Il ringhio divenne un suono potente e assordante, una specie di richiamo a cui subito seguirono una serie di latrati più bassi e brevi. Stavano comunicando tra loro, perfino uno poco esperto come Oscar riusciva a capirlo. Un brivido freddo gli corse lungo la spina dorsale, al solo pensiero di ciò che si avvicinava. Jolanda gli aveva messo tra le mani un macete, obbligandolo a stringere la presa su quell'oggetto inquietante. Lo guardò con orrore crescente, non riusciva a credere che stesse accadendo davvero, che avrebbe dovuto uccidere qualunque cosa si stesse approssimasse per salvarsi, ma pareva che fosse proprio così, che a quel punto non avessero altra scelta.
_Cosa dovrei farci con questo?_ chiese, benché ormai si fosse rassegnato a trasformarsi in un assassino.
_Taglia la testa a qualsiasi cosa ti si avvicini... Oscar non devi esitare, mi hai capito!_ disse prendendolo saldamente per le spalle. _Si tratta di noi o loro_ continuò fissandolo seria. Ora una luce nuova accendeva il suo sguardo duro e determinato, una luce che lui non aveva mai visto prima.
_E' proprio necessario? Non c'è altro modo? Potremmo provare a fuggire..._ suggerì, era un tentativo estremo se ne rendeva conto, ma dovevano sempre provarci.
_Fuggire dici? Sono secoli che la mia gente lo fa, e guarda a che cosa è servito. Non hanno smesso di darci la caccia... e non lo faranno mai, non finché una sola di noi resterà in vita. Sanno che solo così potranno sciogliere la maledizione. Vorrei che ci fosse un altro modo Oscar, credimi, nessuno lo vorrebbe quanto me. Sfortunatamente non c'è. O noi uccidiamo loro, tutti quanti, oppure saremo noi il trofeo._
Oscar poté scorgere dolore sul suo viso mentre pronunciava quelle parole. Uccidere non le piaceva più di quanto non piacesse a lui, eppure era necessario se volevano restare in vita. Sospirò scuotendo piano la testa, rinsaldando la presa sull'arma, pronto a lottare per la sua vita e per quella della ragazza che amava. Il resto non contava.
_Ne conto almeno sei!_ gridò Raul dal piano superiore dove era salito per avere una migliore visuale.
_Meglio di quanto temevo, ma peggio di quanto speravo_ dichiarò Ramona. _Proverò a rallentarli un pò..._ aggiunse chiudendo gli occhi per raccogliere tutte le energie _voi tenetevi pronti a colpire._
Raul arrivò giù come un razzo, impugnava anche lui un macete, mentre nell'altra mano stringeva un bastone. Strappò un lembo di stoffa e dopo avercela avvolta intorno, la cosparse di olio e le diede fuoco.
_ Serve a tenerli lontani... il fuoco li spaventa_ spiegò Jolanda imitando Raul.
A Oscar sembrava di essere tornati secoli indietro, ai tempi della caccia alle streghe eppure raccolse anche lui un ramoscello da vicina al camino e ne ricavò una torcia. Se poteva salvarli, avrebbe brandito persino una clava, anche se non sapeva quanto sarebbe stata efficace date le circostanze. Non aveva dimenticato i profondi tagli sulle lamiere della sua auto. Qualunque cosa si nascondesse fuori dalla casa, era decisamente letale, lo capiva soprattutto dall'agitazione dei tre.
Ciò che accadde dopo fu così veloce che la mente di Oscar fece appena in tempo a registrare la successione di eventi. Raul spalancò la porta correndo fuori come un fulmine, seguito a ruota da Jolanda armata di una sciabola, la sola cosa a cui riuscì a pensare era che se ne andavano in giro con armi assurde, non sarebbe stato meglio usare una pistola o meglio ancora un fucile a pompa?
Vide una figura simile a un uomo, ma dalle movente decisamente poco umane, abbattersi con violenza inaudita addosso a Raul. Un possente ringhio si alzò da quella creatura, squarciando l'aria come un boato, quando l'uomo lo ustionò con la torcia, facendolo retrocedere di qualche metro. Un suo simile arrivò alle spalle di Jolanda, muovendosi silenzioso.
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A costo della vita
FantasyIl giorno in cui la madre e le sorelle vengono brutalmente uccise, comincia per Jolanda il viaggio che la porterà verso il suo destino. Sempre in fuga, dovrà trovare colui che può salvarle la vita, vendicando la morte dei suoi familiari.