Capitolo IV

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Nei giorni che seguirono i due si incontrarono come stabilito. Oscar seguiva con attenzione le sue lezioni e la cosa iniziò subito a dare i frutti sperati.

_Domani è domenica, la biblioteca sarà chiusa, dove studieremo?_ domandò lui di punto in bianco consegnandole la scheda appena conclusa.

_In realtà non ci avevo proprio pensato_ ammise Jolanda pensierosa.

_Se per te va bene puoi venire a casa mia_ suggerì lui con un'alzata di spalle, come per dire "un posto vale l'altro".

_Non penso sia una buona idea._

_Perché?_ Oscar si chiese per l'ennesima volta cosa avesse reso Jolanda così schiva e silenziosa. Non sembrava una ragazza insicura, tutto il contrario, e allora perché se ne stava sempre in disparte?

_Ai tuoi potrebbe dare fastidio_ rispose semplicemente.

_Che mi aiuti a studiare?_

_No, vedermi per casa vostra, intendo._

_Non vedo perché?_

_Per via di quello che sono, la gente non ama molto averci intorno_ spiegò con finta indifferenza. _Se gli hai detto che sono una zingara, non saranno contenti di vedermi... sai cosa si dice di noi, no?_

_Ed è tutto vero?_ domandò Oscar con il fiato sospeso. Di cosa aveva paura?

_No! Cioè... non siamo tutti così... io non vado in giro a rubare o aggredire le persone._

_Perfetto! Allora è deciso, domani alle quattro a casa mia!_ disse scrivendole l'indirizzo su un foglio.

Quando aveva iniziato a dargli lezione Jolanda non aveva creduto di dover interagire con altre persone. Ma ormai era fatta, non poteva tirarsi indietro senza destare ancora più sospetti.

L'indomani sarebbe andata da lui e avrebbe cercato di non dare nell'occhio, si disse poco convinta. Raccolse i libri, infilandoli con cura nello zaino e uscì dalla biblioteca. Aveva fatto solo pochi metri che qualcuno la bloccò. Il panico la assalì, la paura che l'avessero trovata la pietrificò sulle scale, finché non scoprì a chi apparteneva quel braccio.

_Proprio non vuoi imparare a stare al tuo posto lurida zingara, eh? Vuol dire che dovremo insegnartelo noi_ bisbigliò Vivian.

_Apprezzo l'interesse, ma temo ci sia davvero poco che tu possa insegnarmi_ dichiarò lei gelida. Ne aveva fin sopra i capelli di quella stronzetta viziata. Se non si levava dai piedi lei e le sue inseparabili guarda spalle, avrebbe fatto qualcosa di cui poi si sarebbe certamente pentita.

_È tutto a posto?_ Oscar apparve dal nulla. Persa nei suoi pensieri omicidi Jolanda non lo aveva sentito arrivare.

_Ma certo!_rispose Vivian melensa come al solito quando aveva un bel ragazzo di fronte a se.

_Stavamo solo facendo quattro chiacchiere tra ragazze, vero Jolanda?_

Quella tipa le dava il voltastomaco per quanto era falsa, possibile che nessuno vedesse che vipera era in realtà?

_Ok... allora non vi dispiace se ve la rubo un attimo. Ho proprio bisogno che mi chiarisca alcuni dubbi riguardo alla meccanica quantistica_ spiegò grattandosi la testa nervoso.

Le tre se la bevvero e fecero immediatamente dietro front.

_Prego, è tutta tua! Vi lasciamo... abbiamo già un altro impegno, giusto ragazze?_ disse cercando l'appoggio delle amiche.

_Sì, ci stanno proprio aspettando_ confermarono Ariel e Monique annuendo energicamente.

_Non dovevi intervenire, me la sarei cavata da sola_  lo rimproverò Jolanda appena le tre sparirono dalla loro vista.

_Un semplice grazie sarebbe bastato!_ disse Oscar con ironia.

_Non mi stai ascoltando, vero? Non ho bisogno che qualcuno mi difenda. Non farlo mai più!_ ordinò voltandogli le spalle per scendere le scale.

_Si può sapere perché te la prendi tanto? Ti ho vista in difficoltà... pensavo di farti un favore, punto_ disse inseguendola.

Jolanda si voltò di scatto trovandosi a pochi centimetri da Oscar, era arrabbiata con lui. _In futuro fallo a te un favore, stammi lontano!_ Non capiva che il suo intervento aveva solo peggiorato la situazione?

_Come vuoi... addio allora_ disse superandola. Non sarebbe certo rimasto lì a farsi urlare addosso. Era così incazzato. Donne! Chi le capiva era proprio bravo, pensò dando un calcio al pneumatico dell'auto, soffocando un'imprecazione.

_Non addio... a domani_ lo sorprese dicendo lei. _Continuerò a farti da tutor, a patto che tu impari a stare al tuo posto_ detto ciò, si avviò verso il cancello.

_E quale sarebbe con esattezza questo posto? Ti va di spiegarmelo, perché è evidente che da solo non ci arrivo?_ chiese respirando profondamente per calmarsi. Quando faceva così aveva quasi voglia di strozzarla.

_Ti darò una mano con gli studi, ma concluse le ore di studio io non ti conosco e tu non conosci me, intesi?_ domandò fredda.

Oscar non capiva il motivo di quel comportamento, tutti i ragazzi volevano socializzare, lei invece li teneva lontani. Perché? Cosa nascondeva di così terribile da preferire la solitudine? Non potevano essere le sue origini. Ok che c'erano tanti idioti che ancora giudicavano a prescindere, ma no, c'era di sicuro altro.

_Allora, cosa decidi?_

_Per me va bene_ accettò, ripromettendosi di scoprire cosa nascondeva. _Vieni, ti porto a casa_ si offrì poi, pronto a cominciare da subito.

_Non è necessario, vado a piedi._

_Insisto, se ti capitasse qualcosa sarei rovinato_ disse, chiarendo il motivo del suo interesse.

_Allora accetto, ma solo per questa volta... e soltanto perché sono a pezzi_ aggiunse aprendo la portiera dell'auto che Oscar le aveva indicato senza aspettare che fosse lui a farlo.

Una volta in macchina gli diede istruzioni e dieci minuti dopo Oscar parcheggiò fuori dalla roulotte e spense il motore.

_Sul serio abiti qui?_

_Cosa ti aspettavo una reggia? Spiacente di deludenti._

_Ma è isolato, con chi vivi?_

_Si può sapere cosa te ne frega? Come e con chi vivo, non ti riguarda!_ ribadì scendendo dall'auto e sbattendo forte la portiera.

Oscar rimase a guardarla entrare, poi avviò la macchina esasperato, fece retromarcia e andò via. Quella ragazza era pazza. Era solo preoccupato per lei, chiunque lo sarebbe stato, sapendola in quel posto scordato da Dio.

Angolo autrice:

Cosa pensate che succederà tra Jolanda e Oscar? Simpatica Vivian, proprio uno zuccherino vero? A voi è mai capitato di conoscere qualcuna così? Fatemi sapere cosa ne pensate. Kisses.

A costo della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora