta la fronte e mi ripete la domanda.
- Niente mi tormenta. Voglio solo che Calum sia ancora qui.
- Chi è Calum?
- Calum è Calum. È andato via per un po' di tempo ma sta per tornare. Anzi, penso sia già tornato perché a volte, guardo nel viso delle persone e lo vedo. Vedo il suo sorriso e le sue guanciotte tonde. E anche i suoi occhi scuri, e il suo naso.
- È un tuo amico?
Io mi incupisco. Calum è mio amico? Sono confuso. Se mi ha lasciato solo, allora forse vuol dire che non mi voleva bene. Che non era mio amico.
- Io...- Mi trema la voce. Non riesco a pensare. - Io non lo so.
- Ti tratta male, questo Calum?
Guardo un punto fisso della stanza. L'orologio. Le lancette che si muovono. Quelle lancette che mi portano sempre più lontano da lui. Dall'ultima volta che l'ho visto.
- Come fa a trattarmi male se non lo vedo da due mesi? Sono i demoni che ho dentro di me a farmi male. Ma non riesco a farli uscire fuori. Nessuno mi aiuta. Calum dovrebbe aiutarmi. Ma lui non c'è. Non c'è nessuno.
Sento le lacrime bruciarmi gli occhi.
Ora lui è più confuso di me.
- Luke, ascoltami attentamente. - Si avvicina un po' di più a me guardandomi negli occhi. - Hai mai avuto l'impulso di fare del male a te stesso? O l'hai mai provato?
Si, ma non voglio certo dirlo ad uno sconosciuto.
Quindi scuoto la testa mentendo.
A lui, e a me stesso.
È ora di smettere di dire la verità.
Mentire mi fa sentire meglio.

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