Capitolo II

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La mattina dopo si svegliò all'alba, sua nonna dormiva ancora così Jolanda pensò di sgranchirsi un po' le gambe prima di colazione.

Correre le piaceva, d'altronde lei non faceva altro da molto tempo a quella parte. Se fossero rimaste abbastanza avrebbe potuto anche entrare nella squadra di atletica, considerò sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Poi però ricordò quello che le diceva sempre sua nonna sul fatto di non attirare l'attenzione e scartò immediatamente l'idea, aggiungendola alla lunga lista delle cose off limits per lei.

Meglio concentrarsi su ciò che poteva avere, che per altro era davvero molto poco al momento e non farsi il sangue amaro si disse lei, da persona pratica quale era.

L'aria era piuttosto fresca quella mattina, l'autunno cominciava a farsi sentire anche lì. Accelerò l'andatura, infilando uno stretto sentiero che si inoltrava nel cuore del bosco. Quella era la zona che preferiva di più, c'era tanta quiete poteva quasi immaginare di essere l'unico essere umano in quel luogo. Correndo attraverso quei sentieri Jolanda dimenticava tutti i suoi problemi e per un po' si sentiva libera. Una sensazione che non le era concesso provare, eppure per il tempo che impiegava a raggiungere il torrente e tornare era proprio così che si sentiva... libera, quasi selvaggia come la natura che la circondava come un bozzolo.

Tornata alla roulotte, si spogliò e fece una breve doccia. L'acqua era fredda, ma del resto era già fortunata a non dover andare giù al fiume per lavarsi. Se avessero avuto una casa o anche solo una  misera camera in un motel... allora avrebbe potuto fare la doccia calda tutte le mattine.

Si lavò in tempo record, fosse stata estate avrebbe indugiato certamente sotto il getto fresco. Si asciugò strofinando energicamente il corpo per riattivare la circolazione e si vestì. Un maglioncino largo che le scendeva di sbieco su una spalla e dei jeans sbiaditi, insomma nulla che mettesse in risalto le sue forme. L'anonimato era la sua religione. Essere invisibile il suo stile di vita.

A scuola non si era fatta degli amici, non aveva senso faticare per farsi accettare da qualcuno che poi non avrebbe più rivisto. Si limitava a essere gentile con chi le rivolgeva la parola e ignorava tutti gli altri, proprio come loro facevano con lei. Piuttosto triste per un'adolescente, ma ormai lei ci era abituata.

Per quando fu pronta sua nonna era già ai fornelli.

_Frittelle di mele!_ annunciò la donna, sistemandone alcune in un piatto che mise davanti a lei. _Sbrigati o farai tardi a scuola_ la riprese poi, versando del succo d'arancia in un bicchiere che lasciò scivolare affiancò al piatto.

Jolanda ingoiò velocemente un boccone accompagnandolo con un sorso di succo, poi si alzò, diede un bacio veloce alla nonna e scappò via.

A scuola si mosse con studiata indifferenza, passando quasi inosservata... se non fosse stato per Vivian. Quella tipa ce l'aveva su con lei. Da quando aveva cominciato ad aiutare il suo ragazzo con il progetto di scienze non faceva altro che darle il tormento.

Il suo era stato un gesto disinteressato, eppure l'altra si era convinta che cercasse di rubarle il fidanzato. Niente di più lontano dalla realtà. Bret Smith era certamente un bel ragazzo, per gli amanti del genere tutto muscoli e poco cervello magari rappresentava quanto di meglio Newport potesse offrire, ma lei era orientata verso tutt'altro tipo di ragazzo, circostanze permettendo ovviamente.

_Ehi Jolanda, perché non mi leggi il futuro? È quello che fate voi zingari, vero?_ chiese Vivian Brown maligna, sorridendo alle sue inseparabili cloni.

Ariel e Monique Morgan erano due oche, esattamente come la loro leader, ma siccome provenivano da alcune delle famiglie più in vista della città, erano tollerate da tutti quanti.

_Non penso che tu ne abbia bisogno. Sei ricca e bella, il tuo futuro sarà certamente meraviglioso!_ disse lei passando oltre.

_Vero, però hai dimenticato di dire che ho anche il ragazzo più bello di tutto Newport. Bret è mio, perciò non perdere tempo a ronzargli intorno_ dichiarò mentre Jolanda svoltava l'angolo.

_Stupida oca!_ bisbigliò ricordandosi che erano le ragazze viziate come Vivian che le creavano sempre un sacco di problemi. Faceva meglio a lasciare che Bret se la sbrigasse da solo, non le andava di subire ogni giorno le frecciatine della sua iper gelosa fidanzata.

Jolanda aveva appena formulato quel pensiero che guarda caso se lo trovò proprio di fronte.

_Ah eccoti, ti stavo cercando_ esordì Bret passandole un braccio sulla spalla come se fossero vecchi amici.

_Sul serio? Questo deve essere proprio il mio giorno fortunato, allora!_ sbottò sarcastica, spostandogli il braccio. _ E a cosa devo mai questo piacere?_ aggiunse notando Vivian e le sue amiche a pochi metri da loro che la fissavano con uno sguardo omicida. Dovevano averla seguita, sicuramente per tormentarla ancora.

_Volevo presentarsi mio cugino Oscar. Si è appena trasferito e ho pensato che tu potresti aiutarlo a mettersi in pari con gli studi... sai da dove viene lui non facevano troppo caso ai voti se eri un asso sul campo... ma coach Jones è stato chiaro, non lo lascerà giocare se avrà delle insufficienze_ spiegò con aria complice, dando una pacca sulla spalla del cugino prima di spingerlo in avanti.

_Mi dispiace, dovrà arrangiarsi da solo. Non ho tempo da perdere con un ..._ squadrò il tale Oscar attentamente, in genere era piuttosto caustica quando si trattava di ragazzi, eppure in quel momento non trovò nulla di negativo da dire sul suo conto. _Ti consiglierei di dedicare più tempo alla cura della mente e lasciar perdere il corpo_ disse infine sprezzante, rivolgendosi direttamente a Oscar.

_Jolanda! Che ti prende?_ Bret era allibito, non l'aveva mai vista così acida.

_Sono semplicemente stufa di dover rimediare alle cazzate di voi ragazzoni tutto testosterone e niente neuroni..._ sbottò guardando le tre oche con malcelata rabbia. _Ah dimenticavo, sarà meglio che trovi qualcuno che aiuti anche te... sono troppo impegnata per starti dietro!_ annunciò facendo subito dietro front, pronta ad andarsene.

_Perché? Ho fatto qualcosa di male? Se è così ti chiedo scusa, ma ti prego non piantarmi in asso proprio adesso!_ la supplicò andandole dietro.

_Tu non c'entri... credimi è meglio così_ tagliò corto sbirciando alle sue spalle. Le tre erano ancora lì. Maledette!

_Scusami devo proprio andare a lezione adesso..._ tagliò corto superandoli svelta, mentre la rabbia per le tre oche veniva sostituita dal rammarico. Le dispiaceva essere stata dura con Bret, in fondo era un bravo ragazzo, con un pessimo gusto in fatto di ragazze, ma comunque un bravo ragazzo.

_Simpatica la tua amica, cugino._

_Non è una mia amica._ Bret ancora non riusciva a credere che Jolanda lo avesse scaricato in quel modo. Cosa diavolo le era preso. Donne... valle un po' a capire!

_Ma va! Non l'avevo notato sai!_ fece Oscar ironico.

- In genere è molto più gentile, non capisco che cosa le sia preso_ si sentì in obbligo di difenderla.

_Forse non le piaccio io, allora?_ ipotizzò il cugino. _Hai notato come mi ha snobbato? Prima mi offende e un attimo dopo mi ignora come se io non neppure esista._

_Sono sicura che tu non c'entri nulla_ assicurò Bret, seguendo Jolanda con lo sguardo. _Le parlerò più tardi... ora vieni che ti mostro la tua classe._

Angolo GiftStone:

nuovo capitolo, nuovi personaggi. Che ne pensate? Secondo voi che succederà a Jolanda ora che le tre oche l'hanno puntata? Fatemi sapere cosa ne pensate. Al prossimo capitolo.



A costo della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora