Capitolo V

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Una volta nella roulotte, Jolanda si lasciò andare sul divano come una marionetta a cui erano stati tagliati di colpo tutti i fili. Quel ragazzo la mandava fuori di testa, sempre lì a chiedere e chiedere, come se gliene importasse sul serio di cosa le accadesse. Quando voleva capirlo che lei portava soltanto guai e più lontano le stava, meglio era per lui?

_Chi ti ha accompagnata?_ chiese sua nonna entrando qualche minuto dopo di lei.

_Il ragazzo a cui do ripetizione_ spiegò lei evasiva.

_Jolanda, conosci le regole._

_Mi ha dato solo un passaggio, nonna!_

_Niente estranei qui_ ribadì l'anziana.

_Non succederà più!_ garantì lievemente contrariata.

_Lo spero bene, non possiamo fidarci di nessuno_ continuò la nonna.

 _E cosa mi dici della persone che vengono qui per farsi leggere il futuro?_ le ricordò Jolanda caustica. _Di loro ci si può fidare? Ne sei proprio sicura?_

_Nessuno di loro rappresenta un pericolo per noi._

_E invece un ragazzo di diciannove anni sì?_ chiese esasperata dal modo in cui Ramona pretendeva di gestire la sua vita.

_Sì, perché qualunque ragazza sarebbe tentata di..._

_Di fare cosa? Che stai cercando di dirmi, parla chiaro?_ la interruppe sua nipote stizzita.

_L'ho visto Jolanda... quel ragazzo è... è, come posso dire?_ iniziò cercando le parole adatte.

_Bello? Attraente? Sexy?_ suggerì Jolanda di getto, considerando solo in quel momento quanto quella descrizione di Oscar gli calzasse a pennello.

_Sì... lui è tutto questo certamente, ma credo ci sia dell'altro._

_Temi possa essere uno di loro? Ma è assurdo. Dovresti conoscerlo nonna... per lui esiste solo lo sport, è l'unica cosa di cui lo sento parlare. Secondo me se lo sogna pure di notte_ disse con un sorridono malizioso.

_Bambina mia, malgrado tutto, sei ancora troppo ingenua_ sentenziò sua nonna senza motivare quell'uscita.

_No che non lo sono... e comunque te l'ho detto, non succederà più_ ribadì convinta.

Una volta sostenute le prove d'ingresso lui non avrebbe più avuto motivo di frequentarla, soprattutto dopo il modo in cui lo aveva trattato quella sera.

Un problema di meno si disse, scrollando le spalle come se la cosa non la toccasse minimamente. E invece si riscoprì a pensare che le sarebbe mancato non sentire più la sua voce. Sei proprio una stupida Jolanda, si ammonì mentalmente. Lui nemmeno ti vede, è gentile perché gli servi, d'altronde l'aveva ammesso lui stesso prima di accompagnarla, no?

_Cosa c'è per cena?_ chiese tanto per cambiare discorso e tornare su un terreno più sicuro per i suoi nervi scossi. Non voleva pensare a lui più del necessario. Oscar di sicuro non stava pensando a lei in quel momento.

_Pollo arrosto e verdure lesse, spero tu abbia fame._

_Oh... io sto morendo di fame_ confermò lei prendendo posto a tavola.

_Ci sono altre novità di cui dovrei essere messa a parte?_ chiese la nonna speranzosa.

_Nessuna, soprattutto non quelle che vorresti sentire tu_ disse sentendosi in colpa per essere una tale delusione. _Nonna sei proprio sicura che io sia quella che dici?_domandò per la milionesima volta.

_Ma certo! Devi esserlo per forza_ disse con una nota d'angoscia nella voce.

_E se invece non lo fossi?_ Jolanda non voleva vederla così,  ma era ora che sua nonna cominciasse a considerare quella possibilità. Non poteva continuare a ingannarsi all'infinito. Lei non aveva poteri, era uscita difettosa, non c'era altra spiegazione.

_Allora siamo destinati a soccombere, nessuno potrà fermarli. Uccideranno fino all'ultimo di noi._

_Mi dispiace nonna... so di essere una delusione. Io vorrei essere quella che dici... ti giuro che lo vorrei, ma la verità è che stavolta le tue stelle hanno commesso un errore._ Jolanda avvertì una profonda pena mentre pronunciava quelle parole, ma la verità non poteva essere più taciuta. Lei non era la salvatrice che aspettavano, non era speciale. Era soltanto una disadattata con la fobia dei rapporti interpersonali, questo era e niente più.

_Non è detto... c'è ancora tempo_ disse l'anziana non volendo abbandonare ancora la speranza.

_Ho quasi diciassette anni nonna, alla mia età le altre avevano già scoperto qual'era il loro potere. Mia sorella Angela aveva addirittura dieci anni quando ha avuto la sua prima visione. Due anni prima del tempo. E se fosse stata lei la prescelta?_ chiese triste, ritornando con la mente al tragico giorno in cui la sua vita era cambiata radicalmente.

_Io non voglio arrendermi ... e neppure tu dovresti farlo, altrimenti loro saranno morte inutilmente, lo capisci questo?_

Quel giorno Jolanda non era stata la sola a perdere la sua famiglia. Sua nonna aveva perso la sua unica figlia e due nipotine, rammentò Jolanda, comprendendo perché Ramona non si rassegnasse ad accettare che fosse tutto perduto.

_Forse hai ragione tu...-_disse sforzandosi di abbozzare un sorriso. _Non dobbiamo lasciarci andare allo sconforto._

_Brava bambina! Questa è la Jolanda che conosco!_

Sua nonna ricambiò il sorriso e cominciò a sparecchiare.

_Sai cosa ti dico... domani comincio a cercare un posticino in città. Ho deciso... ci tratteniamo ancora un pò_ annunciò, posando i piatti nel lavello.

Angolo GiftStone:

Nuovo capitolo, nuove rivelazioni. Cosa ve ne pare? Come sempre attendo un vostro commento, anche negativo. Votate se la storia vi piace e magari fatemi un pò di pubblicità che non dispiace mai. Un bacio a quanti spendono un pò del loro tempo per seguirmi, grazie a tutti, per me è davvero importante.





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