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LUKE

Le sedute di gruppo sono una palla al piede che invece di aiutarmi a galleggiare, contribuiscono a farmi annegare.
Siamo tutti in cerchio in una stanza illuminata.
Un ragazzo con la carpetta fa l'appello e leggendo i nomi si accorge che manca una persona.
« Qualcuno ha visto Tom? »
Le facce dei presenti sembrano perse nel vuoto, come se stessero dormendo ad occhi aperti.
« Dannazione. » Digita un numero sul cellulare e chiama. « Dite al Dott. Sherman che Tom è assente alla terapia di gruppo, di nuovo. » Sbuffa.
Non vorrei mai mettermi nei panni di queste persone.
Non riesco a far ragionare la mia testa figuriamoci quella di altre 20 persone.
« Bene ragazzi, per chi è nuovo io sono Vick e sarò il vostro consulente di terapia di gruppo per quest'anno. »
« Iniziamo subito le presentazioni dei nuovi arrivati. »
Il ragazzo, che doveva essere sulla trentina, mi guardò un attimo, per poi spostare lo sguardo sulla ragazza accanto a me.
« Tu. » La indica. « Alzati e raccontaci perché sei qui. »
La ragazza si alza e lo guarda. « Sono Anastasia, ho 17 anni e soffro di anoressia. » La sua voce è tenue e flebile.
Non dovrei essere qui.
Un rumore mi fa girare di scatto verso l'ingresso. Quella parte della stanza non è illuminata ma sono sicuro di aver visto qualcosa muoversi.
Assottiglio gli occhi per vedere meglio..
« Tu, accanto. »
Mi rigiro in fretta e sbuffando mi alzo.
« Mi chiamo Luke, ho 18 anni e sono qui perché...» perché ho perso il mio migliore amico, il mio cuore, una ragione per vivere « ...soffro di autolesionismo, come dicono quei bastardi. »
Tutti mi guardano le braccia piene di bende, che per fortuna ormai non fanno più male da qualche giorno, altrimenti non avrei potuto usare quella chitarra un'ora prima.
« Cos'hai da guardare? » Dico al ragazzo seduto al mio fianco.
Ha due occhi enormi. « M-mi ricordi Tom. » Mormora mentre gli viene un tic all'occhio destro.
Faccio una smorfia e mi risiedo incrociando le braccia.
« Ha ragione Stan. Anche Tom indossa quasi sempre quelle bende nelle braccia. » Squittisce una ragazzina davanti a me.
« Sentite non so chi sia questo Tom ma non mi interessa. Non assomiglio proprio a nessuno. »
Vick mi guarda e sorride. « Eppure ti sei seduto proprio nel suo posto. »
Ho gli occhi di tutti puntati addosso e mi sento a disagio come non lo sono mai stato prima. Poi mi ricordo.
Non vedrai più queste persone una volta fuori da questo posto.
« È una sedia come tutte le altre. » Sbotto torturandomi il piercing al labbro.
« C'è qualcos'altro che vorresti dirci, Luke? »
Fisso Vick negli occhi e sono sicuro che su quella carpetta ci siano le analisi di ogni paziente nella stanza.
Non ho scelta.
Dopo qualche secondo rispondo: « E soffrivo di bulimia. »
La ragazza accanto a me mi tira una gomitata.
« Non sono come te. » Le sussurro infastidito.
« Lo eri? »
Inizio a chiedermi il perché di tutte queste domande.
Annuisco sicuro. « Non mangio niente, l'unica cosa che potrei vomitare è l'ossigeno che mi passa nei polmoni. E lo farei. »
« Capisco. » Vick annota qualcosa sulla carpetta.
No, non capisci proprio un cazzo.
Sembra che qui siano parecchi i ragazzi con problemi come i miei, pane di tutti i giorni.
Non riesco a sopportare questa scenata.

Mi alzo di nuovo. « Ho bisogno di andare in bagno. »
« Va bene Luke, fuori dalla porta c'è Chris, ti accompagnerà lui. Fai in fretta»
Esco dal cerchio e mi dirigo all'uscita.
Non penso che tornerò qui dentro.
Esco dalla stanza e la prima cosa che sento è un urlo che arriva da dove sono appena uscito. Qualcuno deve avere uno dei suoi solito scatti.
Chris non mi vede nemmeno, entra dentro e mi lascia lì da solo.
Perfetto.
Ruoto gli occhi e ad un tratto sento una stretta nella mia mano.
Vengo tirato via da qualcuno e inizio a correre pur di non cadere a terra.
« Hey ma che...»
« Zitto e corri! »
I miei occhi si fissano sul rosso davanti a me e sento il respiro bloccarsi.
Michael è venuto a salvarmi.

S/A
Passate una buona domenica, almeno voi.
- Chia

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