Capitolo XXV

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Jolanda si avviò verso casa col cuore pesante. Più si allontanava da Oscar e più le sembrava di andare in frantumi.  Sentiva lo sguardo del ragazzo puntato sulla sua schiena, come un faro che illumina il porto. Si immaginò come una di quelle navi che di notte ne cercano la luce, per approdare sicura. Oscar le trasmetteva la medesima sensazione, aveva provato a ignorarla, a dirsi che non era altro che una proiezione dei suoi desideri più profondi, e per un pò c'era anche riuscita.

La ragione aveva prevalso sui sentimenti imponendole di stargli lontana, ma poi bastava una sua parola, o anche un semplice sguardo a far crollare quel muro, come una diga distrutta dalla piena, proprio come stava accadendo ora.

Si bloccò a metà strada voltandosi, il desiderio di guardarlo ancor una volta era troppo forte. Lui era sempre lì, esattamente dove lo aveva lasciato, che la fissava sconsolato. Il tempo sembrò fermarsi. Jolanda prese ad avanzare piano, con passo incerto, poi con maggiore sicurezza.  

Oscar non si mosse, non voleva illudersi per poi rimanerci di nuovo male. Attese che lei arrivasse a pochi centimetri da lui prima di chiedere: _C'è altro?_

Lei non rispose, restò a fissarlo con la paura che la paralizzava.  _Mi dispiace... davvero!_ mormorò gettandogli le braccia al collo.

Oscar non sapeva come interpretare quella reazione. La sentiva sussultare, scossa dalle lacrime che gli bagnavano il collo, e tutta la rabbia che aveva provato sfumò di colpo. La cinse forte accarezzandole i lunghi capelli. _Non fa niente_ mormorò accostando la bocca al suo orecchio. _Ora calmati però._

Jolanda si strinse ancora di più a lui, come se non volesse più lasciarlo andare. _Non dovresti essere qui_ ripetè tra le lacrime.

_Non vorrei essere in nessun altro posto al mondo._

Quando l'aveva vista andar via aveva pensato che era l'ultima volta che le parlava, ora sapeva che tra loro non sarebbe mai finita.  Le prese il viso tra le mani  asciugandole le lacrime. Scostò i capelli dal viso e guardandola dritto negli occhi disse: _Non riesco a lasciarti andare_ poi prima che Jolanda riuscisse a rispondere, avvicinò la bocca alla sua e la baciò. Fu un bacio disperato, avido. Oscar era come un assetato che dopo tanti giorni di privazione, trova finalmente la sua oasi. La strinse forte, stavolta non sarebbe scappata via da lui pensò, continuando a tormentarle le labbra.

Jolanda si arrese a quell'assalto, passandogli le dita tra i capelli. Lo tirò ancora più vicino, voleva assaporare pienamente il contatto tra loro. Sentiva il suo corpo reagire alla vicinanza di Oscar e viceversa. La tensione tra loro crebbe, catapultandoli in un'altra dimensione.

_Jolanda..._ bisbigliò il giovane staccandosi da lei per guardarla incredulo. Si era aspettato che lo respingesse, che lo mandasse via come sempre. Invece lei lo accarezzava, guardandolo rapita. Se quello era un sogno pregava di non svegliarsi mai.

_Dovresti farlo_ disse, continuando a muovere le mani sul suo corpo, come se non riuscisse a fermarsi. Quel contatto gli mandava i brividi lungo tutta la schiena.

_No..._ si rifiutò Oscar tornando a baciarla con passione.  Lasciò che le sue mani scendessero lungo il collo, le spalle e poi dietro la schiena a schiacciarla contro di sé. Avvertiva una brama insaziabile. Sarebbe potuto rimanere così per sempre e sentirsi completamente appagato.

Jolanda infilò le mani sotto la giacca passandogliele sul ventre piatto, toccando l'avvallamento tra i suoi addominali scolpiti, sospirando piano. Quel suono giunse alle orecchie di Oscar come il più dolce che avesse mai udito. Sapere che anche lei provava qualcosa per lui lo portò al settimo cielo, spingendolo a osare. Infilò le mani sotto la maglietta di Jolanda risalendo piano lungo la schiena. Il contatto con la nuda gli diede una specie di scossa. Qualcosa di primitivo si risvegliò in Oscar, imponendogli di marchiare quella donna come propria.

A costo della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora