Capitolo XXI

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_Pronto per il grande giorno?_ domandò Bret, assestandogli una pacca sulla spalla.

_Ho i nervi a fior di pelle. Se non riesco a superare il test dovrò lasciare la scuola._  

_Lo so, ma non è poi questa tragedia. Potrai ritentare il prossimo anno e approfittare del tempo che rimane per fare tutto quello che preferisci_ lo consolò il cugino, ben sapendo perché l'altro ci tenesse tanto a frequentare quell'anno o forse era meglio dire per chi.                                                                               

_Tu non capisci... devo farcela assolutamente!_

_Se è per lei che lo dici..._ insinuò.

_No!_ si affrettò a negare Oscar. _E' per i miei, li ho delusi già abbastanza..._ spiegò anche se sotto sotto sapeva che Bret aveva ragione.  Lo disturbava che Jolanda lo considerasse un povero fallito. Poteva anche aver deciso di troncare qualunque cosa ci fosse, o non ci fosse affatto tra di loro, ma la ragazza rimaneva comunque il suo primo pensiero appena apriva gli occhi la mattina, e l'immagine che lo accompagnava nel mondo dei sogni la sera. Per quanti sforzi facesse, non riusciva proprio a levarsela dalla mente.

_Non è vero... hai fatto qualche stupidaggine questo sì, ma non significa che tu li abbia delusi. Sei un ragazzo, è normale ficcarsi nei guai di tanto in tanto._

_Quando parli così, sembri proprio mia madre._

_E' perché ho ereditato la saggezza da quel ramo della famiglia..._ convenne il cugino con aria di superiorità.

_Certo, come no!_ replicò ironico.  _Ora vado o rischio di fare tardi_ disse poi, pronto a varcare l'enorme ingresso del Newport High.  

Bret lo vide irrigidirsi di colpo. Fissava dritto davanti a se, e intanto il suo viso assumeva un'espressione sofferente. Si voltò a sua volta seguendo lo sguardo di Oscar per capire la causa di quella reazione, e la vide. Jolanda stava scendendo da un pick up nero, era in compagnia del gigante dell'altra sera. Il tipo stava girando intorno al veicolo per andare dal lato passeggero. Una volta di fronte a lei, disse qualcosa a Jolanda che la fece rabbuiare, attese che annuisse in risposta, ritornò al veicolo e si allontanò con una sgommata. 

Jolanda rimase a guardarlo uscire dal parcheggio pensierosa. Aveva un'espressione che Bret non le  aveva mai visto.  _Merda!_ bisbigliò quasi tra se. Qualcosa gli diceva che quel tipo portava guai, e di quelli belli grossi.

_E quello chi diavolo è?_ domandò suo cugino, riprendendosi dallo shock iniziale.

_Golia?_ suggerì, vista la stazza dell'energumeno.

_Non sei divertente!_ lo redarguì Oscar esasperato.

_Che t'importa... non si era deciso di lasciar perdere le ragazze?_ gli ricordò, tornando a guardare Jolanda che nel frattempo si stava dirigendo verso la palestra.

_Non rompere!_ sbottò Oscar, correndole dietro.

_Sei proprio senza recupero cugino, fa attenzione..._ bisbigliò così piano, che nessun altro lo sentì.

_Jolanda!_ la chiamò quando fu a pochi metri da lei.

Lei si voltò con uno scatto, sulla difensiva, poi vide che era Oscar e si rilassò. _Ciao!_ disse abbozzando un sorriso. 

_Dove vai di bello?_ Che imbecille, perché quando la vedeva non faceva altro che dire scemenze?

_In palestra_ rispose indicando con la testa l'edificio a pochi passi da lei.

A costo della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora