SEDICI

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Sono davanti allo specchio della palestra mentre canticchio il testo della canzone che sto preparando per la sfida

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Sono davanti allo specchio della palestra mentre canticchio il testo della canzone che sto preparando per la sfida. Manca un solo giorno ed io mi sento davvero molto indietro rispetto ad un Luigi che quando doveva affrontare la sfida aveva finito di preparare tutti i brani già tre giorni prima della registrazione.
Per non parlare poi del rumore che stanno facendo Luca, Alex, Matt e Luigi al pianoforte. Stanno tutti cantando l'inedito di LDA, nonostante io avessi chiesto già ieri di lasciarmi gentilmente la sala a disposizione per ripassare. Loro poi, completamente fuori controllo, iniziano ad urlare parole a caso in inglese ed è lì che perdo la pazienza.

«La volete smettere cazzo?!» esclamo, sbuffando e subito dopo mi rendo conto di aver esagerato. Sono nervosa per la sfida e l'unica cosa che voglio è arrivare preparata e sapere di aver fatto di tutto per rimanere.

«Datti una calmata tesoro» mi prende in giro Luigi con il suo solito ghigno strafottente dipinto sul volto. Per qualche secondo mi passa per la testa l'idea di tirargli in faccia l'intero spartito ma poi mi rendo conto di non poterlo fare davvero.

«Come mai siamo così nervosi?» domanda Luca avvicinandosi con estrema calma, quasi come se da un momento all'altro sapesse che potrei esplodere.

«Perché mi sto giocando il posto qui dentro. E se a voi non ve ne frega un cazzo, a me si» chiarisco. Alex si appoggia al muro mentre Matt rimane a guardarci in silenzio.

«Anche io mi sto giocando il posto qui dentro» mi fa notare Luca.

«Si ma tu sei il figlio di Gigi D'Alessio, è ovvio che non sei a rischio!» sputo acida, pentendomene subito.

Luigi spalanca leggermente gli occhi mentre Luca abbassa lo sguardo.
È ovvio che non volessi dire quello.

Infatti sospiro in maniera frustrata, passandomi una mano sul volto stanco. «Scusami Lu» sussurro, con la voce che trema dato che sono arrivata ormai al limite. «Scusami davvero tanto» continuo pentita e lui annuisce semplicemente prima di uscire dalla palestra.

Faccio per seguirlo ma Luigi mi ferma bloccandomi per un braccio. «Per oggi hai fatto la stronza abbastanza, lascialo da solo» mi ordina, per poi mollare la presa.

A quel punto io vado a sedermi sulle scalinate, mettendo le mani tra i capelli. «Non volevo dire quello» mi lamento, sentendomi incredibilmente in colpa.

«Ma lo hai fatto» interviene Alex ed io gli tiro un'occhiataccia.

«Grazie, non me n'ero accorta» borbotto, evitando di guardarlo.

«Devi solamente darti una calmata. È da questa mattina che sei intrattabile per via di questa cazzo di sfida» asserisce Luigi, sedendosi al mio fianco. Lui è un ottimo amico proprio per questo, perché qualsiasi cosa pensa me la dice senza problemi per aiutarmi a ragionare sui miei errori. E se inizialmente questo suo modo di fare mi infastidiva, ora lo apprezzo più di qualsiasi altra cosa.

𝗠𝗮𝗹𝗶𝗻𝗰𝗼𝗻𝗶𝗮 || 𝐀𝐥𝐞𝐱 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora