Oscar non capiva perché continuasse a provarci. Insomma quante altre porte in faccia doveva prendere, prima di capire che Jolanda non ne voleva sapere di lui? Era andato a casa sua per scusarsi della scenata in biblioteca, pronto a fare ammenda, ma lei per l'ennesima volta gli aveva fatto capire per potevano essere solo compagni di scuola.
Se ripensava al modo in cui lo aveva salutato andando via, provava un forte desiderio di sbattere la testa conto il muro per quanto era stato stupido a sperare che le cose potessero andare diversamente. Aveva bisogno di distrarsi. Doveva fare qualcosa, qualsiasi cosa, purché servisse a levarsela dalla testa pensò svoltando verso il centro. Non gli andava di tornare a casa, sapeva già che lì non sarebbe riuscito mai a mantenere il suo proposito.
Qualche minuto dopo parcheggiò il SUV di fronte all'abitazione di Bret e scese per suonare il campanello. Era venerdì sera, di certo suo cugino sarebbe stato contento di uscire con lui a fare baldoria.
Il tempo di guardarsi intorno e Consuelo, la governante comparve sulla soglia con un sorriso smagliante stampato in viso. _Buonasera signorino Oscar_ lo salutò, spalancando la porta per lasciarlo passare.
La donna era a servizio degli Smith da che lui ne conservava memoria, una sorta di istituzione in pratica. Tant'è che tutti ormai la consideravano parte integrante della famiglia.
_Bret è in casa?_ domandò, sbirciando attraverso l'immenso salone.
_Sì è in camera sua, conosce già la strada..._ disse allontanandosi nella direzione della cucina.
Oscar salì i gradini due alla volta e arrivato in cima alle scale cominciò a chiamare: _Bret...Bret..._
_Che cavolo hai da gridare, non sono mica sordo!_ si lamentò l'altro sbucando dalla sua stanza. Era in pantaloncini e maglietta, i capelli dritti sulla testa come se avesse passato molto tempo a tirarli su.
_Wow... sei messo anche peggio di me, a quanto vedo_ lo prese in giro, sorridendo del suo stato._Si può sapere chi ti ha ridotto così?_ chiese tornando serio.
_Lascia perdere... non ha importanza._
__Io direi che ne ha... e molta anche, se sei conciato così._
_Senti chi parla!_ lo rimbeccò Bret nervoso.
_E questo che significa?_ domandò sulla difensiva.
_Niente... è che sembri un cane bastonato. Jolanda immagino!_ Bret non ricordava di aver mai visto il cugino tanto preso da una ragazza. Il fatto che lei non lo ricambiasse era poi una cosa senza precedente. Tutte le ragazze lo adoravano, una cosa a dir poco fastidiosa.
_L'unica e sola... ma stasera ho deciso di darci un taglio_ annunciò fermo.
_Sì, come no!_ scherzò Bret buttandosi sul letto. _Ci crederò soltanto quando lo vedrò_ lo sfidò mettendosi le mani sotto la testa e guardandolo con scherno.
_Non hai fiducia in me?_
_Oh io mi fido di te cugino... è la tua forza di volontà che mi preoccupa._ Da quando era arrivato a scuola Oscar non aveva avuto occhi che per Jolanda, e ora pretendeva di convincerlo che aveva archiviato la cosa? No, lui proprio non se la beveva.
_Ti dimostrerò che sbagli..._
_Ho un'idea!_ annunciò Bret senza farlo finire, scattando su dal letto tutto eccitato. _Facciamo un patto... niente più ragazze ci stai?_ propose.
_Come?_ Oscar non capiva come si fosse passato dal dimenticare Jolanda al cancellare l'intera categoria.
_Sì, pensaci bene... non fanno che causarci problemi. Stiamo meglio senza di loro. Non abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica come comportarci. Se amano tanto dare ordini che si prendano un animale_ sbottò risentito.

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A costo della vita
FantasiIl giorno in cui la madre e le sorelle vengono brutalmente uccise, comincia per Jolanda il viaggio che la porterà verso il suo destino. Sempre in fuga, dovrà trovare colui che può salvarle la vita, vendicando la morte dei suoi familiari.