Capitolo XII

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Quel raduno era una completa perdita di tempo pensò Ramona, battendo forte il pugno sul tavolo. Quando avrebbero capito che era il momento di agire. Continuare a fuggire e nascondersi non faceva altro che procrastinare l'inevitabile. Dovevano cominciare a dargli la caccia come avevano fatto i loro padri e starsene ad aspettare che quelle bestie li stanassero, uccidendoli uno ad uno, come lepri.

_Basta così!_ urlò mettendosi in piedi. _Non intendo sprecare ancora tempo a cercare di farvi entrare in ragione,_  continuò, scostandosi dal tavolo_ ci sono in gioco le nostre vite e voi vi comportate come se nascondervi come conigli dentro le vostre tane potesse bastare a tenervi in vita. Ebbene miei cari, vi sbagliate di grosso. Questa è una guerra... e in una guerra non ci si può tirare indietro. Ma sapete cosa vi dico... se voi preferite continuare a vivere così, come delle miserabili pavide creature, avanti... fate pure, non sarò certo io a impedirvelo. Se invece come me, desiderate riappropriarvi delle vostre vite, del diritto che ogni uomo ha di essere libero, allora io dico che dobbiamo combatterli. Dargli la caccia e non aspettare che siano loro a venire a prenderci. Scegliamo noi il terreno di battaglia, stabiliamo noi le regole_ disse con enfasi, calamitando l'attenzione di tutti i capi.

Benché Ramona fosse la sola donna a far parte del consiglio degli anziani, era tenuta in gran conto per via dei suoi poteri divinatori. Poteri che più volte li aveva salvati da morte certa.

_Sono d'accordo con lei!_ dichiarò Raul, uno dei membri più giovani. _La vostra decisione di tenere un profilo basso non mi è mai andata a genio, siamo persone, non animali che devono nascondersi. I nostri nemici sono forti non intendo negarlo, sarei uno stupido a farlo, ma non sono invincibili, possiamo batterli. Io sono stanco di questa vita, voi no?_ chiese, guardandoli a turno.

_Credi forse che a noi piaccia questa situazione?_ intervenne Pablo, uno dei più anziani. _Credi che qualcuno di noi sia contento della vita che fa, di come costringiamo a vivere le nostre donne e i nostri figli? No ragazzo, ma è il solo modo che abbiamo per sopravvivere, per questo lo abbiamo accettato... perciò non azzardarti a criticarci. Se sei ancora qui di fronte a noi a sputare sentenze, forse lo devi proprio a questa nostra decisione_ sbottò, ferito dalle parole del giovane.

Quante volte in quegli anni da fuggiaschi anche lui si era chiesto se quella fosse la decisione giusta, decine? Centinaia? Pablo non lo ricordava più ormai, ciò che sapeva per certo,era che malgrado tutto, erano ancora vivi e che forse un giorno sarebbe giunto il salvatore della profezia, colui che li avrebbe liberati da quella maledizione.

_Non volevo criticare le vostre scelte, dico solo che sopravvivere non può essere la nostra unica scelta. A volte penso che preferirei lottare e se così dovrà essere, anche morire... piuttosto che continuare a vivere come una larva umana. Preferisco guardare in faccia il nemico e non dargli le spalle e fuggire a rintanarmi in qualche posto in cui prego non mi troverà_ spiegò Raul.

_ Per parecchi anni li abbiamo combattuti, e con quali risultati? Ci hanno quasi sterminati. Le nostre donne sono state dilaniate, gli uomini e i bambini sgozzati, troppo sangue è stato versato per amore della libertà che tu tanto brami. Non permetterò che accada ancora... e se a te sembra una decisione da codardi pazienza, dovrai accettarla perché così io dispongo! _ dichiarò Nestor il capo degli anziani.

_Mi dispiace Nestor,_ intervenne Ramona avvicinandosi a Raul e poggiandogli una mano sulla spalla per mostrargli la sua solidarietà _non volevo arrivare a tanto, ma io la penso come lui e se questa è la tua decisione... non mi lasci altra scelta che fare di testa mia. Voi continuate a fingere che la fine non sia vicina_ li ammonì voltando loro le spalle _io non rimarrò ad aspettare che vengano a uccidere me e mia nipote._

_A proposito di Jolanda..._ intervenne un quarto uomo, bloccando la sua uscita di scena_ cosa ci dici di lei?_

_Se con la tua vaga domanda vuoi sapere se ha manifestato i suoi poteri, allora la risposta è... ancora no. Ma accadrà, l'ho visto nelle mie visioni e come tu ben sai non sbaglio mai. Pertanto è solo questione di tempo._

_Un tempo che potremmo anche non avere!_ le ricordò offeso dal suo tono.

_E pensi forse che io non lo sappia? Esattamente cosa ti aspetti che faccia, sentiamo? Giuro che sono aperta a qualsiasi suggerimento sensato..._ la voce della donna era salita di un'ottava, chiaro segno che l'infelice uscita dell'uomo le aveva fatto perdere il suo proverbiale sangue freddo. Capitava sempre quando l'oggetto della discussione era Jolanda. Per Ramona non c'era nulla di più prezioso al mondo dell'adorata nipote.

_Non esiste un incantesimo, qualcosa che puoi fare per sbloccare i suoi poteri?_ le domandò questi speranzoso.

_Mi stai chiedendo se è possibile risvegliare i suoi poteri così, dalla sera alla mattina?_ disse schioccando le dita. _Ebbene sì... potrei, tuttavia le conseguenze sarebbero catastrofiche. Jolanda è dotata di un grande potere, un potere che prima di lei solo la sua omonima aveva manifestato, ma risvegliarlo tutto in una volta potrebbe farla impazzire se non addirittura ucciderla. Il suo corpo deve accoglierlo dentro di sé poco alla volta, abituarsi ad esso, imparare a controllarlo, non c'è altro modo_ spiegò rivolta a tutti.

_Quanto tempo ancora dovremo aspettare perché ciò accada?_ volle sapere Nestor, interpretando l'inquietudine di tutti i presenti nella stanza.

_Ormai manca poco... l'ho visto_ annunciò tornando al tavolo. _ E' per questo che insisto, dobbiamo essere preparati._

_Questo cambia tutto... avresti dovuto dircelo subito._

_Ero convinta che dopo tanti anni la mia parola ti bastasse_ disse offesa.

_Lo so e mi dispiace... ma questa storia ci fa agire in modo sconclusionato a volte_ si scusò Nestor. _Cosa proponi di fare?_ chiese aspettando col fiato sospeso che la donna parlasse.

_Tornate dalle vostre famiglie e tenetevi pronti a partire appena vi chiaverò a raccolta_ chiarì.

Presto quella storia sarebbe stata solo un ricordo del passato, diventando una legenda da raccontare ai ragazzini attorno al fuoco. Ma prima che ciò accadesse c'era una battaglia da combattere e sicuramente molte delle persone che aveva davanti in quel momento sarebbero morte, forse lei stessa. Jolanda però sarebbe sopravvissuta, lo aveva visto chiaramente e quello le bastava. La consapevolezza che avrebbe spezzato quella maledizione, che sarebbe stata finalmente felice con la persona a cui era destinata era la sola cosa che Ramona aveva sempre voluto.

Angolo Giftsone:

Un ringraziamento a quanti continuano a seguirmi, mi piacerebbe però che qualcuno commentasse, così giusto per sapere cosa ne pensate, se la storia vi piace o la leggete giusto per capire come va a finire. Sarei contenta di rispondere alle vostre domande se ne avete, perciò scrivetemi, commentate e se la storia vi piace consigliatela. Sapere che ciò che si fa è gradito è un forte stimolo a continuare. Perciò vi aspetto numerosi.

P.s. ho cominciato a scrivere un'altra storia si chiama "Love beyond time". Cercatela se siete curiosi di sapere di cosa parla e come per "A costo della vita", fatemi sapere cosa ne pensate.

Un abbraccio, a presto con i prossimi capitoli.

A costo della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora