Capitolo XXXIII

40 6 0
                                    


Dieci minuti dopo erano di nuovo in viaggio. Oscar ignorava dove fossero diretti, sperava soltanto che fosse il più lontano possibile da quelle cose che gli davano la caccia. All'idea di ritrovarseli di fronte gli tremava il sangue nelle vene, eppure nel profondo si sentiva anche stranamente affascinato da loro. Non sapeva come spiegare la sensazione che provava, era come se durante l'attacco il suo corpo si fosse diviso in due. Una parte era rimasta ferma, immobile a osservare quelle creature che aggredivano i suoi compagni con micidiale precisione, mentre l'altra si era innalzata libera nell'aria, alta al di sopra di tutto quel sangue e quell'odio, che pervadeva le figure grottesche a metà tra l'umano e l'animalesco che si muovevano rapide sotto di lui. 

Quella parte che rimaneva inchiodata al suolo avrebbe voluto reagire, aiutare la ragazza che amava. Spazzare via quelle creature simili a giaguari, ma molto più grosse e spaventose, l'altra invece osservava la scena lievemente curiosa di scoprirne l'esito. Distaccata, quasi inumana quanto quelle creature stesse.

Appena ripensò a come si era sentito, si allontanò un pò da Jolanda, si sentiva indegno di starle accanto. Un misto di colpa e vergogna gli impedì di guardarla negli occhi in quel momento. Temeva che lei capisse a cosa stava pensando. C'era qualcosa di profondamente sbagliato in lui, non aveva più dubbi adesso. Ricordò tutte le ore passate in terapia, il sé stesso bambino che domandava al dottore se era cattivo. Malgrado i genitori lo avessero sempre rassicurato che non era affatto così, Oscar aveva percepito ansia e preoccupazione dietro le loro parole. Perfino allora non aveva creduto veramente di essere come tutti gli altri bambini. Bipolare, così lo aveva definito lo psichiatra, quella parola all'epoca non aveva significato nulla per lui, ma ora che gli ritornava in mente, tante cose cominciavano ad avere un senso. 

Doveva allontanarsi da Jolanda, ci stava ricadendo, lo sentiva. Il sogno di quella notte era il primo indizio, iniziava sempre così. Quella non era la prima volta che immagini di massacri turbavano i suoi sogni. Fino ad ora però, non aveva mai visto volti. Solo  corpi smembrati,  urla laceranti e sangue, tanto sangue. Ricordava perfettamente come si era sentito ogni volta al suo risveglio. Il cuore gli batteva fortissimo in petto, quasi avesse corso per chilometri, il corpo gli faceva male e aveva il desiderio di nascondersi dove quegli esseri, che nei suoi sogni erano solo ombre indistinte, non potevano trovarlo. 

Si domandò se quella non fosse la prima volta che vedeva quei mostri in azione, magari in qualche momento della sua vita li aveva già incontrati e il forte shock aveva fatto sì che ne rimuovesse il ricordo. Non sapeva che pensare, eppure non poteva essere una coincidenza. Doveva sapere, scoprire se c'era qualcosa che i suoi genitori gli nascondevano, qualcosa che avrebbe potuto spiegare perché lui conoscesse già quelle creature.

_Dove siamo diretti?_ chiese Oscar, mentre un'idea prendeva forma nella sua testa tormentata da troppe incognite.

_Dayton Ohio, là ci sono delle persone che ci daranno una mano_ rispose Ramona senza mai voltarsi.

_Persone come noi?_ volle sapere Jolanda.

_No, non come noi... solo amici._

_E tu pensi che ci si possa fidare di loro?_

_Te l'ho detto, sono amici._

_Ma non li metteremo in pericolo nonna?_ Jolanda era preoccupata di coinvolgere altre persone. I loro nemici erano creature pericolose e spietate. Il semplice fatto che la sera prima fossero riusciti a ucciderne due e ferirne un terzo non significava nulla. Probabilmente era stato un colpo di fortuna che difficilmente si sarebbe ripetuto. La verità era che non sapevano quanti ancora ce ne fossero là fuori, potevano essere decine o addirittura centinaia. Se decidevano di attaccarli in forze non avrebbero avuto alcuno scampo, e insieme a loro, chiunque altro avesse avuto la sfortuna di incrociare il cammino di quegli esseri mostruosi, usciti fuori dal peggior incubo concepibile.

A costo della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora