Capitolo XXXVI

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Ritornarono in casa e Billy in qualità di capo provvisorio, prese a stabilire i nuovi turni di guardia. Ora che gli adulti erano a caccia, era compito dei più giovani pattugliare il perimetro del rifugio per assicurarsi che nessuna minaccia li cogliesse con le difese abbassate. I cinque scelti per fare il primo turno uscirono, cominciando la loro ronda. Sarebbe durata due ore, altri cinque avrebbero preso il loro posto e così via fino all'alba. 

_Faremmo meglio a riposare un poco tutti quanti, questa sarà una lunga notte_ annunciò Billy, a quelli che erano rimasti dentro.

_Io preferisco aspettare che ritornino, se non ti dispiace_ fece Jolanda. _Quanto credi che ci vorrà?_ si informò. Sapere che sua nonna era fuori a caccia di troll la teneva inquieta.

_Di solito qualche ora, quando la caccia è difficile come quella di stasera... possono stare fuori anche fino al mattino però_ l'avvisò con una scrollata di spalle. In realtà neppure lui aveva un'idea precisa di quando sarebbero tornati.

_Magnifico!_ sbottò Jolanda, lasciando la stanza. Il pensiero di dover aspettare tutta la notte per sapere se Ramona stava bene proprio non le piaceva. 

Oscar le corse dietro preoccupato per lei. _Jolanda!_ la chiamò.

Lei però non si fermò, continuò a camminare a passo svelto fino alla sua stanza, e solo quando fu dentro, si voltò a guardarlo. _Avrei dovuto insistere per andare con loro!_ urlò parandosi di fronte a lui lasciandosi finalmente andare alla collera.

_Non vedo come avresti potuto, Ramona è stata categorica in proposito... e poi è una che sa il fatto suo, lei. Se la caverà vedrai_ cercò di farla ragionare. 

_E io no? E' questo che vuoi dire?_

_Uho uho, calmati! Non volevo mica dire questo... semplicemente non c'era modo di convincerla. L'ho capito persino io che la conosco da poco!_ 

Jolanda scosse la testa portandosi le mani al viso. _ Lo so, hai ragione... è che non sopporto quest'attesa. Preferisco mille volte l'azione, il pericolo. Detesto starmene qui con le mani nelle mani, mentre mia nonna potrebbe essere in pericolo... è più forte di me. Potevo aiutarli, io ce la faccio Oscar..._ Prese a camminare avanti e indietro, di tanto in tanto lanciava uno sguardo ansioso all'orologio per controllare l'ora. 

_Sono via da meno di un'ora, se continui così per quando torneranno sarai ridotta a un fascio di nervi. Devi calmarti, Jolanda_ ripeté Oscar afferrandola per le spalle e obbligandola a fermarsi.            

Lei gli si buttò tra le braccia in cerca di conforto. _Scusami, non volevo prendermela con te... davvero. Dovresti essere tu quello arrabbiato e invece..._ 

Quello sarebbe stato il momento ideale per dirle che intendeva andare via, che non reggeva più tutta la tensione che si stava creando, ma lasciarla in quello stato era impensabile, non se la sentiva proprio. Avrebbe atteso il ritorno di Ramona e poi sarebbe partito. 

_No Jolanda, va bene così_ la consolò, accarezzandole i capelli un pò arruffati. Anche così tutta scarmigliata e fuori di sé, per lui era la ragazza più bella al mondo. Come avrebbe fatto a lasciarla si domandò, continuando a stringerla a sé. Quella era la decisione più difficile della sua vita, eppure non aveva alternative. Doveva tornare a casa e scoprire cosa nascondevano le ombre del suo passato. Soltanto così forse un giorno avrebbe potuto tornare da lei. Ammesso che a quel punto Jolanda lo volesse ancora. Chi poteva dire come reagiva una persona quando si sentiva tradita? 

Lasciò che le mani vagassero lungo la sua schiena, un gesto automatico, istintivo. Con lei era sempre così, il suo corpo reagiva alla presenza della ragazza come mosso da volontà propria. La strinse ancora di più a sé. Poteva sentire le curve morbide del corpo di Jolanda adattarsi al suo. Erano come due pezzi di un puzzle che si incastrano perfettamente tra loro. Come se fossero stati creati già accoppiati, eppure c'erano così tante cose a separarli. Quell'assurda e tremenda maledizione, il suo oscuro passato, Raul, Ramona, e chissà quante altre che lui ancora non conosceva. Tutto sembrava complottare contro quell'amore. Erano come i protagonisti di un romanzo si ritrovò a pensare, solo che loro erano reali. Persone in carne e ossa, persone che provavano sentimenti, che amavano, gioivano, soffrivano, sanguinavano e che morivano se colpiti. Quella cosa gli era diventata paurosamente chiara due sere prima, durante l'attacco. Oscar sapeva che non sarebbe mai finita, che non sarebbero stati al sicuro finché i loro persecutori non fossero stati annientati completamente.

A costo della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora