Ritornare a casa dopo una lunga giornata di scuola, anche la migliore che Jolanda avesse mai potuto immaginare, era sempre un enorme sollievo.
Giunta alla roulotte capì immediatamente che sua nonna non era lì. Quando lei era nei paraggi infatti, c'era sempre un via vai di persone che andavano per chiedere di predire loro il futuro, di leggergli la mano o i fondi di caffè. Per gli zingari era il modo più semplice di guadagnarsi da vivere, ma sua nonna era diversa dagli altri, lei possedeva davvero il dono della veggenza. Non era una dei tanti ciarlatani in circolazione che si avvalevano di trucchetti o della semplice osservazione di chi le stava di fronte per fare le sue previsioni.
Entrò nell'angusto abitacolo e lasciò cadere lo zainetto sul divano, seguendolo immediatamente a ruota.
"Cercheremo un posto dove stare appena sarò sicura che non corriamo pericoli" aveva promesso sua nonna un paio di settimane prima. Eppure eccole ancora lì, stipate in quella specie di trappola per topi in versione umana.
Jolanda detestava gli spazi stretti, la facevano sentire prigioniera. Erano più di cinque anni che vivevano in quel modo, e benché sapesse che non avevano altra scelta, delle volte avrebbe voluto fermarsi e affrontare una volta per tutte quei mostri che le braccavano. Meglio una morte veloce a quella lenta agonia che le stava risucchiando l'anima.
"Dobbiamo muoverci ragazza!" diceva sua nonna quando lei proponeva di fermarsi e combatterli, "l'unica speranza che abbiamo è trovare il tuo compagno."
Jolanda aprì un cassetto tirando fuori una scatola di fagioli, la fissò abbattuta, sospirando piano.
Dio era stufa di quello schifo, avrebbe tanto voluto mangiare qualcosa fatto in casa. Peccato che lei neppure ce l'avesse una casa pensò, guardando quel piccolo ambiente, detestandone ogni singolo centimetro.
Lasciò la scatoletta sul tavolo ed uscì, ormai le era passata la fame. La roulotte era posteggiata ai margini del bosco, non lontana dal centro abitato, cosicché i clienti della nonna potessero raggiungerlo sentendosi al sicuri, ma allo stesso tempo non troppo vicina da indisporre quanti in città le consideravano delle volgari profittatrici.
In quel momento la nonna arrivava dal fiume con un cestino ricolmo di pesci.
_Stasera mangeremo pesce alla griglia!_ annunciò allegra, mostrandole la sua mercanzia. C'erano almeno tre varietà di pesce nella cesta.
_Finalmente... era proprio ora!_ esultò lei.
_Accendi il fuoco Jolanda, io intanto penso al condimento._
Mangiarono in silenzio, ognuna assorta nei suoi pensieri.
_Credi che resteremo qui ancora a lungo, nonna?_ chiese Jolanda, qualche tempo dopo. Aveva spazzolato l'intero contenuto del piatto, quasi non ricordava più da quanto non mangiava qualcosa di così buono.
_Vedremo... non ho trovato alcun segno della presenza della persona che cerchiamo. Aspetteremo ancora un po', voglio essere sicura che non sia qui prima di ripartire_ rispose l'altra pensierosa. Era da quando le sue due sorelle e la madre erano state uccise che Jolanda fuggiva insieme alla nonna, cambiando continuamente città, ma del suo compagno nemmeno l'ombra. A volte Jolanda disperava di riuscire a trovarlo. Era nel loro destino incontrarlo prima o poi, quelle come lei non potevano scegliere altro compagno che quello assegnatole dalle stelle, sua nonna glielo ripeteva continuamente. Era sempre stato così, il punto era che dover sfuggire a una setta di fanatici, il cui unico scopo era farla a pezzi, non le facilitava la cosa.
_E se non lo incontrassi mai? Hai pensato a questa evenienza?_
_Sciocchezze bambina, è nel tuo destino... l'uomo destinato a te è da qualche parte là fuori, devi solo avere pazienza!_ la rassicurò la nonna, certa del fatto suo.
Jolanda detestava essere trattata come una ragazzina sciocca. Lei non guardava il mondo con gli occhi fiduciosi della nonna, la sola cosa che vedeva era la vita da fuggitive che erano costrette a fare. Dopo cinque anni era ormai giunta al limite. A volte si ritrovava quasi a sperare che quegli esseri la trovassero e mettessero fine a tutto.
_E se fosse morto... forse è per questo che non lo troviamo?_ Quel dubbio l'aveva assalita spesso. La possibilità che la loro ricerca fosse completamente inutile era qualcosa da mettere in conto.
_Non è così, le stelle me lo avrebbero detto._
_E se non mi piacesse. Mettiamo caso che sia vecchio o già sposato... che cosa faccio io?_ Si vide nell'atto di baciare un viso rugoso, macchiato dal tempo e le venne quasi da vomitare.
_Beh.. in quel caso saresti la prima a essere così sfortunata. I nostri uomini sono sempre giovani, belli e tremendamente forti. Devono esserlo per poterci proteggere e non può essere già sposato... dovrebbe essere poco pi grande di te. E poi voi due siete destinati_ la rassicurò, sorridendo di fronte ai suoi timori.
_Wow... almeno qualcosa di buono c'è in tutta questa follia!_ fece lei ironica. Malgrado le rassicurazioni di Ramona lei non era così fiduciosa. Erano anni che giravano in cerca di questo fantomatico compagno. Sua nonna aveva contattato tutte le comunità Rom senza riuscire a trovare un solo indizio della sua esistenza. Forse si sbagliava, non che fosse mai accaduto per quanto le era dato conoscere, ma in fondo c'era una prima volta per tutti pensò Jolanda, sbadigliando per la stanchezza.
Diede una mano a sparecchiare e filò a letto. Il giorno dopo sarebbero cominciati i corsi pomeridiani e se gli altri compagni erano stronzi come quelli che aveva appena conosciuto, allora aveva bisogno nel pieno delle sue facoltà mentali per non torcere il collo a nessuno.
Angolo autore:
ecco il primo capitolo, spero vi abbia incuriosito abbastanza da continuare a leggerlo. Secondo voi quale segreto nasconde Jolanda? Chi è che le da la caccia? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate. Un grosso bacio GiftStone.
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A costo della vita
FantasyIl giorno in cui la madre e le sorelle vengono brutalmente uccise, comincia per Jolanda il viaggio che la porterà verso il suo destino. Sempre in fuga, dovrà trovare colui che può salvarle la vita, vendicando la morte dei suoi familiari.