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MICHAEL

Decido di andare in biblioteca e saltare l'ora di storia.
Entro e vado in fondo, scegliendo l'ultimo tavolo.
Ci sono solo due ragazzi che limonano tra due librerie.
La bibliotecaria sarà fuori a fumare, come sempre.
Mi siedo e prendo il telefono dalla tasca posteriore. Srotolo le cuffie avvolte attorno ad esso e infilo gli auricolari nelle orecchie.
Premo play e poggio la testa sul tavolo chiudendo gli occhi.
Penso all'umiliante caduta alla mensa. Quel ragazzo è un imbecille.
Dovrebbero esserci meno persone come lui nel mondo.
Cerco di chiudere la mente.
Sto per addormentarmi, quando sento dei lamenti provenire dall'ingresso della biblioteca.
- Non si può suonare qui dentro, dovresti saperlo giovanotto!
- Non ho altro posto dove esercitarmi.
- Ci sono un mucchio di aule di musica, chi vuoi prendere in giro?
- Ma sono tutte occupate. Ho bisogno di provare.
Tolgo la cuffia da un orecchio e alzo la testa.
La signorina McKent sta sgridando qualcuno.
Non sono affari miei.
Noto che la biblioteca si è riempita di ragazzi, ma l'unico rumore proviene da quei due.
Mi infilo l'altra cuffietta, cercando di sovrastare le voci, e riappoggio la testa.
Dopo pochi attimi sento qualcosa sbattere sul tavolo e mi spazientisco.
Alzo appena la testa e sbircio davanti a me.
Non ci credo.
Il ragazzo dai capelli biondi è seduto proprio davanti a me. Si tiene la testa tra le mani, sembra esausto.
Tolgo nuovamente la cuffia.
- Quel posto è occupato.
Lui alza lentamente gli occhi azzurri e mi fissa sorpreso di vedermi.
Sembra assente dal mondo.
- Ma chi vuoi prendere in giro?
- Non la signorina McKent, dico bene?
Lui fa una smorfia. - Non mi lascia esercitare.
- Dunque vediamo. - Mi siedo bene e lo guardo attentamente. - Sei sfigato, cieco, e anche stupido.
Siamo in una biblioteca.
- Tu vieni in biblioteca per ascoltare la musica? Strano, pensavo ci fossero dei libri qui dentro.
- Quello che faccio qui non ti riguarda.
- Lo stesso vale per te.
Scuoto la testa irritato. Non voglio più vedere questo ragazzo, cazzo.
- Alzati da quella sedia e sparisci, prima che possa ficcarti queste cuffie su per il culo.
Luke mi rivolge uno sguardo fulmineo e finalmente si alza.
- Sai che c'è, Clifford?
Lo guardo alzando un sopracciglio.
- Va a farti fottere.
Lo vedo andarsene fumante dalla rabbia.
Sorrido compiaciuto e torno a dormire.

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