Capitolo XLI

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L'elicottero scese a pochissimi metri da loro, restando sospeso appena sopra le cime degli alberi che gli impedivano di toccare il suolo. Jolanda guardò in alto, schermando gli occhi con una mano. Il vento prodotto dalle pale sollevava nuvole di polvere e foglie che l'accecavano, limitando notevolmente la visuale del suo bersaglio. Si concentrò come aveva fatto il giorno prima per guarire i due uomini di Kevin. Di colpo si sentì come se fosse sola la fuori, esistevano soltanto lei e quella natura rigogliosa e fulgida di vita. Attinse a tutta quell'energia, lasciando che fluisse liberamente attraverso le sue cellule, finché finalmente avvertì una sorta di scarica che le diceva di essere pronta. Rispetto ai primi tentativi quella volta riuscì a tenere sotto controllo il dolore, focalizzandosi completamente sull'obbiettivo che si ergeva minaccioso pochi metri sopra le loro teste. Il vento lentamente si placò obbedendo ai suoi comandi e pochi attimi dopo l'elicottero prese a fluttuare in aria senza peso, come un palloncino pieno d'elio lasciato libero di volare via nel cielo alla mercé delle correnti d'aria. Jolanda, trattenne a stento un grido di esultanza. Era riuscita ad annullare la gravità intorno al mezzo aereo, impedendo al suo pilota di abbassarsi abbastanza da vomitare fuori il suo micidiale carico.

Avvertendo qualcosa di anomalo gli uomini a bordo si sporsero dai portelli laterali, erano ancora abbastanza vicini perché la ragazza potesse scorgerne i volti increduli. Immaginò che quella dovesse essere la prima volta che si trovavano di fronte un potere come il suo. Non le dispiaceva affatto aver dimostrato quanto fosse sbagliato sottovalutarla. Tra quei volti che si allontanavano lentamente dal suo campo visivo uno spiccò tra tutti. Non avrebbe dovuto, eppure vedere Silas tra coloro che le davano la caccia, malgrado avesse giurato di volerla salvare la ferì. Per un attimo vacillò colpita dal suo tradimento, era stata una sciocca a fidarsi di lui, era un suo nemico, come aveva potuto credere che fosse davvero dalla sua parte. La sua momentanea distrazione le costò cara. Il pilota riuscì a recuperare seppur solo parzialmente, il controllo dell'elicottero portandolo il più possibile vicino al suolo. Jolanda da un principio pensò che fossero armati di razzi o cose del genere, ma no, fu sorpresa quando li vide lanciarsi nel vuoto.

Saltare da quell'altezza senza paracadute equivaleva praticamente a rompersi l'osso del collo per qualunque essere umano, quelli però non erano propriamente umani, ricordò a se stessa. Potevano ancora conservarne l'aspetto per la maggior parte del tempo, ma non erano altro che bestie feroci, creature spietate e inarrestabili. Già prima che finisse di formulare quel pensiero potette osservare impietrita mentre sei di loro planavano al suolo. C'era sicurezza nei loro movimenti, come se fossero abituati a compiere sovente imprese del genere. Si trattò di una frazione di secondi, poi i loro inseguitori atterrarono ruotando rapidi sulla schiena per attutire l'impatto col suolo e con uno scatto felino le si scagliarono contro. In quel frangente Jolanda realizzò che se voleva sopravvivere doveva correre veloce, molto più veloce di loro. Il pensiero andò immediatamente a Oscar, il ragazzo non aveva speranza di farcela contro predatori di quella risma. Doveva inventarsi qualcosa... e al più presto anche, o la sua distrazione sarebbe stata una condanna a morte per entrambi.

Avevano ancora un poco di vantaggio sul gruppo che li tallonava, se fosse riuscita a farsi venire qualcosa in mente potevano ancora salvarsi pensò, correndo incontro a Oscar che intanto la chiamava a gran voce.

_Entriamo nel fitto del bosco, tenteremo di seminarli_ suggerì lui prendendola per mano,  e cominciando a correre insieme nel fitto della boscaglia.

_Non funzionerà Oscar, possono fiutare il nostro odore._ Spiegò Jolanda scansando il fogliame che le feriva il viso a ogni passo.

_Andiamo al fiume allora, se ci bagniamo potremo riuscire a confonderli._

A costo della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora