Capitolo XXXII

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L'uomo era piegato su se stesso dal dolore, le sue urla produssero un suono agghiacciante che feriva le orecchie, tanto era forte e profondo. Si tirò su a fatica, aggrappandosi alla poltrona di fianco a lui. La mano era ossuta con unghie artigliate che lacerarono il tessuto tirandone fuori l'imbottitura. Un altro gridò sfuggi dalle sue labbra, stavolta più simile a un verso animalesco che a un suono umano. Una donna si avvicino a lui spaventata e preoccupata al tempo stesso, provò a toccargli una spalla, timorosa. Si spostò di lato per essere più vicina, in quel momento la luce della luna la illuminò in pieno, era giovanissima e molto bella. Aveva i capelli biondi legati in una coda di cavallo, pelle chiarissima e due enormi occhi verdi. Indossava un vestito largo a fiori che le arrivava fino ai piedi, nudi. L'uomo si voltò di scatto, fulminandola coi suoi occhi gialli, luminosi come i fari di un auto nella notte. La ragazza arretrò inorridita, il viso ridotto a una maschera di terrore, mentre gridava a quella vista. Si portò le mani alla bocca incapace di smettere, il suono ne uscì smorzato, intanto che lei continuava a fissare quell'uomo come se non lo riconoscesse più.

Un altro urlo lacerò l'aria, riscuotendola dallo stato di shock in cui era precipitata. L'uomo si piegò di nuovo in due, sembrava soffrire molto. Fu tentata di tornare da lui, ma qualcosa nel suo modo di respirare affannoso, la indisse a non farlo. Vide la schiena ingobbirsi, gli anelli della spina dorsale farsi più spessi, il corpo crescere, producendo rumori come di ossa che si spezzavano. Arretro di qualche altro passo, spostandosi verso la porta alle sue spalle, finché sentì che urtava qualcosa di duro. Con la mano ne toccò il telaio, poi si mosse in cerca della maniglia e appena la trovò, l'abbassò lanciandosi fuori dalla stanza.

Quel suono spaventoso si ripeté ancora, leggermente attutito dalla distanza stavolta, mentre lei continuava a correre più veloce che poteva. La cosa che era in quella nella stanza non era affatto umana, nessun essere umano poteva cambiare d'aspetto come stava succedendo a quell'essere. Scese le scale sollevando il vestito per non inciampare, giunta in fondo si diresse alla porta che dava sul giardino antistante la casa. Fece scattare la serratura, aveva il fiato corto per la corsa e per lo spavento. Appena la porta si aprì riprese la sua fuga, sperando che quella cosa non la seguisse.

Un'improvvisa fitta alla schiena la fece cadere a terra, sentì degli artigli penetrare profondamente la sua carne. Urlò dal dolore e poi l'istinto di sopravvivenza ebbe la meglio su tutto il resto. Cominciò a trascinarsi a terra per fuggire a quella cosa, afferrandosi a sassi e ciuffi d'erba. Quella cosa l'agguantò a una caviglia, sentì come dei piccoli rasoi che le penetravano nella carne, mentre veniva tirata all'indietro. Urlò aggrappandosi ancora più forte al terreno, graffiandolo con le unghie, le mani le sanguinavano a causa dei tagli e delle unghie spezzate. Si voltò sulla schiena ignorando il dolore alla caviglia e usando l'altro piede per colpire la cosa che la trascinava. Colpì così forte da fargli mollare la presa, poi si voltò e mettendosi in piedi a fatica riprese a correre.

Quella mostruosità impiegò pochi istanti a raggiungerla, poi le si avventò addosso scagliandola a terra. Senza fiato per l'impatto la ragazza iniziò a singhiozzare piano. Panico e disperazione l'avvolsero appena capì di non avere scampo. Quell'essere l'afferrò per la gola, tirandola su come fosse un manichino. Gli artigli le penetrarono nella carne, recidendo le due arterie principali. Sangue di due diverse tonalità di rosso prese a zampillare come fontanelle ai lati del collo, scorrendo lungo l'arto ossuto della creatura fino al terreno ai suoi piedi, formando un pozza vischiosa. Pochi secondi ancora e lo sguardo della ragazza divenne vacuo, fino a spegnersi del tutto. Il cuore cessò di battere nello stesso istante in cui un ultimo rantolo le usciva dalla gola martoriata. A quel punto la creatura la scaraventava a terra, riprendendo la sua corsa notturna, illuminato dalla luce di una luna di sangue.

A costo della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora